Oggi in Asia – Quattro condanne per lo stupro di Delhi

In by Simone

I quattro imputati per lo stupro della giovane studentessa di Delhi sono stati giudicati colpevoli, domani si attende la sentenza. Nelle Filippine lo scontro tra governo e il Fronte islamico Moro si complica con un assedio, mentre in Pakistan il premier Sharif apre uno spiraglio di dialogo coi talebani locali.
INDIA – Colpevoli gli imputati per lo stupro di Delhi

Sono stati giudicati colpevoli i quattro imputati per lo stupro e l’omicidio di una studentessa 23enne a Delhi lo scorso dicembre. Un delitto che ha scosso l’opinione pubblica indiana, contribuendo ad aprire il dibattito sulla condizione delle donne nel paese spingendo il governo a varare leggi più severe contro le violenze sessuali.

La sentenza è attesa per domani. I quattro condannati rischiano la pena di morte, invocata dai manifestanti fuori dal tribunale che gridavano a favore dell’impiccagione.

La ragazza fu aggredita su un autobus della capitale, mentre era in compagnia di un amico, e fu scaraventata fuori dal mezzo. Morì in ospedale a Singapore dopo dieci giorni.
I legali di tre dei quattro imputati hanno detto all’Associated Press che presenteranno ricorso.


FILIPPINE – Zamboanga sotto assedio

È entrato nel secondo giorno l’assedio di Zamboanga, nelle Filippine, che vede un gruppo di guerriglieri del Fronte di liberazione nazionale Moro tenere in ostaggio un numero imprecisato di persone, fronteggiati dalle forze di sicurezza, con almeno un centinaio di abitanti costretti tra il fuoco incrociato di agenti e ribelli.

Non è ancora chiaro il numero esatto delle vittime, si parla di quattro morti e almeno 14 feriti negli scontri scoppiati alla vigilia di colloqui di pace tra il governo centrale e i separatisti Moro.

Secondo quanto riferito dall’esercito, componenti del MNLF sono giunti via mare a Zamboanga intenzionati a issare la propria bandiera sul municipio.

Gli scontri complicano i negoziati tra Manila e il Fronte islamico di liberazione Moro, fazione scissionista del MNLF, movimento, quest’ultimo che si sente escluso dalle trattative per arrivare alla pace e all’istituzione di una regione autonoma per porre fine a quarant’anni di conflitto che hanno fatto almeno 200mila morti nel Sud dell’arcipelago.

PAKISTAN – Si parli con i talebani

Tanto i partiti di maggioranza quanto quelli d’opposizione hanno accolto con favore l’appello del primo ministro pakistano, Nawaz Sharif, affinché si aprano colloqui di pace con la Tehreek-e -Taliban Pakistan, filiazione locale degli studenti coranici.

Il premier ha lanciato l’offerta ai talebani durante il primo discorso televisivo alla nazione dalla vittoria elettorale dello scorso maggio con l’obiettivo di porre fine a un conflitto non dichiarato che ha fatto decine di migliaia di morti negli ultimi dieci anni.

Alla conferenza dei leader di partito hanno partecipato anche i potenti capi dell’intelligence e dell’esercito, il cui ruolo, come quello della politica pakistana, fu centrale nel sostegno alla nascita dei talebani afgani, entità diversa dagli omologhi pakistani che combattono contro l’autorità del governo centrale di Islamabad.

[Foto credit: ctvnews.com]