Pino Lanfi a Taiwan

In by Simone

La vita di una cittadina sulla costa taiwanese sta per essere scombussolata dall’arrivo di un contingente di militari americani in licenza dal Vietnam. La prospettiva accende la cupidigia di un gruppo di magnaccia e tenutarie di bordelli che si affida a un ampolloso professore d’inglese per organizzare un corso di formazione per bargirls. China Files vi regala un estratto di Rosa, Rosa amore mio, magistralmente tradotto da Anna Di Toro (per gentile concessione di Orentalia editrice).
Il direttore del Corso accelerato per entraineuses non era altri che il professore d’inglese di scuola media Concettino Finezza… Non siete sorpresi? Sebbene di cognome facesse ‘finezza’, l’aspetto del professore era tutt’altro che fine: alto appena un metro e sessantacinque, se avesse partecipato alle gare di sollevamento pesi sarebbe rientrato nella categoria dei pesi massimi, ma comunque non praticava alcuno sport.

Era rotondo come una palla, le natiche grasse e il pancione, non sembrava affatto un distinto professore d’inglese, ma un untuoso direttore generale che si abbuffa un giorno sì e l’altro pure. Incredibile ma vero! E ancora più sorprendente era che il professore Finezza somigliava straordinariamente a Pino Lanfi, quel famoso attore comico. Avevano anche la stessa struttura fisica, rotondetti e paffutelli tutti e due, se non si faceva attenzione poteva capitare davvero di scambiarlo per Pino Lanfi!

Facciamo inoltre notare che:
a) essendo stato uno studente modello della Facoltà di lingue e letterature straniere, Concettino Finezza si era applicato negli studi forse con fin troppa solerzia! Adesso, infatti, quando parlava la sua lingua non riusciva a evitare un certo influsso anglosassone. Più il suo interlocutore era colto, più Concettino infarciva i suoi discorsi di frasi che sembravano prese da traduzioni di romanzetti dozzinali, e dalla sua bocca scaturiva una pioggia di espressioni banali come: “Sono molto lieto che Lei convenga con me”, “Io ritengo che…”, “Lui stesso non sa cosa stia dicendo”, “Mi sento molto fiero di te…” o “Sono lietamente sorpreso”, che lasciavano l’altro spossato e interdetto. Talvolta il malcapitato si sentiva rintronato come un’oca dopo un tuono e non riusciva assolutamente a raccapezzarsi!

b) per quanto potesse essere occupato o affaticato, col bello e il cattivo tempo, sia in tempi di vacche grasse che in tempi di vacche magre, tutti i santi giorni senza fallo inghiottiva una compressa da 3000 mg di vitamina C. (Chissà dove aveva letto un articolo di medicina in cui si diceva che prendere tutti i giorni una buona dose di vitamina C aveva un effetto corroborante, se poi avesse anche l’effetto di rinvigorire i reni e stimolare l’energia sessuale, non ci è dato saperlo.) Non toccava le verdure che erano rimaste in frigorifero per più di una settimana perché temeva che potessero essere cancerogene. Gli utensili di plastica, scusate, ma proprio non li usava (sembra che la plastica, ad alte temperature, sprigioni una sostanza cancerogena) e per lo stesso motivo non mangiava assolutamente neanche la carne alla griglia.

Non usava detersivi per bucato se non quando arrivava al punto da esservi costretto! (Noi comuni mortali abbiamo dovuto aspettare la fine del 1981 per venire a sapere che i detersivi da bucato si dividono in forti e delicati e che quelli forti sono più dannosi di quelli delicati.) Ogni sera, prima di coricarsi, non dimenticava mai di prendere un filo interdentale lungo 25 centimetri e di incastrarlo su di un apparecchietto che somigliava a una piccola fionda per togliere la sporcizia che si deposita nelle fessure tra i denti e prevenire così le infezioni gengivali. Con così tanta cura nell’alimentazione e nell’igiene, non c’è da stupirsi se il suo peso avesse la tendenza opposta rispetto alla qualità dei programmi televisivi, cioè aumentava di anno in anno;

c) pur avendo superato di poco la trentina, il professore Finezza era ancora scapolo. Per soddisfare le sue esigenze fisiologiche senza mettersi nei guai (con questo intendiamo il timore che, correndo la cavallina, potesse contrarre la sifilide o la gonorrea, ma non l’herpes – all’epoca lui, come la maggior parte di noi, non sapeva neanche cosa fosse l’herpes, né l’aveva mai sentito nominare), il primo e il quindici di ogni mese, come per celebrare una cerimonia misteriosa, si chiudeva a chiave nella sua stanza singola nel dormitorio della scuola e con discrezione si concedeva un po’ di piacere solitario. Ogni volta era come se prendesse un antibiotico prescritto dal medico: scrupolosamente la stessa dose allo stesso orario;

d) forse a causa di qualche disturbo gastro-intestinale, oppure per sua caratteristica innata, continuamente, senza fare distinzione tra il giorno e la notte, scoreggiava a volontà, alternando peti rumorosi e silenziosi. Scommetto che neanche questo lo avreste mai potuto immaginare! Per l’occasione, Concettino Finezza quel giorno indossava un abito blu scuro a cui aveva abbinato una cravatta di seta Christian Dior color grigio-argento donatagli dal consigliere Denaro; tutto sommato, il nostro sorprendeva per la sua raffinatezza! Appoggiato alla cassetta per le offerte, che era giusto alta come una scrivania, teneva la testa appena sollevata, lo sguardo imbambolato rivolto verso l’esterno. Come aveva messo presto i frutti l’albero del pane, quest’anno! Non avrebbe mai potuto immaginare che il Corso per entraineuses sarebbe stato inaugurato formalmente proprio quel giorno: finalmente anche tutti i suoi sforzi stavano per dare il loro frutto!

Si sentiva nervoso ed eccitato come un attore che sta per debuttare sul palcoscenico. Era l’inizio dell’estate, la mattina e la sera spirava una brezza leggera e non era ancora troppo umido. Era proprio il periodo più clemente dell’anno, ma il professore Finezza sentiva un calore per il corpo come se fosse Ferragosto, grosse gocce di sudore gli colavano sulla fronte e sotto le ascelle. Tirò fuori un fazzoletto e si deterse la fronte: “Cielo! Una sigaretta! Ho proprio bisogno di una sigaretta!” infilò il fazzoletto nella tasca dei pantaloni e allungò la mano nella tasca destra della giacca per cercarvi il pacchetto. Ma quale pacchetto! In quell’istante ricordò che aveva appena smesso di fumare!

*Wang Zhenhe (1940-1990) è uno scrittore e sceneggiatore cinematografico taiwanese. Si tratta di una delle figure più note nel panorama letterario di Taiwan.