Beijing Besieged by Waste nasce da una ricerca portata avanti dal fotografo Wang Jiuliang. Il regista si è talmente appassionato che ha costruito una mappa delle discariche che circondano Pechino. Ne ha trovate e mappate 460. China Files vi regala un ‘per saperne di più’ di Urban Asia, la rivista gratuita per iPad e a 3€ per Kindle.
“L’argomento del film, almeno superficiamente, è l’immondizia. Ma quello che realmente volevo indagare è il problema dell’urbanizzazione. Il punto è che le problematiche legate alla spazzatura, all’espanzione delle città e al consumismo sono tutte interconnesse.”
Wang Jiuliang
Non è difficile immaginare che Pechino con i suoi 20 milioni e passa di abitanti produca una quantità inverosimile di immondizia. Beijing Besieged by Waste nasce da una ricerca portata avanti dal fotografo Wang Jiuliang dall’ottobre del 2008 fino a tutto il 2010. Ma la sua potenza è stata tale che è riuscito addirittura a influenzare il governo cinese.
Il film è stato incluso nei documenti interni dell’agenzia di stampa governativa Xinhua e pare sia stato addirittura visionato dall’ex premier Wen Jiabao. Il regista è convinto che proprio a seguito del suo lavoro il controllo e lo smantellamento delle discariche intorno alla capitale sia stato intensificato. Un fatto è che ad aprle 2011 il governo della municipalità di Pechino ha stanziato sul recupero dei campi utilizzati come discariche abusive oltre un miliardo di euro.
Il punto è che il regista, che prima di quest’esperienza era soltanto un fotografo che voleva documentare il problema della spazzatura a Pechino con qualche scatto, si è talmente appassionato costruire una mappa delle discariche (legali e illegali) che circondano Pechino incrociando tutti i dati a sua disposizione. Ne ha trovate e mappate 460.
Ha usato le immagini satellitari di Google Earth e ha seguito in motocicletta i camion della spazzatura che attraversavano la città. Alla fine ha percorso 17mila chilometri e ha vissuto intere giornate con quelle comunità la cui vita gira attorno alle discariche illegali. Gente che con la monnezza si è costruita una casa, persone il cui unico reddito dipende dalla separazione e dalla rivendita dei materiali da riciclo in barba qualsiasi principio di norma igenico-sanitaria.
E, sopra a tutto questo, una quotidianeità che non è mai mutata. Così mandrie e greggi pascolano liberamente sui rifiuti, i bambini giocano e si addormentano su montagne di plastica e le acque piovane ingrassano terreni e corsi d’acqua di sostanze tossiche. E l’immondizia – appena espulsa – torna a inserirsi nel ciclo alimentare della città.