Oggi in Asia – Torna la minaccia nucleare nordcoreana

In by Gabriele Battaglia

La Corea del Nord ha prontamente risposto alla risoluzione Onu che prevede il deferimento del regime alla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità: minacciando un nuovo test nucleare. In Giappone governo nazionale e provinciale raggiungono un accordo sulla rimozione di macerie e detriti radioattivi da Fukushima. Filippine, condannati sette funzionari per l’incendio a Quezon City del 1996. COREA DEL NORD – Pyongyang rispolvera lo spauracchio nuclerare

Non si è fatta attendere la replica della Corea del Nord al voto della commissione Onu che prevede il deferimento del regime alla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità. Pyongyang ha minacciato di condurre un nuovo test nucleare, in spregio alle risoluzioni Onu.

Si tratterebbe del quarto test, L’ultimo esperimento fu condotto a febbraio dell’anno scorso. La Corea del Sud ritiene tuttavia che, al momento, non ci sono segnali di un imminente provocazione, alla quale comunque Seul dice darà una risposta "risoluta"


GIAPPONE – Via le macerie da Fukushima entro 30 anni

Il governo di Tokyo ha modificato una legge che prevede la rimozione totale delle macerie e dei residui radioattivi della prefettura di Fukushima entro i prossimi 30 anni e raggiunto un accordo con l’amministrazione locale.

E’ un passo importante, scrivono i media giapponesi, verso la creazione di strutture provvisorie al di fuori della prefettura in grado di smaltire i rifiuti. Il problema principale sarà trovare terreni per la loro costruzione, che probabilmente verrà posticipata all’anno prossimo.

Intanto in questi giorni, a poche settimane dall’ok al restart di un impianto nel sud del paese, si ritorna a parlare di sicurezza degli altri impianti giapponesi: a Ikata si sono verificate perdite di acqua contaminata e a Tsuruga si teme un movimento della faglia su cui è stata costruita una centrale.

FILIPPINE – Funzionari condannati per l’incendio di Quezon City del 1996

Sette funzionari filippini sono stati condannati a pene da sei a dieci anni carcere per corruzione in relazione al rogo di una discoteca a Quezon City che nel 1996 fece 162 morti.

Gli imputati erano accusati di aver rilasciato permessi di sicurezza senza prima svolgere gli adeguati controlli. Con loro sono stati condannati anche I due manager del locale nella quale trovarono la morte soprattutto studenti che festeggiavano la fine dell’anno scolastico e trovarono nella fuga le vie di uscita sbarrate. 

[Foto credit: telegraph.co.uk]