Yahoo non faccia la preziosa. Alibaba vuole comprare.

In by Simone

Qualche settimana fa Alibaba, azienda di e-commerce cinese, aveva annunciato di voler acquistare Yahoo! Negli Stati Uniti molti analisti lo avevano ritenuto un pericolo per la privacy degli americani. Ieri Jack Ma, il presidente di Alibaba Group, ha fatto sapere di aspettarsi a breve una risposta alla sua offerta circa l’acquisto del colosso Internet statunitense, sottolineando che i ritardi nelle operazioni potrebbero nuocere ad entrambe la parti. Il China Daily ha dedicato un focus alla vicenda, tra aspettative cinesi e reazioni degli Usa.
La volontà di sviluppare il proprio soft power è stata più volte annunciata dalla Cina e legittimata dall’ultimo incontro del Comitato Centrale del Partito Comunista. Si tratta di una tendenza già in atto, specie nell’ambito delle relazioni economiche. Un anno fa una cordata di cinesi provò ad acquisire Newsweek senza successo. Ai cinesi rimase l’amaro in bocca, ma non si diedero per vinti.

Così quando Yahoo! ha annunciato di essere in crisi, Alibaba – colosso cinese di cui Yahoo! ha una percentuale – ha inoltrato immediatamente la richiesta di acquisto. Dapprima abbozzata, l’offerta è diventata ben presto realtà. Dopo qualche settimana di polemiche, la trattativa si è fatta avanzata: ieri Jack Ma, presidente di Alibaba, ha fatto sapere di avere bisogno di una risposta rapida da parte di Yahoo! I soldi, ci sono, da verificare è la volontà di vendere un pezzo di storia americana dell’Internet ai cinesi. Il China Daily ha dedicato un ampio articolo alla trattativa.

Jack Ma, presidente di Alibaba, ha specificato alla All things digital di Hong Kong, che il denaro non è il più grande ostacolo a ciò che sarebbe “una splendida acquisizione di un importante player tecnologico degli Stati Uniti da parte di una società cinese: la finanza non è mai un problema. Oggi il mercato non è buono ma i soldi ci sono. Il problema è quello che vogliono fare quelli di Yahoo!”.

Non abbiamo cambiato idea – ha specificato Jack Ma – se loro sono disponibili anche solo a vendere una parte, va bene. Se vogliono vendere tutto, va bene lo stesso, basta che si diano una mossa”.

Il 43 per cento di Alibaba è già di proprietà di Yahoo! ed è considerata una delle sue migliori risorse. Ma la società cinese, ha scritto il China Daily, ormai “sente di aver ampiamente superato il proprio partner americano”. Si dice che Jerry Yang, co-fondatore di Yahoo!, e Jack Ma siano buoni amici, ma di fronte alle domande dei cronisti negli Usa, “il dirigente degli Stati Uniti ha eluso le domande circa le intenzioni di Yahoo!”.

Alla domanda se l’acquisizione di Alibaba potrebbe essere l’opzione migliore per Yahoo!, Yang ha risposto durante una conferenza organizzata dal Wall Street Journal: “ci sono molti modi per creare valore e finora non abbiamo escluso ogni possibilità: ho visto crescere l’azienda da zero fino a  dove siamo ora e posso onestamente dire che la vera ambizione per me è vedere Yahoo! raggiungere il potenziale che è in grado di raggiungere”.

Nel frattempo, Yang ha detto che la società continua la ricerca di un nuovo amministratore delegato, dopo la rottura con Carol Bartz il mese scorso.
 
Alibaba Group è invece uno dei più grandi siti internet di e-commerce business to business al mondo. Il suo fondatore, Jack Ma è considerato un manager integro, affidabile e visionario. Decise di chiamare così la sua azienda dopo aver chiesto in un ristorante a San Francisco, a persone sconosciute, cosa pensassero alla parola Alibaba. Tutti rispondevano: i quaranta ladroni. Jack Ma intuì che il nome poteva essere conosciuto e immediatamente ricordato in tutto il mondo: “Alibaba non era un ladro, era un uomo gentile che si occupava di business”, dirà tempo dopo sul sito.

Alibaba che ha base ad Hangzhou, sudest cinese, ha circa 56 milioni di utenti registrati nei 240 paesi nei quali opera, e circa 13500 dipendenti. Nel 2005 Yahoo! comprò il 40 per cento delle azioni dell’azienda quotata ad Hong Kong, lasciando nelle mani di Jack Ma tutte le sue operazioni asiatiche.

Un’altra storia di successo cinese, che prova ormai ad espandersi oltre la Grande Muraglia.