Sinologie – La fantascienza in Cina come genere letterario

In Sinologie by Redazione

Introduzione

L’obiettivo di questo elaborato è quello di analizzare il recente fenomeno della letteratura di fantascienza in Cina attraverso la traduzione e il commento critico del racconto Io, chi sono? (Wo shi shei 我是谁, 2006) di He Xi (何夕, 1971-), un lavoro che ben rappresenta uno degli autori di spicco del panorama fantascientifico cinese.

Il primo capitolo è dedicato all’analisi storica del genere letterario della fantascienza, dalla sua nascita in Occidente fino al suo arrivo in Cina. Si definiscono inizialmente le caratteristiche che determinano il genere e le modalità con cui si è sviluppato in Europa e negli Stati Uniti, dalle sue origini nel XIX secolo ad oggi, così da osservare l’influenza che queste hanno avuto nel panorama letterario cinese. Successivamente si passa all’analisi dello sviluppo del genere in Cina: il suo ingresso tra fine Ottocento e inizio Novecento attraverso le prime traduzioni; l’interesse crescente degli intellettuali; la pubblicazione dei primi lavori originali; i primi importanti autori della Repubblica Popolare Cinese; le fasi alterne di chiusura e apertura politica e, infine, la crescita esplosiva del genere dagli anni Novanta in poi, andata di pari passo con l’incessante sviluppo economico e tecnologico del paese.

Il secondo capitolo tratta nel dettaglio dell’autore, He Xi, e del racconto tradotto in questo elaborato. Vengono introdotti lo scrittore, il suo approccio al genere e i temi trattati nelle sue opere. Temi che vengono dettagliatamente esaminati nell’analisi critica del racconto Io, chi sono?. Il lavoro di traduzione del testo cinese viene poi analizzato nella parte relativa al commento traduttivo, in cui vengono esposte le scelte effettuate, spiegandone le motivazioni, e illustrate le soluzioni ai problemi riscontrati in fase di traduzione.

Nel terzo capitolo vengono passate in rassegna le varie traduzioni della letteratura fantascientifica cinese in Italia. Il numero delle pubblicazioni italiane di racconti cinesi del genere fantascientifico, i cui primi esempi si possono già trovare nella seconda metà degli anni Ottanta, è cresciuto esponenzialmente dai primi anni Duemila. Inizialmente attraverso le ritraduzioni delle traduzioni inglesi e successivamente con le traduzioni dei testi originali cinesi, collane editoriali come Urania e Future Fiction hanno permesso alla fantascienza cinese di diffondersi e di venire apprezzata anche in Italia.

La parte finale dell’elaborato è costituita dalla traduzione italiana del racconto Io, chi sono? (Wo shi shei 我是谁) di He Xi, pubblicato per la prima volta nel 2006 sulla principale rivista di fantascienza cinese, Kehuan shijie (科幻世界, Il mondo della fantascienza). Il racconto è incentrato sulle vicende di una coppia di amanti e sulle avversità che questi si trovano ad affrontare in un mondo futuro dominato da una tecnologia pervasiva e totalizzante. L’autore cerca così di riflettere sui limiti di una società fortemente tecnologica che sotto molti aspetti è già molto simile alla nostra.

Mentre altri autori della generazione di He Xi sono già stati tradotti in varie lingue, quest’ultimo ha ricevuto invece una scarsa attenzione al di fuori dei confini domestici, nonostante goda di discreta fama in patria.

1.1. “Fantascienza”: definizione e storia del genere letterario

“Fantascienza” – dall’inglese science fiction, spesso abbreviato in sci-fi o SF – indica oggi un genere letterario, cinematografico e degli altri media contenente determinati elementi che rendono chiaro al lettore che il mondo narrato nelle opere del genere è differente dal proprio mondo. Questi elementi sono rappresentati da tecnologie, abilità o vite extraterrestri non presenti nella realtà che però possono essere spiegati in termini scientifici a patto che il lettore attui una certa “sospensione dell’incredulità”. Tali elementi vengono definiti dal critico letterario Darko Suvin come novum. Questa definizione moderna del genere, che appare dunque piuttosto complessa, è necessaria per far sì che la fantascienza non venga confusa con il genere più generico della narrativa fantastica di cui fa parte essa stessa.

Le radici del genere affondano nella mitologia e nei racconti fantastici della tradizione letteraria, in cui l’elemento chiave è rappresentato in primis dal rapporto tra uomo e natura e successivamente dal rapporto tra l’uomo e le sue invenzioni tecnologiche e scoperte scientifiche. Nonostante trovare un effettivo punto d’origine del genere non sia per nulla semplice e il dibattito sia tuttora vivo, la maggior parte degli studiosi sembrano concordi nel far coincidere la nascita della fantascienza moderna con la pubblicazione nel 1818 del classico della letteratura gotica Frankenstein o il moderno Prometeo di Mary Shelley (1797-1851), genere che è poi cresciuto in popolarità grazie ai romanzi scientifici della seconda metà dell’Ottocento e di inizio Novecento di autori come Jules Verne (1828-1905) e H. G. Wells (1866- 1946).

Lo sviluppo del genere fantascientifico è strettamente legato all’evoluzione tecnologica avvenuta nei paesi occidentali a partire dal XVIII secolo con la rivoluzione industriale. Ma l’effettiva diffusione del genere letterario della fantascienza e il suo riconoscimento come tale si avrà però soltanto negli anni Venti del XX secolo: nel marzo del 1926 viene pubblicato negli Stati Uniti il primo numero di Amazing Stories, prima rivista letteraria dedicata esclusivamente alla fantascienza, ideata dall’editore Hugo Gernsback (1884-1967), il quale indicherà il genere con il termine scientifiction, poi science fiction.

La vera Epoca d’oro (Golden Age) della fantascienza si avrà poi tra la fine degli anni Trenta e gli anni Cinquanta. Lo scrittore statunitense John W. Campbell (1910-1971) diviene redattore e curatore editoriale della rivista Astounding Science-Fiction nel 1937 e grazie a lui verranno pubblicati i primi lavori di autori fondamentali della fantascienza hard, o hard sci-fi, ramo della fantascienza caratterizzata dall’enfasi per il dettaglio e l’accuratezza scientifica, come Isaac Asimov (1920-1992), Robert A. Heinlein (1907-1968), Arthur C. Clarke (1917-2008) e altri.

Tra gli anni Sessanta e Settanta si assisterà a un ulteriore evoluzione del genere che contribuirà a renderlo maggiormente eterogeneo e sfaccettato. Gli autori di fantascienza, alla ricerca di nuovi temi e modalità narrative, danno vita a una corrente letteraria più sperimentale ed eversiva che prenderà il nome di New Wave: la rivista britannica New Worlds, sotto la direzione dello scrittore inglese Michael Moorcock (1939-), con la pubblicazione di lavori di autori come J. G. Ballard (1930-2009) e Brian Aldiss (1925-2017), dà il via a un filone indicato anche come fantascienza soft, o soft sci-fi, che, in contrapposizione alla hard sci-fi, cercherà di staccarsi dalle consuetudini della fantascienza tradizionale per trattare temi più strettamente legati alle scienze sociali e all’influenza della tecnologia sulla mente umana, sulla società, sulla sessualità e sul rapporto con le religioni attraverso stili narrativi più moderni e avanguardistici presi dalla letteratura modernista. Tra gli autori più influenti della corrente New Wave si ricordano Philip K. Dick (1928-1982), Ursula Le Guin (1929-2018) e Stanislaw Lem (1921-2006), oltre a precursori come Ray Bradbury (1920-2012) o Theodore Sturgeon (1918-1985).

Anche il cinema di fantascienza giocherà un ruolo fondamentale per lo sviluppo e la diffusione del genere. È in questo periodo infatti che escono nelle sale statunitensi due film che, per motivi differenti, segneranno la storia del cinema non soltanto di fantascienza: 2001: Odissea nello spazio (1968) di Stanley Kubrick (1928-1999) e Arthur C. Clarke, e Star Wars.

(1977) di George Lucas (1944-). Il cinema fantascientifico dagli anni Sessanta in poi, un cinema che prende ispirazione sia dalla letteratura che dai fumetti e dalla televisione, crescerà in maniera esponenziale anche grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie in campo visivo e cinematografico, tanto che oggi, dei dieci film con maggiore incasso nella storia del cinema, sette rientrano nel genere della fantascienza.

Tornando al campo letterario, dagli anni Ottanta in poi il genere continuerà a crescere e a differenziarsi in numerosi sottogeneri sotto l’influenza dei successi cinematografici e degli sviluppi tecnologici come la nascita dei personal computer e di internet. Le nuove tecnologie informatiche, fuse con elementi della cultura popolare giapponese come manga e anime, sono il tema centrale della corrente letteraria di maggior successo tra gli anni Ottanta e Novanta, il Cyberpunk, il cui maggior esponente è l’autore William Gibson (1948-) con il suo romanzo d’esordio Neuromante (1984). Questo filone sarà quello che forse più influenzerà il genere negli anni a venire, anche se tanti altri, come i più classici sottogeneri della space opera o della distopia, continueranno a svilupparsi e a modificarsi nel corso del tempo.

Il genere della fantascienza è dunque tuttora in crescita, ed è una crescita anche in termini geografici. In molti paesi si assiste a un aumento di pubblicazioni di opere fantascientifiche, e la Cina è senza dubbio il paese in cui il genere sta crescendo più rapidamente, una crescita che va di pari passo con il progresso tecnologico e scientifico nazionale.

1.2. Nascita e sviluppo della fantascienza in Cina: dall’inizio del XX secolo agli anni Sessanta della Repubblica Popolare

Il termine cinese moderno che indica il genere fantascientifico è “kexue huanxiang” (科学幻想), comunemente abbreviato in “kehuan” (科幻). Questo termine, che tradotto letteralmente risulterebbe come “fantasia scientifica”, viene coniato soltanto dopo il 1949 con la fondazione della Repubblica Popolare Cinese (Zhonghua Renmin Gongheguo 中华人民共和国), quando negli anni Cinquanta vengono tradotte in Cina le opere di fantascienza provenienti dall’Unione Sovietica.

La storia della fantascienza in Cina è strettamente legata alla storia nazionale del Paese. Alla fine dell’Ottocento la dinastia Qing (Qing chao 清朝), regnante dal 1644, si trova ad affrontare un processo di modernizzazione forzata dopo aver subito durante tutto il corso del secolo una serie di sconfitte militari e di umiliazioni da parte delle potenze europee occidentali che quel processo l’avevano già avviato attraverso la rivoluzione industriale. Compreso che la chiave per la modernizzazione è rappresentato dall’innovazione scientifica e dallo sviluppo tecnologico, gli intellettuali cinesi dell’epoca iniziano a promuovere un letteratura volta al rinnovamento sia culturale che scientifico. Tra questi spiccano alcune tra le figure più importanti del panorama intellettuale cinese come Liang Qichao (梁启超, 1873-1929), Lu Xun (鲁迅, 1881-1936) e successivamente Mao Dun (茅盾, 1896-1981), i quali si dedicheranno alla traduzione di opere fondamentali della fantascienza occidentale come quelle di Verne e Wells e ispireranno altri autori a scrivere di fantascienza: è del 1904 il primo romanzo fantascientifico cinese intitolato Racconti dalla colonia lunare (Yueqiu zhimindi xiaoshuo 月球殖民地小说) di Huangjiang Diaosou (荒江釣叟, “Vecchio pescatore del fiume desolato”, il vero nome dell’autore è rimasto sconosciuto).

Lo stesso Liang Qichao pubblica nel 1902 sulla sua rivista letteraria Xin xiaoshuo (新小说, La nuova narrativa) il romanzo Il futuro della Nuova Cina (Xin Zhongguo weilai ji 新中国未来记), in cui immagina la nazione cinese nel 1962. Nell’opera non vi solo elementi riconducibili alla fantascienza, ma è un esempio di quanta importanza svolga in questo periodo l’immaginazione di un futuro migliore per la nazione e per il popolo cinese.

Il forte interesse verso la fantascienza è inoltre sottolineato da Lu Xun nella prefazione della sua traduzione del 1903 del romanzo Dalla Terra alla Luna (1865) di Jules Verne:

Il più delle volte le persone normali si annoiano delle tediose esposizioni scientifiche. Su opere simili i lettori si appisolano prima di riuscire a finirle. È semplicemente inevitabile, perché sono costretti a studiarle, a esaminarle con attenzione. Solo ricorrendo alla presentazione narrativa, e rivestendole di abiti letterari, le opere scientifiche possono evitare di essere tediose continuando a proporre analisi razionali e teorie profonde… Per quando riguarda la narrativa cinese, se parliamo di racconti d’amore, storici, sociali e fantastici, sono troppo numerosi da elencare. Tuttavia, solo la fantascienza è rara come le corna di unicorno, il che dimostra in un certo modo la povertà intellettuale dei nostri tempi. Allo scopo di colmare il divario nel mondo delle traduzioni e incoraggiare il popolo cinese a compiere degli sforzi di comune accordo, è imperativo iniziare con la fantascienza.

Dalle parole di Lu Xun appare chiara la funzione strumentale e di promozione di nuovi valori e concetti della letteratura non solo di fantascienza, funzione che accompagnerà il genere fantascientifico durante il suo sviluppo negli anni a seguire.

Nel 1912 cade l’impero Qing e nasce la Repubblica di Cina (Zhonghua Minguo 中华民国). Nei primi anni della Repubblica si assiste a una diminuzione della presenza del genere fantascientifico nelle riviste letterarie a favore di una narrativa maggiormente realista, ma i lavori di autori di fantascienza continueranno ad essere pubblicati in nuovi periodici dedicati esclusivamente alla narrativa popolare e alla popolarizzazione scientifica.[3] Un’altra importante opera fantascientifica all’interno del panorama cinese viene infatti pubblicata a puntate tra il 1932 e il 1933 sulla rivista Xiandai (现代, Modernità). Si tratta del romanzo satirico Città di gatti (Mao cheng ji 猫城记) di Lao She (老舍, 1899-1966), che attraverso la descrizione di una popolazione di uomini-gatto abitanti di Marte critica tutti i vizi e i difetti della sua Cina contemporanea. Durante gli anni Quaranta altri autori si avvicinano alla letteratura di fantascienza, come ad esempio Gu Junzheng (顾均正, 1902-1980), primo autore cinese a scrivere opere di vera fantascienza hard.

Con la fondazione della Repubblica Popolare Cinese nel 1949 il genere assume finalmente un ruolo ben definito e istituzionalizzato all’interno della narrativa popolare. Ispirandosi all’esperienza Sovietica, alla fantascienza verrà data la duplice funzione di letteratura educativa per l’infanzia e di divulgazione scientifica e ideologica carica di un forte carattere patriottico, narrando per lo più di viaggi nel futuro o nello spazio e spiegando la scienza e la tecnologia descritti nei racconti. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta vengono pubblicate un gran numero di opere del genere, come quelle di autori quali Zheng Wenguang (郑文光, 1929-2003) e Tong Enzheng (童恩正, 1935-1997), ma in questa fase il genere viene di fatto relegato dai critici letterari a semplice letteratura di formazione per ragazzi e si tratterà per lo più di una narrativa scientifica piuttosto che fantascientifica.

Dal 1966, con l’inizio della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria (Wuchan jieji wenhua dageming 无产阶级文化大革命), il genere fantascientifico, come la letteratura tutta, subisce un forte contraccolpo. Per via dell’eccessivo controllo e della censura messi in atto delle autorità, la pubblicazione di materiale che differisca anche solo leggermente dalle linee del partito è praticamente impossibile. Sarà solo con la morte di Mao Zedong (毛泽东, 1893-1976) e con l’eliminazione della Banda dei quattro che nel 1976 verrà posta fine alla Rivoluzione Culturale. Negli anni a seguire, grazie anche alle nuove politiche di apertura e di rinnovamento del Paese, fiorirà una nuova letteratura, non solo fantascientifica, dotata di grande libertà creativa.

*Edoardo De Virgiliis (edoardo.devirgiliis@gmail.com), abruzzese di Chieti, ha conseguito la laurea magistrale in Lingue e Civiltà dell’Asia e dell’Africa presso l’Università degli Studi di Torino. Insegnante di lingua cinese in corso di tutorato universitario, collabora attualmente con la Fondazione Italia Cina. Appassionato di Cina, Cinema e tutto ciò che guarda al futuro.

**Questa tesi è stata discussa presso l’Università degli Studi di Torino nell’anno accademico 2017-2018 con il titolo IO, CHI SONO? (WO SHI SHEI) DI HE XI (1971-) TRADUZIONE E COMMENTO DI UN RACCONTO DI FANTASCIENZA. Relatore: prof.ssa Stefania Stafutti