Oggi in Cina – Giù il petrolio, riserve in crescita

In by Gabriele Battaglia

Cala il prezzo globale del petrolio e la Cina ne approfitta per accrescere le riserve nazionali: 31 milioni di tonnellate di greggio sarebbbero entrate in Cina a dicembre. Centinaia di cinesi hanno reso omaggio a Zhao Zhiyang, segretario del Pcc ai tempi di Tian’anmen, nel decennale della morte. Salari dei funzionari pubblici più alti per arginare la corruzione. Caixin denuncia il fallimento dei collegi rurali alla base del sistema dell’istruzione nelle campagne. La crescita della rete ferroviaria come simbolo dell’urbanizzazione. Fusione tra le due principali holding in mano al magnate Li Ka-shing, l’uomo più ricco d’Asia. Con l’annuncio di riforme, ondata di domande di prepensionamento nel pubblico. IL PETROLIO CALA E LA CINA ACCUMULA

Mentre i prezzi globali del petrolio si avvicinano a minimi storici, la Cina – consumatore energivoro – ha moltiplicato le proprie importazioni di greggio. Reuters stima che gli acquirenti locali abbiano importato oltre 31 milioni di tonnellate di greggio a dicembre, con un aumento del 10 per cento mese su mese. Considerando tutto il 2014, le importazioni sono aumentate del 9,5 per cento, raggiungendo 310 milioni di tonnellate.

Da un lato, Pechino coglie l’attimo per aumentare le riserve del Paese, dall’altro i grandi raffinatori locali vogliono veder crescere i propri profitti. Ma secondo Matt Ferchen – esperto del Carnegie-Tsinghua Center for Global Policy – la Cina è in realtà preoccupata per quanto sta succedendo sul fronte petrolio: valutazioni politiche provocherebbero infatti timori sull’effetto destabilizzante dei prezzi bassi nell’area mediorientale e per quanto riguarda la Russia.

OMAGGIO A ZHAO ZHIYANG

Perfino il governativo Global Times riporta notizia che centinaia di cinesi hanno reso omaggio a Zhao Zhiyang, il segretario del Partito caduto in disgrazia dopo i fatti di Tian’anmen, nel decennale della morte. Presso la sua vecchia casa di Pechino, dove sono contenute le sue ceneri, erano circa 600 secondo Radio Free Asia e per la prima volta i controlli sono sembrati più soft.

Zhao tentò la via delle riforme democratiche alla fine degli anni Ottanta e cercò il dialogo con gli studenti di Tian’anmen, ma l’imporsi della linea dura e della repressione sancì la sua fine politica: fu rimosso, accusato di provocare divisioni interne al Partito e condannato ai domiciliari. Morì nel 2005 a 85 anni.

SALARI PIU’ ALTI PER BATTERE LA CORRUZIONE

Secondo indiscrezioni, i funzionari pubblici di ogni livello si vedranno aumentare a breve gli stipendi. Quelli di livello ministeriale passeranno dagli attuali 7.020 yuan (1.130 dollari) a 11.385 yuan, mentre gli stipendi dei funzionari di grado più basso arriveranno a 1.320 yuan dagli attuali 630, cioè più del doppio. L’aumento sembra spropositato ma fonti governative dicono che è al passo con l’inflazione. La strategia è chiaramente intesa a limitare il problema della corruzione.

Quasi a conferma, giunge intanto notizia che un alto funzionario del Guangdong vendeva seggi del locale consiglio agli uomini d’affari della zona, per cifre comprese tra 150mila e 945mila yuan. Altro che lo stipendio da funzionario.

SCUOLA: DISCRIMINAZIONE RURALE

I collegi rurali, che avrebbero dovuto razionalizzare il sistema dell’istruzione nelle campagne cinesi, sono un fallimento. Lo dice l’autorevole rivista economica Caixin riprendendo lo studio di una Ong, secondo cui gli studenti di collegi rurali sono più bassi e pesano meno della media, a causa della malnutrizione. I collegi rurali furono lanciati nel 2001 come “hub” educativi nelle campagne.

All’origine del progetto, c’era il calo degli studenti a causa della progressiva urbanizzazione/migrazione e la necessità di rendere più efficiente l’insegnamento. Si calcola che circa 32 milioni di studenti frequentino oggi i collegi rurali, di cui 11 milioni alle elementari. Al di là dei problemi logistici (molti studenti sono costretti a lunghi spostamenti per andare a scuola), sembra che i collegi rurali abbiano sofferto di un generale taglio dei costi da parte delle amministrazioni locali.

BINARIO NON SOLITARIO

Le ferrovie offrono un buon punto di vista per comprendere la nuova urbanizzazione cinese. Dopo la linea veloce che collega Pechino al Yanjiao, destinata ai pendolari, altre quattro linee sorgeranno tra la capitale e località satellite dell’Hebei: tra queste, Yizhuang, Langfang e Zhuozhou.

Questi progetti fanno parte di una nuova ondata di costruzioni ferroviarie in programma per i prossimi anni e intendono decongestionare la capitale (e le maggiori metropoli), rinnovando e servendo meglio località non troppo distanti, affinché la gente vi si trasferisca.

È un modello di città tentacolare interconnessa con una ragnatela di binari ad alta velocità che piace tanto alla leadership cinese ma fa storcere il naso alla Banca Mondiale, che in suo studio preferirebbe un altro tipo di sviluppo, basato invece su una maggiore densità delle città già esistenti (peccato che il modello di decentralizzazione+espulsione dai centri storici+speculazione immobiliare sia già stato ampiamente collaudato anche in Occidente e sia all’origine dell’accumulo di ricchezza da parte del capitale finanziario e dell’attuale configurazione delle città Usa).

A oggi, la Cina ha oltre 110mila chilometri di ferrovie, di cui 15mila ad alta velocità.

IL "CAIMANO" LI KASHING

Il magnate di Hong Kong Li Ka-shing, l’uomo più ricco dell’Asia, ha annunciato che ha intenzione di fondere le sue due principali società quotate in borsa, Cheung Kong Holdings e Hutchison Whampoa, e di creare due nuove società al loro posto.

Piccolo particolare: le due nuove società, CKH Holdings e CK Property Holdings, si trasferiranno da Hong Kong alle isole Cayman. Si ritiene che il piano riveli che Li ha una visione pessimista sul futuro economico dell’ex colonia britannica. Da anni si specula sull’intenzione di Li – il cui impero va dai porti ai supermercati passando per l’onnipresente speculazione immobiliare – di andarsene da HK, ma lui ha sempre negato.

Il pessimismo generalizzato sui destini dell’hub finanziario d’Oriente è in buona parte anche all’origine delle recenti manifestazioni hongkonghine.

RIFORMA PENSIONI: PRENDI I SOLDI E SCAPPA

Dall’ottobre 2015, anche il sistema pensionistico cinese passerà dal retributivo al contributivo e in tutto il Paese si sta assistendo a un’ondata di domande di pensionamento anticipato da parte di lavoratori del pubblico impiego che temono di perdere soldi.

In Cina, i dipendenti pubblici sono circa 40 milioni e attualmente hanno garantito il 90 per cento del proprio salario al momento del ritiro; in futuro, farà invece testo quanto hanno versato in contributi. Il sistema è teso a rendere meno gravosi i costi per lo Stato e a unificare/razionalizzare diverse categorie professionali, ma si sono già verificati scioperi, come quello degli insegnanti. 

[Foto credit: Getty]