Oggi in Cina – HK, nulla di fatto tra studenti e governo

In by Gabriele Battaglia

Il primo incontro tra studenti e governo di Hong Kong svoltosi ieri in diretta tv si è risolto in un nulla di fatto. Tuttavia, cinque ventenni a colloquio con i potenti dell’ex colonia britannica sono già una vittoria del movimento. Le aspettative sul quarto Plenum. Pechino e Hebei unite dalla bassa qualità dell’aria. HK – NULLA DI FATTO
Nulla di fatto dopo il primo incontro tra studenti e governo di Hong Kong che si è svolto ieri in diretta TV. Ma il fatto che cinque ventenni fossero seduti di fronte ad altrettanti funzionari di alto livello, da pari a pari, dopo tre settimane di manifestazioni, è già una grande vittoria per il movimento. Proprio loro, gli studenti, sono stati i più duri nel criticare la controparte che a loro avviso non ha concesso aperture alla richiesta di rispedire a Pechino le linee guida per le elezioni del 2017 affinché siano modificate. In realtà, la signora Carrie Lam, numero due del governo di HK, il suo asso dalla manica l’aveva tirato fuori proponendo un percorso di lungo periodo: le elezioni del 2017 sono fuori discussione, si vota secondo le linee guida dettate da Pechino; ma inventiamoci intanto un metodo in vista delle elezioni del 2022 per raccogliere davvero le proposte dell’opinione pubblica e farle avere al governo centrale, cioè a Pechino. Gli studenti vogliono invece tutto e subito, quindi ora si ritorna alla piazza, dopo che l’alta corte di HK aveva definito il giorno precedente “illegali” i sit-in e ingiunto di rimuoverli.

COSA ASPETTARSI DAL QUARTO PLENUM?
Domani o dopodomani ne sapremo di più, ma il quarto plenum del 18° Comitato Centrale del Partito comunista cinese, dedicato allo Stato di diritto, ha uno scopo ben preciso: creare una società che funziona in base a norme chiare e condivise, senza però togliere ai suoi governanti la flessibilità necessaria a cambiare in corso d’opera.
Per questo motivo, sarà probabilmente “rule by law” invece di “rule of law”. Inoltre, di grande importanza, sarà la riforma delle corti periferiche, il cui controllo sarà sottratto all’ingerenza dei poteri locali e trasferito ai livelli più alti della gerarchia. In Cina, ci sono pochi giudici perché la professione è spesso vista come penalizzante: pochi soldi, poco status, zero scatti di carriera e intromissione dei funzionari locali nel lavoro delle corti. Allora, sottrarre i tribunali a questo controllo politico periferico (aggiungendoci magari incentivi alla professione) potrebbe rendere più efficiente un sistema che deve reggere l’aumento delle vertenze civili, delle cause penali, dei conflitti sul lavoro e sulle terre. Si tratta di riformare il sistema e renderlo più efficiente, non di cambiarlo secondo tradizione occidentale.

HEBEI VELENOSO
Pechino e otto città limitrofe sono state tra le 10 città cinesi con la peggiore qualità dell’aria nel terzo trimestre del 2014, anche se c’è stato un leggero miglioramento. Lo dice il ministero della Protezione Ambientale. Per questo motivo, la provincia dell’Hebei (quella che circonda la capitale)
chiuderà oltre 800 fabbriche inquinanti per quasi due settimane mentre i leader del mondo visiteranno la capitale per il vertice Apec del mese prossimo. E per l’inizio dell’anno prossimo è previsto il varo di una nuova legge ambientale che prevede pene più severe per gli inquinatori. Intanto però giunge notizia che la produzione di acciaio – cioè una delle più inquinanti e concentrata proprio nell’Hebei – ha raggiunto un nuovo record e, di fronte a un’economia in calo (7,3 per cento nel terzo trimestre), è dura sancire uno stop. Come tenere insieme ambiente e crescita?  

[Foto: Getty]