L’ipotesi degli inquirenti, ovvero che i cinque avessero incoraggiato gli scontri intercomunitari tra dalit e marathi dell’inizio dell’anno, sembra già scricchiolare in assenza di prove concrete a carico degli accusati. Un copione che ricalca l’assurda vicenda di altri cinque attivisti per i diritti umani dei carcerati, dei dalit, dei tribali indiani – «adivasi» – e di chi lotta per la salvaguardia dell’ambiente in India, arrestati con la medesima accusa il 6 giugno