Amazon non si arrende e ci riprova in India con il food delivery

In Cina, Innovazione e Business by Redazione

Con quasi 500 milioni di utenti attivi registrati a giugno 2018, l’India è sicuramente, dopo la Cina, uno dei più grandi mercati digitali del mondo. Il gigante asiatico, forte anche di una corsa economica notevole, sta spingendo alla digitalizzazione del paese. Un’occasione importante per un settore che ha nel villaggio globale la sua linfa: l’e-commerce.

Tante le opportunità. Con una popolazione di 1,3 miliardi di abitanti, metà dei quali sotto i 25 anni, con un PIL in crescita del 6-7% annuo ed un ambiente favorevole per gli investimenti e modernizzazione, l’India sta diventando un mercato importante dove a contendersi il primato sono sia i big occidentali che cinesi.

Amazon e Alibaba, dopo aver vinto in molti mercati internazionali, ora si contengono il primato nel grande, e potenziale, mercato indiamo. Ma Alibaba è nettamente in vantaggio rispetto alla nemesi americana, senza contare che ora Amazon sta cercando di entrare in un business già di per se saturo: il food delivery.

Come riportato da numerosi media locali, Amazon lancerà il proprio servizio di consegna di cibo in ottobre durante il festival Diwali, uno dei più popolari nel paese.

Questo nuovo food delivery service sarà operativo dapprima nella città di Bangalore, per poi espandersi nelle altre principali metropoli del paese. Amazon lancerà il suo servizio attraverso Prime Now, la sua piattaforma di grocery delivery, dicono le fonti dell’aziende. Nel frattempo, il gigante a stelle e strisce è anche in trattativa con Foodpanda e UberEats, al fine di esplorare una potenziale partnership che potrebbe essere trasformata in un’acquisizione.

Amazon sta seguendo i passaggi di Alibaba. La mossa arriva in un momento in cui l’e-tailer statunitense continua a consolidare le sue attività indiane diversificando le sue offerte in uno dei più grandi mercati al dettaglio del mondo. Tuttavia il principale avversario di Amazon rimane ancora Alibaba, il colosso di Hangzhou, dopo aver monopolizzato la sua presenza nel sud-Est asiatico con l’acquisizione di Lazada, ha puntato l’India, ma i due giganti del commercio elettronico internazionale hanno lanciato diverse strategie in India.

In effetti, è stato l’approccio diversificato e gli investimenti capillari che hanno portato Alibaba davanti alla sua controparte americana.

La società di Jack Ma mira a replicare il successo ottenuto in casa. Basti pensare che nel tempo Alibaba ha investito circa 2 miliardi di dollari in questo mercato, non tanto nella sua piattaforma indiana, quanto piuttosto in startup. In primis Paytm, app che detiene il monopolio delle transazioni online, dalla cui costola è nato Paytm Mall.

Ma la corsa di Alibaba, che con la sua affiliata Ant Financial ora possiede il 40% di Paytm Mall, non si ferma qui. Fedele alla sua strategia di investimento per finanziare settori che possano abbracciare un alto numero di utenti, il colosso di Hangzhou supporta anche le due BigBasket e Zomato. Fondamentalmente le due principali piattaforme di food delivery indiane e diretti competitor di Amazon. Molti si chiedono quindi del perché Jeff Bezos abbia deciso di investire nella food-tech industry indiana, un settore che sì ha avuto una rapida crescita, ma è altresì saturo di piattaforme con leader di settore assai consolidati.

Inoltre i grocery services di Amazon, tra cui Prime Now e Amazon Pantry, non hanno avuto un reale successo, giacché competitor locali come Bigbasket e Grofers rimangono le opzioni preferite.

Sicuramente questo settore fa gola in tutti i sensi. Secondo un rapporto di RedSeer, la food-tech industry indiana ha registrato una crescita del 140% del volume lordo delle merci e una crescita del 176% degli ordini. Stando alle stime di Statista, questo mercato raggiungerà il valore di 5,7 miliardi di dollari entro il 2022. Un settore che ha fatto quindi gola ad Amazon e le sue decisioni sono finalizzate a conquistarne una fetta. Peccato che il tavolo sia già decisamente affollato. Aziende come Swiggy, BigBasket, Grofers o Zomato sono i player principali. C’è da chiedersi quindi non solo come Amazon riuscirà a respingere le bordate dei competitor, ma anche come potrà avere successo in un settore dove le sue stesse app di delivery food faticano a decollare.

Tanti i punti interrogativi, ma Amazon crede che l’aggiunta dei suoi delivery food services a Prime aiuterà il portale americano a costruire un ecosistema unico che non solo aumenterebbe la sua base di clienti premium, ma aumenterebbe anche le transazioni attraverso high-frequency services come, nello specifico, la consegna di alimenti a domicilio.

La dinamicità dell’ambiente digitale indiano ha fatto sì che il paese diventasse una grande occasione per molti attori nel settore,  ma Alibaba sembra avere una marcia in più rispetto a tutti i player. In questo contesto, molti esperti ritengono che la sfida vera e propria non sarà tra Amazon e Alibaba, bensì sarà una lotta casalinga tra due colossi cinesi: Alibaba e Tencent. Da una parte il marketplace di Jack Ma, dall’altra la redidiva industria gaming di Pony Ma e la nascita di Tencent India che, come Alibaba, sta portando avanti un’aggressiva campagna di investimenti proprio per minare la penetrazione di Alibaba.

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Di Cifnews

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