Oggi in Cina – “Rule of law”? Sì, ma con caratteristiche cinesi

In by Gabriele Battaglia

Si chiude oggi il quarto plenum del Comitato centrale del Pcc. Poche le informazioni disponibili per la stampa: quello che è certo è che Zhou Yongkang è ancora membro del Pcc e che lo Stato di diritto avrà caratteristiche cinesi. Cala il consumo di carbone. Uno sguardo alle black jail. Facebook in Cina. STATO DI DIRITTO SI’ MA CON CARATTERISTICHE CINESI
Si chiude oggi il quarto plenum. Poche le informazioni date in pasto alla stampa a conclusione di questi quattro giorni in cui oltre 300 dei più importanti membri del Pcc e del governo si sono riuniti a porte chiuse. Sappiamo che l’argomento principale di cui si doveva discutere, lo stato di diritto, sarà con caratteristiche cinesi. Nessuna espulsione per Zhou Yongkang, il numero 9 della scorsa nomenklatura. Espulsi invece i suoi sodali Li Dongsheng, l’ex vice ministro della pubblica sicurezza, Jiang Jiemin, l’ex presidente dell’organismo che controlla le imprese di stato e Yang Jinshan, ex vicecomandante delPla di Chengdu. E oggi il Scmp esce con un’altra indiscrezione. Nell’occhio del dipartimento di disciplina interna ora anche Ling Jihua e la sua potente famiglia. Il braccio destro destro dell’ex presidente Hu Jintao caduto in disgrazia dopo che suo figlio si è schiantato con la sua Ferrari a Pechino nel 2012. Secondo le agenzie nei primi due anni del presidente Xi Jinping, lo stato avrebbe condotto indagini su 51mila funzionari recuperando circa 1,4 miliardi di euro.

ANCHE SE DI POCO CALA IL CONSUMO DI CARBONE
Per la prima volta cala il consumo di carbone in Cina. Sono dati Greenpeace che registrano una lieve inflessione (-1-2%) nel consumo di carbone nei primi tre trimestri del 2014. Nonostante non sia ancora abbastanza – l’ultimo decennio ha visto una crescita del 5-10 per cento – seconfo l’ong l’inflessione riapre la speranza di mantenere i cambiamenti climatici sotto controllo. Nell’ultimo vertice sul climate change di settembre la Cina ha dichiarato che inizierà a ridurre le emissioni “il prima possibile”.

UNO SGUARDO ALLE BLACK JAIL
Un lavoro dell’ong China Human Rights Defenders descrive le Black Jail, centri di detenzione illegale, di cui registrano una crescita dopo che sono stati chiusi i laojiao, i centri di rieducazione destinati a petizionisti, prostitute, tossicodipendenti e molti altri tacciati di comportamenti antisociali. Ne documenta 96 in una sola città di medie dimensioni, racconta qualche storia delle persone detenute, l’80 per cento dei quali è donna. Ma soprattutto denuncia la totale impunita di chi gestisce questi centri illegali di detenzione.

FACEBOOK È GIÀ IN CINA, MA È CENSURATO
Mark Zuckerberg non può rinunciare al mercato cinese. A distanza di un anno torna in Cina e stupisce con un’intervista in una delle più prestigiose università della Repubblica popolare. Tra le risate degli studenti regge 30 minuti di Question&Answer in cinese. Il video del suo intervento raccoglie complimenti e ammirazione sulla sua pagina Facebook (dove viene postata senza sottotitoli). Usa molti vocaboli, ma pecca in grammatica e in pronuncia. Più che di contenuti si può parlare di un grande omaggio alla Cina, un mercato che vuole a tutti i costi conquistare. Nonostante il social network sia cenurato, infatti, Facebook non ha mai smesso di provare a conquistare la Repubblica popolare. Dal 2007 le ha provate tutte, lo stesso Zuckerberg nel 2010 ha visitato Baidu, China Mobile, Sina e Alibaba. Sheryl Sandberg, che ha presentato la sua autobiografia anche in Cina, ha provato un’altra strada: quello che può fare fb per le aziende cinesi che vogliono investire all’estero. E infatti, alla domanda “quali sono i piani Fb per entrare in Cina?” Zuckerberg nel suo cinese stentato risponde “in effetti ci siamo già. Con le pubblicità aiutiamo le grandi aziende cinesi a trovare nuovi clienti all’estero”.