Oggi in Cina – Apec: un nuovo patto transpacifico?

In by Gabriele Battaglia

Cina e Apec: verso un nuovo patto transpacifico. Zhong Jianhua, inviato speciale della Cina in Africa, ha tentato una mediazione con i ribelli del Sud Sudan in Etiopia, contravvenendo al principio di non intromissione negli affari di altri Paesi. Sono centinaia di migliaia i morti per l’inquinamento da carbone. Divieto di fumare nei casinò di Macao: un nuovo colpo al paradiso del gioco d’azzardo. LA CINA E L’APEC – UN NUOVO PATTO TRANSPACIFICO
Sarà pieno di temi, sfumature, incontri a margine, interessi incrociati e dettagli, il vertice Apec che comincia sabato a Pechino. Ma il grande progetto cinese legato al summit è probabilmente la costituzione di un nuovo patto di libero commercio asiatico, alternativo al TPP made in Usa e con se stessa a occupare il centro del ring. Ci sarà probabilmente anche un tentativo di migliorare ulteriormente i rapporti con la Corea del Sud (già da tempo tendenti al romantico idillio), sempre in funzione anti-Usa e antigiapponese. Ma, in realtà, contro le aspettative, la Cina potrebbe anche accarezzare l’idea di entrarci lei stessa nel TPP Usa-centrico. Ne abbiamo parlato con Wei Shang-Jin, Chief Economist della Asian Development Bank e con John Delury, docente di storia all’università di Seoul.

INTERFERENZA PETROLIFERA
Zhong Jianhua, l’inviato speciale cinese per l’Africa, ha incontrato l’opposizione del Sud Sudan in Etiopia, facendo così un’eccezione alla “politica di non intromissione” che da sempre è una delle pietre miliari della diplomazia cinese. Zhong ha dichiarato a un giornale sudafricano che l’incontro di Addis Abeba si è svolto subito dopo l’inizio dei combattimenti scoppiati lo scorso dicembre a Juba, capitale del Sud Sudan, tra esercito del presidente Salva Kiir e ribelli del suo ex vice, Riek Machar. Il fatto è che in Sud Sudan la Cina ha enormi interessi petroliferi. Secondo Zhong, l’incontro non è una intromissione ma il tentativo di collaborare al mantenimento della pace. In realtà, al di là delle dichiarazioni formali, da tempo la Cina ha rapporti con tutte le forze in campo anche nella a lei vicina Myanmar, come abbiamo potuto verificare. La “non intromissione” ha ampie eccezioni.

670MILA MORTI DI CARBONE NEL 2012
Le emissioni inquinanti causate dal consumo di carbone avrebbero ucciso circa 670mila persone in Cina nel 2012, secondo uno studio condotto da autorevoli accademici cinesi.
Ictus, cancro ai polmoni malattie coronariche e malattie croniche polmonari ostruttive sono i “regali” di un sistema economico che non riesce ancora ad emanciparsi dal carbone, secondo il professor Teng Fei, della Qinghua di Pechino (la prestigiosa università che forma l’elite politica). Al di là dei guai per l’organismo dei cittadini, c’è il problema economico, perché tra danni all’ambiente e alla salute si stima che ogni tonnellata di carbone abbia un costo aggiuntivo di 260 yuan. “Dato che le tasse e le imposte ambientali impongono tariffe comprese tra i 30 e i 50 yuan a tonnellata, l’attuale sistema dei prezzi ha fallito completamente nel riflettere i costi reali”, spiega Teng.

MACAO, CI SI METTE PURE IL FUMO
Il giro di vite anticorruzione nella Cina continentale, le proteste a Hong Kong e il nuovo divieto di fumare all’interno dei casinò hanno creato una “tempesta perfetta” per l’industria del gioco di Macao. A ottobre, le entrate sono precipitate del 23,2 per cento anno su anno, raggiungendo 28,025 miliardi di patacas (2 miliardi e 800 milioni di euro). Macao ha da tempo sorpassato Las Vegas come capitale del gioco mondiale, ma questo è il quinto calo mensile consecutivo, nonché il maggiore, da quando l’ex colonia portoghese ha iniziato a raccogliere dati, nel 2005. Bisogna dire che il calo è però in linea con le previsioni degli analisti, che stimavano un -22 per cento circa. Oltre al giro di vita anticorruzione, ormai strutturale, vanno sottolineate le altre due cause che gli esperti mettono all’origine della riduzione degli introiti. Se le proteste di Hong Kong avrebbero infatti ridotto il numero dei cinesi continentali che acquistano il pacchetto turistico Hong Kong+Macao durante le feste, dall’altra parte ci sarebbe il bando del fumo, entrato in vigore il 6 ottobre: il poker senza bai jiu e sigaretta non esiste proprio.

[Foto credit: xinhuanet.com]