Rassegna settimanale dei media asiatici

In by Simone

Annie Zaidi riflette sulle fonti energetiche indiane. La politica economica giapponese punta sul fattore femminile.  I servizi d’intelligence sudcoreani sono nuovamente sotto accusa. Un progetto digitale raccoglie il passato indiano. Nel Myanmar che vuole la diffusione capillare dei cellulari le sim sono ancora un bene di lusso. Lunedì, 1 luglio: La mia India – Dopo la sofferenza
La tragedia dell’Uttarakhand, in cui un migliaio di persone ha perso la vita, ha dimostrato che il carico sui fiumi himalayani è troppo alto. E i fiumi non ce la fanno più. E’ ora, scrive Annie Zaidi, di sfruttare la risorsa più importante dell’India: il sole. Ma sono ancora pochi ad averlo capito.

Martedì, 2 luglio: Giappone – Womenomics, se non ora quando?
Le donne giapponesi sono da sempre costrette a decidere: famiglia o lavoro. Mancando gli asili e politiche aziendali per favorire il rientro dalla maternità, il 70 per cento di loro abbandona il lavoro per dedicarsi ai figli. Eppure le donne potrebbero essere la soluzione a molti dei problemi economici e sociali del Giappone.

Mercoledì, 3 luglio: Corea del Sud – Se a diffondere segreti sono i servizi
Ancora polemiche sui servizi d’intelligence sudcoreani. Questa volta per la pubblicazione di informazioni riservate sui colloqui del 2007 tra gli allora leader delle due Coree, Kim Jong-il e Roh Moo-hyun. Una decisione che per i critici mette a rischio ipotetici nuovi colloqui tra Seul e Pyongyang.

Giovedì, 4 luglio: India – Digitalizzare per non dimenticare il passato
Creato nel 2010 dalla grafica e fotografa Anusha Yadav e già vincitore di numerosi premi internazionali, Indian Memory Project raccoglie foto, lettere e storie degli Indiani dell’epoca pre-digitale.

Venerdì, 5 luglio: Myanmar – Dove il cellulare è ancora un lusso
Il mercato della telefonia mobile birmana ha iniziato ad aprirsi a compagnie straniere, ma i prezzi delle sim card rimangono proibitivi per un paese dove solo il 12 per cento della popolazione ha un telefonino. Una sim birmana costa 200 euro ed è un risultato: negli anni ’90 non bastavano 3000 dollari.

[Foto: Dinobondhu Das Baul al festival di Lohaghor, nei dintorni di Shantiniketan, India. Credit: Carola Lorea]