Pompeo in Polonia: offensiva Usa sul 5G cinese

In Relazioni Internazionali by Redazione

Una settimana intensa quella di Mike Pompeo, segretario di Stato americano, impegnato in un tour diplomatico dall’11 al 15 di agosto in Europa centrale e orientale, con tappa prima in Repubblica Ceca, poi Slovenia e Austria e per finire Polonia, tutte nazioni definite “grandi amiche dell’America”.

Con il primo ministro ceco Andrej Babis sono state affrontate le tematiche della cooperazione energetica nucleare, l’iniziativa ‘Three Seas’ (il forum dei dodici paesi dell’Europa centro-orientale) e le controffensive da adottare verso la Russia e la Cina. Anche con il primo ministro sloveno, Janez Jansa, il nucleare è stato al centro dei discorsi insieme soprattutto al tema del 5G. Un accordo bilaterale è stato infatti raggiunto sulla sicurezza informatica legata al 5G, sempre in chiave anti-cinese. In aggiunta, si è discusso delle opportunità di collaborazione Slovenia-USA per quanto riguarda l’integrazione dei Balcani occidentali. A Vienna Pompeo ha invece incontrato il ministro degli Esteri Schallenberg e il cancelliere Kurz per discutere in particolar modo sulla partnership tra i due paesi, in ambito commerciale e di sicurezza. Inoltre in Austria Pompeo ha visto il direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, Rafael Grossi.

Sabato 15 Pompeo volerà invece a Varsavia dove incontrerà il premier Morawiecki e il ministro degli Esteri Czaputowicz. Proprio quest’ultima tappa sarà forse quella più importante e rilevante per Pompeo. Innanzittuto in termini figurativi: il Segretario di Stato americano infatti parteciperà, insieme al presidente Duda, alle celebrazioni del centenario della Battaglia di Varsavia del 1920, in cui le forze polacche sconfissero i bolscevichi. Una ricorrenza storica molto sentita in Polonia, a cui gli Stati Uniti vogliono dedicare particolare attenzione con lo scopo di coltivare in chiave moderna il sentimento anti-russo presente nel paese.

In termini pratici invece la visita di Pompeo servirà a suggellare il nuovo EDCA (Enhanced Defence Cooperation Agreement), in fase di preparazione, che prevede l’aumento di soldati statunitensi in territorio polacco. Il ministro della Difesa Mariusz Blaszczak ha dichiarato che saranno almeno 1000 i soldati americani ricollocati che rinforzeranno le truppe già presenti in Polonia, a seguito del ritiro del contingente targato USA dalla Germania, annunciato recentemente.

Molti gli argomenti che verranno trattati, tra i quali la risposta sanitaria ed economica di Varsavia alla pandemia di Covid-19, la sicurezza delle reti 5G (anche qui in chiave anti-Huawei e anti-cinese) e la già citata iniziativa ‘Three Seas’, tanto cara agli Stati Uniti. Ma sul tavolo ci saranno anche altri punti.

Infatti il viaggio di Pompeo si inserisce appositamente in un periodo in cui le tensioni tra gli Stati Uniti e la Germania stanno crescendo. Non solo Washington ha promesso il ritiro di una consistente parte delle truppe presenti in territorio tedesco, ma è anche in forte contrasto con Berlino sulla vicenda del gasdotto Nord Stream 2. Nuove minacce di sanzioni si sono levate dalla Casa Bianca per contrastare il progetto che salderebbe il legame (o la dipendenza?) della Germania con la Russia, a livello energetico e non solo. Tramite il ministro Blaszczak, anche la Polonia ha recentemente chiesto a Berlino di riconsiderare l’intero progetto Nord Stream 2.

Un altro ‘fronte’ particolarmente caldo, in cui la Polonia gioca un ruolo importante e che spiega il viaggio di Pompeo, è quello bielorusso. Il deputato polacco Jacek Saryusz-Wolski ha richiesto l’uso di sanzioni da parte europea nei confronti di Mosca per le vicende di questi giorni in Bielorussia, dopo le elezioni presidenziali che hanno visto trionfare, tra grandi proteste e altrettanto grandi repressioni, Lukashenko. L’Unione Europea, dietro la forte spinta polacca, sta pensando di introdurre delle sanzioni nei confronti di Minsk. Lukashenko ha invece, di fatto, accusato proprio la Polonia (insieme alla Repubblica Ceca, alla Gran Bretagna e alla Russia) di essere la principale responsabile delle rivolte in atto nel paese, mentre il viceministro degli Esteri polacco, Michal Szczerba, ha accusato il presidente bielorusso di essere un usurpatore.

La tensione resta alta. La Polonia, anche soltanto per un fattore geografico, è il paese europeo più interessato alla situazione in Bielorussia e sicuramente nei colloqui di Pompeo con il governo polacco il dossier di Minsk troverà ampio spazio.

di Luca Sebastiani

[Pubblicato su Affaritaliani]