Rassegna dei media asiatici

In by Simone

La condanna del barista in Birmania reo di aver raffigurato Buddha versione dj in un volantino. La morte di Lee Kuan Yew. L’offensiva di primavera dei lavoratori giapponesi. L’anno dell’amicizia tra Corea del Nord e Russia. Lo stop alla legge sul dissenso online in India. Buon weekend. Lunedì, 23 marzo: Myanmar – La vendetta buddhista
Un barista neozelandese è stato condannato a due anni e sei mesi di lavori forzati per oltraggio alla religione buddhista, reo di aver promosso una serata nel suo locale con un volantino psichedelico raffigurante il Buddha in versione dj. L’altra faccia del buddhismo tradizionalmente pacifico ma che in Myanmar, nella sua versione fondamentalista, è utilizzato per i fini della repressione.

Martedì, 24 marzo: Singapore – È morto il padre-padrone Lee
Lee Kuan Yew, il padre della «città Stato» Sin­ga­pore, modello eco­no­mico e poli­tico per non pochi lea­der nel mondo, è morto a 91 anni. La sua dipar­tita non gli per­met­terà di assi­stere alle cele­bra­zioni dei 50 anni della repub­blica di Sin­ga­pore, avve­nuta dopo l’indipendenza da Gran Bre­ta­gna e Com­mo­n­wealth e dopo alcuni anni «con­di­visi» con la Malesia.

Mercoledì, 25 marzo: Giappone – Salari, l’offensiva di primavera

L’arrivo della primavera in Giappone coincide con la cosiddetta "offensiva" della bella stagione, ovvero delle contrattazioni tra parti sociali sugli stipendi dei lavoratori dipendenti del settore privato. Il risultato per i lavoratori è stato positivo quest’anno: secondo aumento degli stipendi di base in due anni. Il governo è soddisfatto. Ma rimane il problema delle disparità tra i lavoratori.

Giovedì, 26 marzo: Il 2015 sarà l’anno di amicizia tra Russia e Corea del Nord
La notizia arriva dall’agenzia ufficiale nordcoreana Kcna. I due Paesi, sottolinea l’agenzia, approfondiranno i legami politici, economici e culturali. L’iniziativa è l’ultima in ordine di tempo della sempre maggiore collaborazione tra i due Paesi, entrambi soggetti a sanzioni internazionali.

Venerdì, 27 marzo: India – Stop alla legge sul dissenso online
La Section 66A, introdotta nel 2000 per regolamentare la Rete in India, prevedeva che chi offendesse sui social network chicchessia su internet potesse essere messo preventivamente in galera. La Corte suprema ha cancellato quella legge. Non prima di aver però dato un ultimatum al governo: "o la cambiate o la cancelliamo". Alla fine l’hanno cancellata.

[Foto credit: Gabriele Battaglia]