Pechino allagata. Di rabbia

In by Simone

Pechino è stata colpita dalla peggiore alluvione in sessantuno anni. 37 persone sono morte e la rabbia per come la crisi è stata gestita si è diffusa su Weibo. Le autorità tentano di dare pan per focaccia usando il twitter cinese a proprio favore. E intato è caduto l’anniversario della tragedia di Wenzhou. Nella giornata di sabato 21 luglio Pechino è stata colpita dal più intenso temporale degli ultimi sessantuno anni. Il sistema fognario di Pechino non è sufficiente a gestire le precipitazioni estive e si intasa con facilità.

Ma questa volta non si è trattato solo di disagi al traffico: 37 persone hanno perso la vita.

Nella giornata di oggi Guo Jinlong e Ji Lin, rispettivamente sindaco e vicesindaco di Pechino, si sono dimessi dai loro incarichi. La decisione fa parte del ricambio al vertice del Partito che culminerà con il congresso in autunno. Ma arriva proprio nei giorni in cui l’amministrazione della capitale è sotto pressione per la gestione dell’alluvione.

Guo Jinlong assumerà ora la carica di segretario del Pcc nella capitale. Al suo posto, come primo cittadino facente funzioni siederà Wang Anshun.

Nel frattempo il malcontento si è diffuso su Weibo, il twitter cinese, che funziona come un grande raccoglitore degli umori. Sarà forse perché in piazza non si può scendere, ma in caso di disastri o di eventi eclatanti molti cittadini che si armano di tastiera e mouse per attaccare le autorità.

Oggi 25 luglio il Global Times – quotidiano di Partito – ha titolato “Mentre la città si riprende dall’inondazione arriva una tempesta di voci” e il Wall Street Journal ha scritto che “le inondazioni del fine settimana mettono alla prova gli esperti governativi di internet. Gli utenti online hanno usato Weibo per criticare l’impreparazione dell’amministrazione pubblica”.

In molti hanno anche contestato le statistiche, ritenendole poco affidabili.

Tra i rimproveri c’è quello di non aver attrezzato Pechino con sistemi fognari che altre capitali hanno da tempo. Qualche giorno fa tale Wen-Hui, per esempio, ha scritto su Weibo: “Guardate i sistemi fognari degli altri paesi: le fogne di Parigi si trovano 50 metri sotto terra e sono lunghe in tutto 2300 Km, addirittura più della linea metropolitana! Le fogne di Tokyo, in Giappone, sono state costruite a 60 metri di profondità, mentre a Roma le fogne edificate nel VI sec a.C. vengono ancora utilizzate a distanza di 2500 anni!

Le autorità hanno reagito seguendo il solito copione: eliminare il materiale che potrebbe essere lesivo per l’immagine del Partito. Il South China Morning Post ha riportato che “la censura governativa è stata impegnata a cancellare non solo i post che criticavano l’operato dei funzionari, ma anche i semplici racconti delle persone che hanno vissuto personalmente il disastro”.

Uno degli aneddoti spariti dalla circolazione riguardava “la storia di come una donna e i suoi compagni di viaggio sono riusciti a scappare da un autobus allagato. Si sono messi al sicuro sul tetto di un altro mezzo bloccato sull’autostrada che collega Pechino a Hong Kong e Macao”.

I rappresentanti della cosa pubblica hanno però imparato a utilizzare Weibo a proprio favore per rispondere alle critiche e dimostrare che le autorità sono vicine ai cittadini.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Wang Hui, portavoce dell’amministrazione municipale di Pechino, ha pubblicato dei messaggi commoventi su persone che hanno aiutato degli sconosciuti ad attraversare le strade allagate e sulla gente bloccata all’aeroporto.

Lunedì, a sole 48 ore dal disastro, oltre un milione di utenti seguivano il suo account.

Il Global Times ha scritto che lunedì il blog ufficiale del distretto di Fangshan – il più colpito – aveva pubblicato “un post che confutava le indiscrezioni secondo le quali oltre 200 anziani sarebbero morti in un ospizio durante le piogge”.

Secondo i dati ufficiali riportati dal China Daily, nella zona le precipitazioni sarebbero arrivate a 460 millimetri.

Guo Jinlong, il sindaco di Pechino, si è recato nella zona di Fangshan e, secondo il Global Times avrebbe affermato che “il governo dovrebbe investigare e verificare attentamente i decessi e pubblicare le informazioni senza ritardi”.

Wang Hui – già citata portavoce dell’amministrazione di Pechino – ha dichiarato all’Associated Press che “fare i controlli non è facile. Ma potete stare tranquilli che diremo la verità”.

L’inondazione della capitale è avvenuta a soli due giorni dall’anniversario dell’incidente di Wenzhou, risalente al 23 luglio dell’anno scorso.

La colpa di quella tragedia (nella quale persero la vita 40 persone) viene imputata da molti alla corruzione delle autorità e alla linea del Partito, che anteporrebbe la crescita del Pil a ogni considerazione su qualità e sicurezza delle infrastrutture. È stato probabilmente per questo motivo che le commemorazioni sono state censurate.

* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: aljazeera.com]