L’analisi dei documenti autentici come mezzo per riscrivere la storia, o anche solo per raccontarla, è il lavoro minuzioso che ci regala il professor Cheng. Nel 1948 la chiusura della rivista Osservare è uno dei primi casi eclatanti di censura in Cina.
La rivista Osservare, creata e diretta da Chu Anping, nasce nel 1945 ed è uno dei primi giornali indipendenti in Cina. Sulla prima pagina della rivista, in inglese, compaiono le parole «indipendente – apartitica – osservatrice»; in cinese leggiamo «democrazia – libertà – progresso – raziocinio – pace – indipendenza – costruzione»; «osservare» era il principio fondativo della rivista. I maggiori intellettuali dell’epoca vi hanno contribuito con i loro scritti. Comapare anche il nome di Hu Shi, ma…
In questa seconda parte il professor Cheng guarda a quegli anni e a quei personaggi attraverso la rivista e i suoi contenuti. [TdM]
L’editoriale del primo numero di Osservare è firmato da due influenti personalità dell’epoca: Wang Yuncheng, che scrive “Sulle tre possibili direzioni del futuro dell’attuale situazione politica della Cina” e Wu Qiyuan un economista e professore presso la Qinghua di Pechino, il cui articolo riguarda “La situazione economica attuale della Cina”. Questi erano i temi più considerati in quel periodo nelle discussioni di intellettuali e lettori. Con questa scelta, Chu Anping dimostra tutta la sua intelligenza e il suo talento.
Chu Anping scrive:
« Delle tre alternative, naturalmente, speriamo tutti nella terza. La guerra civile è in pieno svolgimento e il caos sempre più vicino.
Come evitare il collasso e l’erosione? Come intraprendere la strada democratica per una riunificazione pacifica?
Ci sono alcuni punti che vanno presi in considerazione.
In primo luogo, il governo nazionalista dovrebbe provvedere a ripulire il governo stesso. Se un governo non riesce in questo, allora la politica degenera senza eccezioni e, […] se pure il governo avesse la forza per mantenere il potere, questo sarebbe comunque sempre in discussione.
In secondo luogo, il partito nazionalista dovrebbe capire davvero la strada per la democrazia costituzionale, possibilmente con molta tolleranza e con un alto grado di saggezza.
Se è o meno disposto ad aprirsi a una Legge costituzionale democratica e a un governo centrale che preveda il controllo legislativo e l’uguaglianza dei diritti a livello locale, è un punto chiave di importanza psicologica.
[…] Infine, c’è anche bisogno che i comunisti siano disposti, nel futuro, ad essere un partito costituzionale all’interno di un governo democratico».Quello che più fortemente volevano gli intellettuali cinesi «la transizione dal governo provvisorio ad un governo costituzionale democratico», ovvero «la scelta migliore tra le tre prospettive future della situazione politica» – non è mai divenuto realtà. Il loro sogno, durato più di due anni, è andato in frantumi nell’inverno del 1948.
Chu Anping, nel suo primo editoriale titolato “La politica fallita” sul numero di Osservare del 14 settembre 1946, scrive: «La dittatura monopartitica del Guomindang dura da circa vent’ anni. Il risultato è che la gente è sempre più affamata e la società sempre più corrotta. Il partito nazionalista ha un’ideologia e all’inizio era anche pieno di fervore per “salvare il paese e salvare il popolo” […]»
Il contenuto e il tono ci fanno pensare che l’autore non si preoccupava affatto di criticare il partito al governo. Era la verità di uno spirito nobile in quel momento storico.
Oggi, rileggendo quelle parole, capiamo l’elevato grado di libertà raggiunto sessant’anni fa. […]
Sebbene Hu Shi fosse in Cina nel momento della prima pubblicazione della rivista, il suo nome non compariva tra quelli degli autori. Chu Anping il 21 gennaio 1947, vigilia del capodanno [cinese], gli scrisse una prima lettera invitandolo a contribuire alla rivista.
« Abbiamo fondato Osservare con la speranza di offrire, in Cina, commenti genuini e imparziali e per dar voce alle sementi del pensiero liberale che sono state piantate. […]
Spesso ci consoliamo chiedendo a noi stessi se siamo davvero indipendenti da qualsiasi partito e schieramento; oggi il popolo cinese ha bisogno di uomini dallo spirito alto e puro. […]
Il mio impegno per la causa è totale. Noi la invitiamo a contribuire come autore alla nostra rivista, per incoraggiarci, ma non per incoraggiare i singoli, bensì per incoraggiare e supportare questi nostri ideali, questo comportamento, questo spirito».
Hu Shi era nato nel 1891 e allora aveva cinquantacinque anni passati mentre Chu Anping, nato nel 1909, aveva solo trentasette anni. Diciotto in meno di Hu Shi.
Appartenevano a due diverse generazioni. Chu Anping era uno “studente”, come si firma appropriatamente. Il nome di Hu Shi tra gli autori della rivista era più importante di qualsiasi altro. La lettera di Chu Anping è aperta e franca. […]
Il nome di Hu Shi finalmente compare il primo marzo sulla copertina del primo numero del secondo volume. Ma nella rivista non ci sono suoi articoli. E così è per i due anni successivi, fino alla censura.
Perché Hu Shi non ha mai scritto nulla per Osservare? Questa è la domanda cui sto cercando di rispondere da tre quattro anni.
[Post scelto e tradotto da Tania di Muzio. La prima parte del testo di Cheng Chaofu la trovate su Caratteri Cinesi]