Sull’oppio, un’accesa diatriba furoreggiava dal Cinquecento tra erboristi, medici, fisici, accademici. La questione che li animava si può sintetizzare con la domanda: l’oppio fa bene o fa male? Quella dissertazione, che coinvolse tra le altre la città di Napoli, ricorda molto da vicino un’altra trattazione che dell’oppio si fece nel XVI in Cina: parliamo del Bencao Gangmu 本草纲目 (Compendio di materia medica) redatto da Li Shizhen 李时珍 (1518-1593), erborista medico e naturalista cinese
Pillole di Cina – Hong Kong un porto profumato…di oppio
Nel 1810, quando con l’aiuto di funzionari corrotti ormai l’oppio entrava a fiumi in Cina venduto da contrabbandieri cinesi e mercanti senza scrupoli inglesi, malesi e americani, e fiorivano dappertutto le fumerie, un editto imperiale decretava: «L’oppio è un pericolo. Per debellarne il traffico, nella primavera del 1839 fu inviato a Canton l’incorruttibile Lin Zexu, come commissario imperiale