Oggi in Cina – Visita Ahmadzai: investimenti e lotta ai talebani

In by Gabriele Battaglia

Ashraf Ghani Ahmadzai, neoeletto presidente afghano, è in visita di Stato in Cina, in cerca di investimenti dalla Cina. Cina e Vietnam, da mesi impegnati in una disputa territoriale, cercano di ridimensionare le tensioni: il capo della diplomazia cinese, Yang Jiechi oggi ha incontrato il ministro degli Esteri vietnamita Pham Binh Minh. Alibaba continua ad arruolare nomi importanti dell’economia e finanza cinese: il nome nuovo è Chen Long. Campagna anticorruzione: fermare anche i viaggi nelle zone rurali. XI L’AFGANO (O AHMADZAI IL CINESE)
Visita di Stato in Cina per Ashraf Ghani Ahmadzai, nuovo leader afgano in carica da neppure un mese, a caccia di investimenti cinesi e di aiuto per arginare la resistenza talebana e per mantenere a galla il proprio Paese dipendente dagli aiuti stranieri. Xi, compiaciuto per la precedenza accordata a Pechino, non si è fatto pregare e ha accolto in pompa magna Ahmadzai.
La visita rivela che la Cina è pronta a svolgere un ruolo più importante per la stabilità dell’Afghanistan, considerato a lungo affare degli Stati Uniti, dopo l’invasione del 2001. La questione, per Pechino, è economica e strategica. Non bisogna dimenticare che i talebani minacciano di dare nuovo impulso alla militanza islamica in Xinjiang, ma soprattutto che il loro controllo di aree chiave rischia di impedire alla Cina di accedere a risorse minerarie per un valore di 3.000 miliardi dollari. Ghani, che è qui in visita per quattro giorni [quel cretino di Renzi solo un giorno e mezzo, ndr], ha blandito Xi dicendo che la Cina è un "partner strategico" e ha accolto con favore la sua visione euroasiatica che comporta anche maggiori legami con l’Asia centro-meridionale. Ha detto che l’Afghanistan cercherà di creare un canale diretto con la Cina attraverso il Corridoio di Wakhan, una stretta striscia di terra lunga circa 140 miglia che collega i due Paesi.

CINA E VIETNAM SI RILASSANO
Riavvicinamento tra Cina e Vietnam, che da mesi digrignano i denti nelle dispute sul Mar Cinese Meridionale. I due Paesi hanno infatti deciso di “utilizzare correttamente un meccanismo di negoziazione di confine tra i due governi, per cercare una soluzione duratura che entrambe le parti possano accettare”, ha comunicato il ministero degli Esteri cinese dopo un incontro, avvenuto a Hanoi, tra il capo della diplomazia, Yang Jiechi, e il ministro degli Esteri vietnamita Pham Binh Minh. Come da costume diplomatico orientale, non sono indicate misure concrete, ma quello che conta è l’intenzione di “gestire e controllare le dispute marittime, non prendere iniziative che complichino o aumentino il disaccordo”. Il miglioramento delle relazioni è cominciato ad agosto, dopo che a luglio la Cina aveva spostato da acque contese una piattaforma di trivellazione che aveva provocato la peggiore controversia dopo la guerra di confine del 1979. Nella geopolitica dell’Oriente Estremo, Hanoi aveva nel frattempo migliorato i propri legami militari con l’ex nemico, gli Stati Uniti, ottenendo (2 ottobre) un rilassamento dell’embargo trentennale sulle armi, cosa che rafforzerebbe la sue guardia costiera.

FORMICHINA ALIBABA
Alibaba ha reclutato, per la sua neonata unità di servizi finanziari, un noto economista e docente di finanza, il professore Chen Long. È l’ultimo arruolato di una serie che comprende banchieri d’investimento, funzionari addetti all’economia e molti altri veterani del settore finanziario. La finanziaria “Ant” (formica) è stata creata questo mese dal gigante dell’ecommerce per offrire nuovi servizi legati ad Alipay, il servizio di pagamento on-line che è stato scorporato da Alibaba nel 2011. È di fatto un istituto finanziario autonomo che non è rientrato nell’IPO record di Alibaba a New York e che ora si dota di nuove offerte: micro-credito, strumenti di pagamento online, e addirittura una banca online che ha ricevuto tutti i permessi lo scorso apile (MyBank). È l’inizio di un sistema finanziario privato, alternativo a quello di Stato, che si giova già di un vantaggio competitivo: la velocità e semplicità delle operazioni online. Il tutto, in attesa di successive liberalizzazioni del settore.

“PICCOLI BRIVIDI” VIETATI AI FUNZIONARI
Tra gli effetti curiosi dell’attuale campagna anticorruzione, su cui si innesta lo “Stato di diritto secondo caratteristiche cinesi” lanciato dal quarto plenum, c’è anche il tentativo di scoraggiare i funzionari a giocare a mahjong e a poker. Un articolo del Quotidiano del Popolo riporta le parole di Xie Chuntao, professore alla rinomatissima scuola centrale del Partito comunista, secondo cui “svaghi come le vacanze collettive di membri del Partito nelle zone rurali, la ricerca di ‘piccoli brividi’ a mahjong e poker, lo spreco di denaro pubblico in ‘visite di studio’ a famose attrazioni, devono essere fermati”. Non è ancora una norma ufficiale, bensì un “consiglio”.
I funzionari di Partito, spesso corrotti al centro di scandali, stanno subendo enormi pressioni. Di recente è stato affermato che devono avere una moralità anche superiore rispetto alla gente comune e quindi, per esempio, non possono avere relazioni extraconiugali, fatto che non comporta reato, tranne che per loro. Adesso, è meglio se la smettono anche di giocare. 

[Foto credit: reuters.com]