Oggi in Asia – Riattivazione nucleare

In by Gabriele Battaglia

Il Giappone riapre le procedure per la riattivazione delle centrali nucleari, in attesa della conclusione dei check di sicurezza. L’oppositore cambogiano Sam Rainsy vuole tornare in patria, mentre in India si è verificato un attacco a un tempio buddhista. GIAPPONE – Avviate le pratiche per la riattivazione nucleare

Il governo di Tokyo ha riaperto le procedure per riattivare i reattori attualmente spenti su tutto il territorio nazionale.

Finora, quattro aziende elettriche hanno presentato richiesta di riattivazione di 10 reattori in 5 centrali alla Nra, (Nuclear Regulation Authority), l’autorità preposta alla supervisione degli standard di sicurezza sull’energia nucleare in seguito alla crisi nucleare di Fukushima.

Da maggio 2012 il Giappone tiene i suoi reattori spenti. Il governo ha finora autorizzato la riapertura di due reattori a Oi, nel Kansai, per scongiurare il rischio di carenza di elettricità in estate nella regione che ospita la grande area metropolitana di Osaka, centro economico del Giappone. Il nuovo premier Abe Shinzo ha tuttavia riaffermato che il nucleare rimane una risorsa strategica e che autorizzerà la riapertura degli impianti dichiarati sicuri.

Da parte loro, utilities e grandi gruppi industriali del paese da tempo fanno pressioni sulle autorità centrali per la riattivazione dei reattori, ma la Nra ha precisato che i questi non saranno rimessi in funzione a breve. Ci vorranno infatti ancora sei mesi, scrive l’agenzia di stampa nazionale Kyodo, per concludere i check di sicurezza.

Rimangono poi numerose incertezze sulla tenuta di impianti situati su faglie sismiche e una diffusa contrarietà dell’opinione pubblica.

CAMBOGIA – Il ritorno dell’oppositore

Il leader dell’opposizione cambogiana Sam Rainsy ha annunciato l’intenzione di tornare dall’esilio auto-imposto in vista delle elezioni del prossimo 28 luglio.

Il 64enne presidente del Cambodia National Rescue Party vive da anni in Francia. Nel 2009 fu condannato in contumacia a due anni di carcere per una manifestazione organizzata al confine contestato con il Vietnam, l’anno seguente gli furono inflitti ulteriori dieci anni con l’accusa di aver falsificato documenti e per aver fatto “disinformazione” con la pubblicazione di mappe ritenute non accurate.

Per i sostenitori si tratta di accuse false, motivate dalla volontà di mettere fuori gioco uno dei principali oppositori al governo del primo ministro Hun Sen, in sella dal 1985, che secondo le previsioni si imporrà anche nella tornata di fine mese.


INDIA – Un fermo per le bombe al tempio

La polizia indiana ha eseguito un fermo nell’ambito delle indagini sulle bombe esplose nel fine settimana nel tempio buddhista di Bodh Gaya, nel Bihar, facendo due feriti tra i monaci.

Al momento quello che il governo ha definito un attacco terroristico non è stato ancora rivendicato. La polizia è risalita all’uomo , ora sotto interrogatorio, usando le immagini delle telecamere di sorveglianza. Il tempio è uno dei luoghi simbolo del buddhismo, metà di pellegrinaggio. Lì si trova l’albero sotto il quale si ritiene Siddharta Gautama abbia raggiunto l’illuminazione, diventando il Buddha.

Gli attacchi contro i siti buddhisti nel Paese sono rari. Tra le ipotesi circolate sulla stampa internazionale, c’è chi collega le bombe alla serie di violenze settarie e campagne anti-islamiche che hanno come teatro Paesi a maggioranza buddhista come il Myanmar e lo Sri Lanka.

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