Oggi in Cina – Verso una nuova banca globale

In by Gabriele Battaglia

Il Financial Times scrive che la Cina sarebbe al lavoro per creare un istituto finanziario globale concorrente della Banca Mondiale e della Banca Asiatica per lo Sviluppo.La Cina contro la jihad globale in un video di 23 minuti. Una megalopoli da 130 milioni di abitanti: Jing-Jin-Ji. Nuove leggi sulla sicurezza alimentare. VERSO L’ALTERNATIVA ASIATICA ALLA BANCA MONDIALE?

Secondo il Financial Times, la Cina starebbe lavorando alla creazione un istituto finanziario globale per fare concorrenza alla Banca Mondiale e alla Banca Asiatica per lo Sviluppo che, secondo Pechino, sono di fatto controllate dagli Stati Uniti e dai loro alleati. In effetti, della cosiddetta “Asian Infrastructure Investment Bank” si parla ormai da un anno, ma il fatto che sia la possibile alternativa alla World Bank è ancora tutto da verificare.

È invece chiaro che dovrebbe essere lo strumento con cui Pechino finanzia e lega a sé i partner asiatici, nella ormai consolidata strategia win-win, basata su investimenti e infrastrutture. In una serie di incontri bilaterali, Pechino avrebbe proposto di raddoppiare il capitale sociale della futura banca, portandolo a 100 miliardi di dollari.

Finora, 22 paesi in tutta l’Asia, tra cui diverse ricche monarchie del Medio Oriente (che la Cina chiama “Asia Occidentale”), hanno mostrato interesse per questo istituto di credito multilaterale. La sua prima gigante impresa sarà quella di finanziare la versione moderna della "via della seta", l’antica rotta commerciale che collegava l’Europa alla Cina.

La maggior parte dei capitali dell’istituto arriveranno da Pechino e creeranno infrastrutture un po’ ovunque, tra cui una linea ferroviaria dalla Cina a Baghdad.

TERRORISMO: IN UN VIDEO DI 23 MINUTI LA CINA ACCUSA LA JIHAD GLOBALE

Pechino si è messa a rendere pubblici a più non posso i video relativi ai recenti episodi di violenza ascrivibili alle tensioni in Xinjiang. Dopo aver diffuso la scorsa settimana le riprese dell’attacco 15 giugno in un salone di scacchi a Hotan, la televisione nazionale ha mandato in onda un filmato di ben 23 minuti in lingua inglese sul crescente problema dei "violenti crimini terroristici".

Il video contiene filmati e grafiche degli scontri a Turfan del giugno 2013, dell’attacco con la jeep di Piazza Tiananmen dello scorso ottobre, degli accoltellamenti di massa dello scorso marzo alla stazione ferroviaria di Kunming e, infine, dell’attacco in un mercato di Urumqi a maggio. Oltre ai filmati originali delle telecamere di sorveglianza, ci sono interviste ad esperti.

Il filmato accredita la tesi della “jihad globale”, accusa la propaganda via internet di una "jihad violenta" e punta il dito contro il Movimento islamico del Turkestan Orientale.


VERSO LA MEGALOPOLI JING-JIN-JI

L’integrazione di Pechino, Tianjin e dell’Hebei sarà probabilmente la “grande opera” di Xi Jinping. Si tratta di creare una megalopoli da 130 milioni di abitanti, la cosiddetta regione Jing-Jin-Ji.

Deve servire a modello per l’urbanizzazione del futuro, ma perché possa funzionare, avrà bisogno di superare gli interessi che spesso in conflitto tra le tre distinte amministrazioni locali, che riguardano pianificazione urbana, industria, imprese statali e private, tutela dell’ambiente.

È una sfida enorme, ma diversi analisti ritengono che tutte le recenti mosse di Xi per consolidare il proprio potere, come la creazione di nuove commissioni da lui presiedute in un chiaro intento centralizzatore, vadano in questa direzione. E possono funzionare.

LEGGI PIU’ SEVERE SULLA SICUREZZA ALIMENTARE

“Sanzioni civili, amministrative e penali più dure per i trasgressori e anche per i supervisori che trascurano i propri doveri”. Parola di Zhang Yong, capo della Food and Drug Administration cinese, secondo cui "la situazione della sicurezza alimentare resta grave", perché il sistema normativo esistente non è efficace, le sanzioni sono troppo permissive e non servono come deterrente. È il solito problema cinese: si fanno leggi e norme, ma poi non vengono applicate.

I legislatori di Pechino stanno così valutando di imporre regole più severe sulla produzione alimentare, sulla vendite e sulla supervisione della filiera.
Si tratterà della prima modifica della legge sulla sicurezza alimentare da quando fu frettolosamente emanata nel 2009, nel bel mezzo dello scandalo relativo al latte alla melamina, che uccise almeno sei bambini e ne avvelenò 300mila. L’emendamento allo studio dovrebbe anche aumentare il risarcimento per le vittime. 

[Foto credit: globalriskanalysis.files.wordpress.com]