Combattere i problemi che affliggono la Cina: squilibri sociali e corruzione. Assicurare la crescita, essere ottimisti, senza esagerazione. E’ iniziata ieri a Pechino la sessione annuale dell’Assemblea Nazionale del Popolo, la più importante istituzione statale cinese, nonché l’ambito legislativo del paese: circa 3mila delegati provenienti da ogni parte del paese si riuniscono a Pechino per disegnare il futuro annuale della Cina.
Anticipata dai lavori del Comitato Permanente dell’Assemblea, composta da 150 membri e presieduta da Wu Bangguo (il numero tre dell’elite politica cinese), ieri i tremila delegati hanno assistito al discorso del premier Wen Jiabao. Molti applausi e numeri, obiettivi e cauto ottimismo. Niente trionfalismi, perché la crisi, specie a livello internazionale, persiste.
Gli obiettivi per il 2010 da parte della Cina sono chiari e sono stati espressi attraverso una lista di «cose da fare»: la crescita sarà dell’8%, mentre l’aumento dei prezzi al consumo si terrà intorno al 3% e il tasso di disoccupazione urbano al 4,6.
Il governo centrale assegnerà 10,6 miliardi di yuan per sostenere lo sviluppo delle piccole e medie imprese, 133,5 miliardi per sovvenzionare la produzione agricola, 6,04 miliardi in più rispetto all’anno prima. 818,3 miliardi di yuan saranno stanziati per l’agricoltura, e le aree rurali, con un incremento di 93 miliardi rispetto allo scorso anno. 43,3 miliardi serviranno per incentivare l’occupazione, 63,2 miliardi per stanziare alloggi per persone a basso reddito, con un incremento di 8,1 miliardi di yuan rispetto allo scorso anno.
Dal 1989 inoltre, per la prima volta, l’aumento del bilancio delle spese per la difesa aumenteranno di un numero inferiore al 10%. L’aumento sarà infatti del 7,5%. Lo ha reso noto giovedì il portavoce del Congresso del Popolo, Li Zhaoxing, precisando che il governo da sempre ha lavorato per limitare la spesa militare e che quest’anno è riuscito a fissare «un livello ragionevole che assicuri l’equilibrio fra la difesa del Paese e lo sviluppo economico.
L’unico scopo della forza militare cinese, ha specificato Li, è quello di proteggere la sovranità e l’integrità territoriale della Cina».
Wen Jiabao, nel suo discorso di apertura di ieri, ha promesso che il governo si occuperà dei problemi più caldi, rispondendo alle richieste di chi ha suggerito una politica più vicina al popolo in grado di contrastare l’ eccessivo aumento del costo delle case, la disoccupazione e la corruzione dei funzionari pubblici. Tutti problemi, ha detto il premier, che verranno «combattuti risolutamente». La Cina, ha ribadito Wen, non intende cedere alle pressioni occidentali e ha intenzione di mantenere stabile la propria moneta. Il premier ha inoltre sottolineato che la crescita economica dell’anno scorso, (dell’8,7%), è stata in gran parte dovuta alla spesa dello Stato, invitando a non cedere a facili trionfalismi. «La spinta interna alla crescita economica è ancora insufficiente. Le basi della ripresa economica internazionale, ha specificato, rimangono deboli».
L’obiettivo, ha concluso Wen, è quello di una crescita dell’8% nel 2010, un anno nel quale si prevede che l’economia cinese supererà quella giapponese, diventando la seconda del mondo dopo quella degli Usa.
Durante i lavori dell’Assemblea una particolare attenzione è posta al problema degli hukou, ovvero i certificati di residenza: la necessità di riforma è stata proposta da alcuni media e stando ad alcuni rumors sembra che possa essere modificata la sua regolamentazione almeno nelle piccole e media città. L’hukou fu introdotto nel 1958 per frenare un’urbanizzazione crescente, ma è diventato con il tempo, come scrive lo Shanghai Daily, «una fonte di crescente divario tra i residenti urbani e rurali. Il sistema rende inoltre difficile per i lavoratori migranti di godere di welfare in città».
In una una relazione distribuita ai mezzi di comunicazione prima dell’apertura dei lavori delle assemblee, veniva fornita l’indicazione al riguardo: «continueremo il percorso di urbanizzazione con caratteristiche cinesi e promuoveremo l’interazione positiva tra l’urbanizzazione e la costruzione di una nuova campagna».