Oggi in Asia – Il segreto di stato secondo Abe

In by Gabriele Battaglia

In Giappone i ministri del governo di Shinzo Abe trovano un accordo su una proposta di legge tesa a rafforzare le misure punitive contro chi rivela segreti di stato. Seul mette fuori legge un sindacato degli insegnanti ed educatori. In Thailandia muore Somdet Phra Nyansamvara, una delle più alte autorità del buddhismo locale. GIAPPONE – Proposta di legge sul segreto di stato, in pericolo il diritto di cronaca 

I ministri del governo giapponese hanno trovato l’accordo sulla proposta di legge che aumenterà le pene per chi rende pubblici segreti di stato.

La misura, spiega l’agenzia France-Presse da Tokyo, è stata concepita in risposta alle numerose proteste degli Stati Uniti contro la apparente “permeabilità” della burocrazia nipponica riguardo le informazioni confidenziali.
La notizia della misura che l’esecutivo guidato da Shinzo Abe presenterà presto alle Camere arriva in un momento delicato dell’affaire Nsa, appena un giorno dopo la convocazione dell’ambasciatore Usa a Berlino a rispondere delle accuse riguardo la messa sotto controllo del telefono della cancelliera Angela Merkel.

Secondo la proposta di legge stilata dai ministri saranno condannati a dieci anni di carcere – e non più a uno solo come previsto attualmente – i pubblici ufficiali che riveleranno informazioni protette dal segreto di stato. Ricadranno in questa categoria informazioni legate agli ambiti della difesa, della diplomazia, del controspionaggio e della lotta al terrorismo.

Spiegando i dettagli della proposta, il quotidiano giapponese Asahi esprime incertezza riguardo la salvaguardia del diritto dell’opinione pubblica di sapere. Su questo punto anche l’associazione degli avvocati giapponesi aveva fatto sentire la propria voce.
Il quotidiano aggiunge che l’approvazione della proposta arriverà probabilmente molto presto, dato che il partito del primo ministro, il Jiminto, gode di una maggioranza forte in entrambe le camere.

COREA DEL SUD – Sindacato fuori legge

Il governo di Seul ha messo fuori legge l‘Unione degli insegnanti e degli educatori, uno dei principali sindacati del mondo della scuola sudcoreano. La decisione è stata presa per il rifiuto dell’organizzazione di modificare il proprio statuto e revocare l’iscrizione ai docenti licenziati o andati in pensione. Mercoledì era scaduto l’ultimatum del governo, senza che la KTU avesse accettato le imposizioni dell’esecutivo.

Sono almeno 20 gli insegnati licenziati che continuano ad avere la tessera del sindacato. L’organizzazione aveva già respinto ordini simili nel 2010 e nel 2012. Ora la KTU, scrive l’agenzia Yonhap, non potrà partecipare ai tavoli negoziali e i leader sindacali dovranno tornare in cattedra.

Fondata nel 1989 era diventata un sindacato riconosciuto nel 1998, sotto i governi liberali, fino a diventare la più grande associazione della categoria con 55mila iscritti, ricorda il Korea Times.


THAILANDIA – In morte del patriaca buddhista

La Thailandia commemora la morte del supremo patriarca buddhista Somdet Phra Nyansamvara. Il religioso, la più alta autorità buddhista del Paese, è morto all’età di 100 anni, per le complicazioni di una recente operazione per un’infezione intestinale.
Già nel 2004, un monaco superiore era stato nominato in sua vece, ma morì all’inizio dell’anno aprendo la corsa a chi, il re Bhumibol Adulyadej, nominerà alla guida del buddhismo thailandese.

Il patriarca era a capo del Consiglio supremo di Sangha, che sovraintende alla vita monastica di monaci e novizi. Nato nella Thailandia occidentale diventò novizio a 14 anni. Nel 1989 fu nominato al vertice della comunità monastica thailandese.

[Foto credits: voanews.com]