Anche quest’anno, il Gaokao

In by Simone

Beichang jie, una stradina nei pressi di piazza Tian ‘an men, era gremita di macchine, polizia e molti studenti accompagnati dai genitori. La Beijing No.161 High School ospitava il Gaokao, l’esame nazionale di ammissione all’università, che quest’anno si è svolto il 7 e l’8 giugno. Centinaia di cavalieri che attraversano un piccolo ponte, è la metafora attraverso la quale è descritta la condizione dei dieci milioni di studenti che partecipano alla selezione statale per i circa sei milioni di posti nelle università.

La Cina tutta trattiene il respiro: i cantieri in prossimità delle scuole si fermano, il traffico viene deviato; i genitori cercano camere negli alberghi vicino le scuole per permettere ai figli di concentrarsi, programmi televisivi raccomandano di andare a dormire presto, mangiare frutta e vitamine per prepararsi alla prova. Reduci da un anno scolastico già molto stressante – le lezioni vanno dalle 8 alle 16, compreso il sabato, con pochissimo tempo libero che spesso viene riempito con ore aggiuntive di lezioni e corsi privati – i ragazzi studiano anche fino a dieci ore al giorno, riposando pochissimo e negandosi ogni tipo di svago.

L’atmosfera all’ingresso della scuola è tesa, c’è chi ripassa le ultime cose prima di entrare, chi sorride nervosamente, genitori commossi armati di macchine fotografiche per immortalare questo momento storico; non manca chi si sente male e viene allontanato dalla folla. Alle 8.30 i ragazzi sono tutti dentro per la prima prova scritta, il tema di cinese, che per la città di Pechino quest’anno è Le mie ali nascoste, titolo di una canzone della giovane cantante taiwanese Angela Chang. I genitori aspettano fuori, chiacchierando sul futuro dei propri ragazzi. Molti di loro non hanno potuto studiare: l’esame di oggi è anche una sorta di riscatto personale.

Per gli esaminandi il gaokao rappresenta uno spartiacque tra l’adolescenza e l’età adulta. «mi sento come se stessi diventando grande e acquisendo un senso di responsabilità» dice Xinran di una scuola superiore di Pechino. «Spero che l’esame mi permetta di ringraziare la società e i miei genitori e ricambiare per avermi fatto studiare» , dice Wang, che aggiunge, «perché partecipo al gaokao? Per dimostrare a me stesso che non sono uno stupido».
A cosa si può paragonare il gaokao? «È come scalare una montagna –  rispondono i ragazzi – è come raggiungere una vetta, uno dei momenti più importanti, sicuramente un ricordo indelebile per ogni cinese».
L’esame si svolge secondo il modello 3 + X, lanciato da Shanghai e Canton nel 1999 e dal 2001 adottato su scala nazionale: tre materie obbligatorie, cinese matematica e una lingua straniera (di solito inglese), seguito da una combinazione a scelta tra storia, geografia e politica per le specializzazioni umanistiche oppure fisica, chimica e biologia per quelle scientifiche. Il tema della composizione scritta varia a seconda delle province, municipalità e regioni. L’ammissione all’università dipende dal punteggio conseguito nelle diverse prove; gli esaminandi che raggiungono il punteggio più alto –zhuangyuan, letteralmente il migliore – scelgono di solito le università più rinomate, Qinghua e Beida di Pechino, Fudan di Shanghai e la Chinese University di Hong Kong. 

Concepito per favorire un’equa distribuzione di studenti in tutte le università della Cina, il primo Gaokao si tenne nel 1952; la traccia del tema scritto di cinese recitava: «il mio impegno nel lavoro extra scolastico dell’ultimo anno; parla dell’aumento della produttività e del risparmio». Le tracce degli anni ’50 riflettono il clima di costruzione del nuovo ordine politico ed economico basato sul modello sovietico: nel 1953 veniva richiesta la stesura del tema «descrivi un quadro rivoluzionario che conosci bene», nel 1956 «vivo in un’epoca felice», nel 1958 «la scena più emozionante del Grande Balzo in avanti». È del 1965 la traccia «Lettera al popolo vietnamita».

Con il lancio della Rivoluzione Culturale nel 1966 i corsi scolastici vengono sospesi per permettere agli studenti di «impegnarsi nella rivoluzione», per ripartire nel 1972, ma le ammissioni sono ancora basate su un sistema di raccomandazioni: a poter accedere agli studi sono principalmente persone affiliate politicamente o con una certa esperienza proletaria e politica. Nel maggio 1977 rivolgendosi alla Prima Conferenza Scientifica Nazionale, Deng Xiaoping sollecita «il rispetto per la conoscenza ed i talenti». Lo stesso anno è ripristinato il Gaokao, a cui sono ammessi a partecipare studenti di tutte le età e formazione scolastica: più di 5 milioni di uomini e donne tornano sui banchi di scuola per tentare la prova. In 270,000 passano l’esame; il più giovane ha 15 anni, il più grande 36. Tra di loro, anche i registi Zhang Yimou e Chen Kaige, ammessi all’Accademia del Cinema di Pechino.

Il Gaokao del 1977 segna un cambiamento fondamentale per la società cinese; se fino a quel momento era stato un modo per selezionare gli allievi più accademicamente e politicamente corretti, dagli anni ’80 comincia a prendere un orientamento più coerente con lo sviluppo economico e sociale auspicato dalla nuova linea politica, che insieme alla costruzione economica sottolinea la necessità di un aumento del numero di persone istruite e di personale altamente qualificato. Nelle composizioni scritte compaiono tracce di interesse più generale, quali tematiche ambientali e sociali. Criticate da molti per la difficoltà e l’incapacità di testare le abilità creative e di scrittura dell’esaminando, dal 2003 il tema scritto è differenziato per regione e riguarda esperienze più personali e introspettive.
Mentre Le mie ali nascoste ha lasciato perplesso più di qualche studente della capitale, nelle altre città cinesi i ragazzi si sono trovati ad affrontare temi quali il gusto personale e la moda nel Jiangsu, la generazione post-90 a Tianjin, la vita mi rende saggio nella regione dell’Anhui.