Thailandia – Hostess transessuali ad alta quota

In by Simone

La compagnia P.C. Air ha assunto quattro hostess transessuali, in servizio su rotte dell’Estremo Oriente. La notizia ha destato scalpore dentro e fuori la Thailandia, il paese col più alto numero di transessuali pro capite.
Allacciate le cinture di sicurezza, perché la decisione di una compagnia area thailandese, la P.C. Air, di assumere quattro transessuali nel suo equipaggio di cabina causerà quasi certamente delle turbolenze.

La notizia viene da un orgoglioso Peter Chan, il presidente della novella compagnia, che alcune settimane fa ha effettuato il suo volo inaugurale da Bangkok alla località balneare di Surat Thani, il quale tende a sottolineare la speranza che questa “politica di uguaglianza” segni l’inizio di un nuovo trend per promuovere pari opportunità per la comunità trans di tutto il mondo.

Le hostess transessuali, spiega Chan, “potrebbero essere in grado di fornire un servizio migliore perché capaci di comprendere sia uomini che donne” e aggiunge che il contratto firmato dalle sue nuove reclute comprende una clausola speciale che le obbliga a “muoversi, camminare e parlare sempre come delle donne.

Che il via libera ad assistenti di volo transessuali venga da una compagnia thailandese non è un caso: la Thailandia è considerata il paese con il più grande numero pro capita di transessuali al mondo e l’industria chirurgica per i cambiamenti di sesso locale, famosa in tutto il mondo per gli standard di professionalità e i prezzi contenuti, si dice sia in continua crescita.

La società thailandese dal suo canto, moderata dalla dottrina buddista, è estremamente tollerante nei confronti dei diversi orientamenti sessuali. Travestiti e transessuali sono parte del quotidiano per chiunque in Thailandia, e il “terzo sesso”, come vengono solitamente chiamati, è diventato qualcosa di più che un divertente neologismo, al punto che istituzioni come una nota scuola nel nord del paese, la Chiang Mai Technology School, pur costringendo gli studenti transessuali a indossare la stessa uniforme dei maschi, hanno aperto da anni all’interno delle loro strutture una terza sezione di toilette per tutti coloro che non si sentono a proprio agio nelle altre due.

Professionalmente, i transessuali thailandesi sono soliti ad affermarsi in mestieri legati alla sensibilità femminile, che hanno usualmente a che fare con il mondo dell’estetica, della moda o dello spettacolo, mentre nelle località turistiche sono i protagonisti assoluti di gettonatissimi spettacoli di cabaret costruiti proprio per stupire e scioccare gli stranieri con la loro bellezza delle loro “reginette”.

Belli e spesso dotati una femminilità sorprendente, tanti transessuali thailandesi finiscono col trovare impiego nell’industria del sesso locale, mentre internazionalmente sono i più temuti concorrenti nei concorsi di bellezza trans.

Thanyarat Chirapatpakorn, la ventitreenne hostess transessuale che la P.C. Air sembra sfoggiare come il suo fiore all’occhiello, viene proprio dal mondo dello spettacolo, avendo dapprima vinto il celebre premio Tiffany nel 2007 ed essendo quindi arrivata ad aggiudicarsi delle parti di relative importanza in alcune telenovele locali.

Un video promozionale della compagnia studiato su misura per lei ripercorre infatti i momenti più salienti della sua biografia, partendo dai tempi in cui era un maschietto come tanti altri, fino a raggiungere, in quella che è dipinta come un’escalation di glorie, l’incoronazione a hostess.

Per apprezzare appieno la portata della provocazione di P.C Air è importante sottolineare come quello della hostess sia uno dei mestieri più ambiti dalle ragazze thailandesi, al punto che alcune attrici locali hanno dismesso i loro abiti di scena pur di indossare la divisa dell’assistente di volo.

Thanyarat Chirapatpakorn ha descritto la sua assunzione alla P.C. come “un sogno che diventa realtà”.
Ma è proprio l’intensa campagna pubblicitaria con cui la compagnia sembra avere sfruttato l’assunzione delle sue particolarissime hostess a destare dei sospetti sulla vera natura della trovata di P.C. Air.

Accuse da cui Peter Chan – un nome pure fittizio, con cui preferisce essere chiamato Piyo Chantraporn – si difende dicendo che l’idea è nata spontaneamente dopo l’arrivo di oltre a un centinaio di domande da parte di aspiranti hostess transessuali.

Fatto sta che la notizia ha fatto il giro dei giornali del mondo, causando reazioni che vanno da “La Thailandia guida il mondo verso un futuro di accettazione” a “Voglio vedere quando atterrano in Pakistan” – una provocazione, quest’ultima, da una parte legittima e condivisa persino da alcuni critici all’interno dell’industria aeronautica, visto che il governo thailandese, nonostante l’apertura sociale nei confronti dei trans, non li riconosce neanche dopo la chirurgia, imponendo il mantenimento della sessualità d’origine nei documenti d’identità.

Per adesso, la P.C. Air apre con dei voli charter tra la Thailandia e altri paesi dell’Estermo Oriente, ma l’ambizione e l’intenzione di espandere le proprie rotte al resto mondo non sembrano mancare: per un Roma-Bangkok in compagnia di queste hostess d’eccezione, non resta quindi che attendere.

[Pubblicato su sky.it] [Foto credit: pangender.net]

* Edoardo Siani vive in Thailandia dal 2002. Lavora come insegnante di inglese e di italiano e come interprete per la polizia locale. Sta raccontando gli anni trascorsi in uno slum di Bangkok in un libro.