Caccia ai media occidentali

In by Simone

Il primo tentativo cinese di acquistare un importante media occidentale è andato a vuoto. Niente da fare per il Southern Daily Group, il ‘Newsweek’ resterà nelle mani del ‘Washington Post’. In passato la Cina si è spesso risentita per l’atteggiamento della stampa straniera verso la politica di Pechino.

Ora sono i colossi editoriali al di là della Muraglia a tentare la scalata al mondo dell’informazione internazionale. “Con edizioni in nove lingue, il ‘Newsweek’ è una piattaforma globale perfetta per i nostri progetti” ha detto Xiang Xi, caporedattore del ‘Nanfang zhoumo’, intervistato dal ‘China Daily’. Il settimanale è la pubblicazione di punta del gruppo cinese, e forse il magazine più autorevole, liberale e indipendente del Paese. Lo scorso novembre riuscì a intervistare il presidente statunitense Barack Obama, durante la sua visita in Cina.

Il resoconto dell’incontro, tuttavia, sparì da numerose copie del giornale, caduto molto probabilmente sotto la scure della censura. E lo stesso Xiang andò incontro a una retrocessione di grado. Oggi il Southern Daily Group è invece tra i 70 pretendenti alla proprietà del ‘Newsweek’. Il magazine statunitense è in crisi:dal 2007 ha perso 35.5 milioni di euro. Nell’operazione non sarebbe coinvolto il governo di Pechino. “Si tratta della volontà di investitori privati e professionisti dei media”, ha voluto precisare Xiang.

E se il primo approccio non è andato a buon fine il gruppo è pronto per un secondo assalto. Il fallimento non è infatti una questione di soldi. “Non sono riusciti a capire il perché della nostra offerta”, ha detto Xiang, “è difficile per loro capire il mondo dei media cinesi. Per un gruppo statunitense sarebbe stato tutto più facile”. Ma il progetto, ha continuato, mira a far si che il mondo possa conoscere meglio la Cina e viceversa. Il tentativo, ha scritto Bill Bishop su ‘Forbes’, pone alcuni interrogativi: il governo americano è pronto a dare in mano ai cinesi uno dei suoi più importanti organi di stampa? Di contro: la strategia di Pechino di espandere il proprio soft-power acquistando media occidentali è o no una perdita di tempo e denaro? Più fiducioso appare il professor Yu Guoming, vice-preside della scuola di giornalismo dell’Università del popolo a Pechino. “È una strategia incoraggiante”, ha detto al ‘China Daily’, “dobbiamo guardare al lungo periodo e focalizzare l’attenzione sull’espansione all’estero dei nostri media”.

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