Caratteri cinesi – I cinesi si curano all’estero 3/3

In Caratteri Cinesi by Simone

Non solo operazioni chirurgiche. I pazienti cinesi che si mettono in viaggio vanno all’estero anche per comprare farmaci introvabili in patria. Ma per dare uno scossone a tutto il sistema sanitario cinese, bisogna trovare il modo di attirare capitali stranieri. Terza e ultima puntata del viaggio di Caixin nel fenomeno del "turismo medico". primaseconda puntata

Un’altra delle principali motivazioni per le quali i cinesi malati scelgono l’estero sta nella mancanza di farmaci anticancro convenienti. Secondo un rapporto congiunto pubblicato nel 2012 dall’American Cancer Society e dal National Cancer Society Institute, per gli uomini la sopravvivenza al cancro è stata registrata sopratutto tra i malati di tumore alla prostata, al colon retto e tra i malati di melanoma, rispettivamente per un 43%, 9% e 7%. Per le donne, invece, la guarigione è stata riscontrata soprattutto in caso di cancro al seno (41%), di tumore della cervice uterina (8%) e al colon retto (8%).

Laddove la mancanza di farmaci anticancro rende le cure in Cina più difficili, gli Stati Uniti hanno il numero più alto di sopravvissuti. "Principalmente questo è vero per i casi di leucemia, cancro al polmone, al colon retto e melanomi", ha spiegato a Caixin Lian Yaoguo, dirigente medico della Shengnuo.

A rendere complessa l’introduzione di farmaci stranieri in Cina è sopratutto la questione dei brevetti. Secondo quanto riferito da addetti ai lavori, i farmaci coperti da proprietà intellettuale non possono essere copiati da altre aziende e altri Paesi, per cui le aziende che vogliono introdurre in Cina nuovi medicinali devono fare autonomamente richiesta per un brevetto.

Dopo aver fatto domanda per operare in Cina, l’azienda farmaceutica deve presentare tutta la documentazione alla China Food and Drug Administration e al dipartimento che si occupa di regolare i prezzi. Il che vuol dire che per ottenere una partita di farmaci passano almeno due tre anni. Allo stesso tempo, spesso i medicinali che riescono ad arrivare in Cina rimangono invenduti a causa dei prezzi troppo alti. "I prezzi possono essere più cari anche di dieci volte", spiega Mou. Così negli ultimi anni è esploso un fenomeno controverso: quello degli intermediari stranieri.
"Alcune persone che vanno ufficialmente all’estero per farsi visitare in realtà ci vanno per i farmaci".

Mirando al mercato cinese

Il rapido aumento del numero dei malati cinesi ha attirato l’attenzione delle istituzioni mediche statunitensi. Le strutture migliori stanno mettendo a disposizione servizi di traduzione gratuita e siti in cinese. Quando si telefona per informazioni basta dire "ni hao" ("salve" in cinese, ndt) perché dall’altra parte si inserisca il servizio in mandarino.

Melissa Goodwin di Mayo Clinic racconta che tra il 2012 e il 2013 i pazienti cinesi sono raddoppiati. Nei primi sei mesi del 2014 il loro numero potrebbe essere addirittura triplicato. "All’inizio la Cina non rientrava tra le priorità della nostra strategia di internazionalizzazione, ma nell’arco di pochi anni è diventata il nostro secondo mercato principale".

Per Gilbert H. Mudge, presidente e CEO di Partners Health Service (PHS), nonché professore presso l’Harvard Medical School, il mercato cinese è importantissimo. PHS ha in mente di avviare la costruzione di ospedali a Pechino e Shanghai e lanciare programmi di cooperazione a Shenzhen e Urumqi.

Su queste basi, organizzazioni straniere che fanno consulenza medica sono spuntate un po’ ovunque. Stando a quanto emerso da un’inchiesta condotta da Caixin, strutture di questo tipo sono reperibili a Pechino, Shanghai, Shenzhen, Guangzhou, Hangzhou e forniscono servizi di consultazione, accompagnamento e gestione della documentazione medica.

Per quanto riguarda il modello di cooperazione, la stragrande maggioranza delle organizzazioni d’oltremare assicura assistenza ai parenti dei malati, in particolare mettendo a disposizione servizi di interpretariato, alloggi per i famigliari e svolgendo le varie pratiche. "Siamo l’unica società ad aver adottato "un accordo ufficiale di cooperazione" ha dichiarato Cai Qiang. Questo vuol dire che la Shengnuo ha una comunicazione diretta con vari ospedali e reparti. Ottenuta l’autorizzazione del paziente, il personale può provvedere -attraverso canali ufficiali- al completamento delle cartelle, alla loro modifica, revisione ecc…fornendo al malato servizi diretti ancora più dettagliati.

Un rappresentante della Shenghuo ha dichiarato che la clinica ha già firmato accordi con le principali istituzioni mediche di Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania e Corea del Sud. Tra queste compaiono Massachusetts General Hospital, Brigham and Women’s Hospital, la Mayo Clinic, Wellington Hospital, il Royal Brompton Hospital. I servizi offerti comprendono visite all’estero, nonché servizi di consulenza a distanza da parte di specialisti stranieri.

Per i pazienti più gravi affrontare un viaggio per farsi visitare è troppo rischioso. "Molte aziende asseriscono di poter fare servizi one-stop, ma in realtà avvengono tutti attraverso intermediari locali e non appena lasciano il Paese nessuno si prende più alcuna responsabilità in caso qualcosa non vada bene", spiega Mou che in passato ha contattato varie organizzazioni che prestano assistenza medica all’estero.

Dato che si tratta di un’industria nascente, gli esiti non sempre positivi sono ancora motivo di scarsa fiducia, ma con l’ingresso di nuovi operatori la situazione dovrebbe migliorare.

Il 16 giugno, la Shengnuo ha ottenuto dalla Sequoia Capital China Fund 50 milioni di yuan di investimenti. Si tratta del primo caso del genere nella mainland, segno che il sistema dei servizi medici all’estero comincia ad attirare l’attenzione degli investitori. "Il settore dei servizi medici certamente avrà grande richiesta, molto superiore a quella attuale", ha spiegato a Caixin Zhou Kui, socio di Sequoia Capital China, "il nostro investimento non prevede un ritorno a breve termine, quello che cerchiamo è una crescita sul lungo periodo che possa lasciare il segno".

Il risvolto più importante sta nella promozione dell’ingresso di capitale straniero nel settore sanitario nazionale. Considerata la tendenza verso l’eliminazione progressiva delle restrizioni sugli investimenti diretti esteri, si ritiene che l’aumento del turismo medico stimolerà la competizione nel sistema medico cinese. Come spiega Marco D. Huesch, professore associato di Economia aziendale presso la Duke University School of Law, in un certo senso la globalizzazione dei servizi medici può servire a promuovere il progresso del sistema sanitario di ogni Paese.

3. fine

[Il pezzo, tradotto per Internazionale, è anche su Caratteri cinesi. traduzione di Alessandra Colarizi]

*Caixin ("Nuova finanza"), periodico mensile di informazione economico-finanziaria, noto in Cina e all’estero per le sue valutazioni e reportage di informazione. Esce il primo giorno di ogni mese.