Un parco tematico sul tetto del mondo

In by Simone

Un parco a tema di 800 ettari celebrerà i rapporti tra Cina e Tibet sul tetto del mondo. Un progetto da quasi quattro miliardi di euro con cui Pechino segna il destino turistico della città di Lhasa. I lavori sono cominciati ieri. Sono iniziati ieri 8 luglio, a Lhasa, i lavori per la costruzione di un grande parco a tema sulla cultura tibetana. Il parco, del costo di poco meno di quattro miliardi di euro, sarà ad uso e consumo dei turisti, che Pechino spera di attirare in gran numero.

Il progetto è stato iniziato dopo mesi di incidenti durante i quali decine di tibetani si sono tolti la vita dandosi alle fiamme in pubblico in segno di protesta contro l’oppressione del governo.

Il quotidiano britannico The Guardian dato notizia del progetto riportando le parole di Ma Xinming, vice sindaco della città di Lhasa, secondo il quale “il parco coprirà ottocento ettari in un’area a solo un miglio dal centro città” e “migliorerà la capacità della capitale tibetana di attirare turisti, diventando un punto di riferimento per la sua industria culturale”.

Non mancheranno i riferimenti alle passate connessioni fra Han e tibetani. Il vice sindaco ci ha tenuto ha sottolineare come il parco avrà delle attrazioni incentrate sulla figura della “principessa Wencheng, nipote di un imperatore della Dinastia Tang che nel settimo secolo D.C. sposò un re della Dinastia tibetana dei Yarlung”.

Una storia che è stata eletta dalle autorità cinesi a parabola dell’armonia fra le etnie” hanno scritto i media inglesi.

La funzione educativa in chiave pro governo è stata notata anche dal South China Morning Post, per il quale “Pechino ha usato la storia per illustrare le strette connessioni storiche esistenti fra la Cina e il Tibet”.

Ci saranno anche degli “show all’aperto sulla principessa, insieme a delle strutture per l’educazione e il tempo libero”.

Secondo quanto riportato dalla stampa di Hong Kong, “l’amministrazione della regione punta ad avere dieci milioni di visitatori quest’anno, producendo rendite per un valore di un miliardo e mezzo di euro”.

Potrebbe anche riuscirci, se è vero che “rispetto all’anno scorso, nei primi mesi del 2012 il turismo è cresciuto del 25,7 per cento”.

Tali obbiettivi non hanno però impedito al governo di bandire gli stranieri per un tempo indefinito dal visitare queste aree.

Chi andrà a visitare il parco a tema potrà anche trastullarsi con una “vera” esperienza tibetana. Il Guardian ha infatti riportato che “oltre a creare una città del turismo internazionale in stile svizzero, il piano prevede la costruzione di 22 ‘villaggi modello’, dove i turisti avranno la possibilità di risiedere in famiglia”.

Il parco a tema è arrivato dopo mesi nei quali si è andata diffondendo la pratica delle auto immolazioni: decine di tibetani si sono tolti la vita dandosi fuoco per le strade di varie città.

Un segno di protesta estremo – e secondo qualcuno scarsamente utile – contro le autorità Han, accusate da alcuni movimenti pro Tibet di perseguire la distruzione della cultura locale.

Sulla questione dei suicidi è ritornato anche il Dalai Lama, leader spirituale e, per certi versi, anche politico del movimento tibetano all’estero. In un’intervista pubblicata oggi 9 luglio da The Hindu, l’anziano monaco, che fuggì in India negli anni Cinquanta, ha descritto la questione come “molto delicata”.

La verità è che se faccio un commento positivo i cinesi immediatamente mi tirano addosso tutte le colpe” ha detto il Dalai, aggiungendo però che “se dico qualcosa di negativo, le famiglie di quelle persone si sentiranno molto tristi. Hanno sacrificato le loro vite. Non è facile”.

Per questo motivo, per lui la cosa migliore sarebbe la neutralità.

* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: ejiusa.com]