The Leftover of the Day – Il paradosso del lavoro insoddisfacente

In by Simone

Necessario strumento di autosupporto per digerire i fraintendimenti e le inquietudini quotidiane. Quando ogni sforzo di dialogo interculturale cede davanti alla bieca logica capo-dipendente.
8 luglio 2010, 13:16
Il paradosso del lavoro insoddisfacente

Giorni di sconforto si alternano a giorni di noia e a giorni di rabbia e frustrazione.
Questo tizio è un po’ lento, ormai si è capito, e si è capito anche che in parte non è nemmeno del tutto sua la colpa.
È da tre settimane che aspetta gli pubblichino un pezzo sulle intercettazioni.
Gli hanno chiesto qualcosa di “spicy” da aggiungere all’articolo. Lui mi chiede se c’è qualcosa di “funny” e io con la bocca piegata in una smorfia amara gli dico che di divertente non c’è proprio nulla.
Per non offendermi la ributta su quelli di Tokyo dicendo che non sanno nulla dell’Italia e che giocano su pregiudizi e banalizzazioni. Non è che la cosa sia sorprendente, figuriamoci. Mi spiega che da Tokyo si aspettano pezzi brillanti dall’Italia e io penso che con lui è proprio un’impresa disperata.

Poi gli mostro un’agenzia sulla cattura del boss Pagano – ancora provo a fare proposte che puntualmente vengono poggiate sulla sua scrivania – e ricomincia con la serie di domande da bar sport: questo governo sta davvero combattendo la mafia? Sta facendo meglio o peggio dei precedenti? La migliore è: a che punto siamo nella lotta alla mafia?
Non lo biasimo, ma non posso non deprimermi.
Poi è paradossale: dovrei essere felice di avere un lavoro vista la situazione generale, ma non mi fanno lavorare come vorrei e ultimamente non si capisce nemmeno più a che servo e arrivo persino a chiedermi: quanto durerà questo ufficio di corrispondenza?
Era partito agguerrito e ora si è solo spento. Boh.

*Lavoro per un giornale giapponese, ma in Italia. Non parlo giapponese, ma passo le giornate a discutere con un giapponese: il mio capo. Ne ho cambiati diversi, eppure molte questioni sono rimaste le stesse. Ce n’è una, poi, a cui proprio non so dar risposta: che ci faccio qui? (senza scomodare Chatwin per carità)