Oggi in Asia – I muscoli del parlamento birmano

In by Simone

In Birmania il Parlamento ha vinto il primo scontro politico con il governo ottenendo la destituzione dei giudici della Corte Costituzionale. Dopo quattro anni di governo i maoisti nepalesi per gli Usa non sono più terroristi e la Thailandia lotta contro le droghe.
BIRMANIA – Destituiti giudici della Corte Costituzionale

Il Parlamento birmano ha sfiduciato e costretto alle dimissioni i nove giudici della Corte Costituzionale, imponendosi di fatto nella contesa politica che vedeva da mesi l’assemblea opposta al governo. Con una maggioranza di due terzi, sostenuta sia dal Unione per lo sviluppo e il progresso, il partito emanazione degli ex generali, sia dalla Lega nazionale per la democrazia della premio Nobel per la Pace, Aung San Suu Kyi, la Camera ha confermato quanto già approvato lo scorso mese dal Senato.

Per molti analisti il voto rappresenta una prova di forza dei parlamentari decisi a rafforzare il proprio ruolo nella nuova Birmania che da oltre un anno e mezzo ha intrapreso riforme democratiche ed economiche. In particolare, scrive Democratic Voice of Burma, mette in rilievo il ruolo del presidente della Camera Shwe Mann, considerato un possibile pretendente al ruolo di capo dello Stato, oggi ricoperto da Thein Sein

Ai progressi decisi dal governo non è corrisposta in questi mesi una altrettanto solerte attività parlamentare. Questo, spiega DVB proprio per le decisioni della Corte che ha posto nell’agenda alcuni temi, rimandandone altri, come per esempio la legge sugli investimenti stranieri.

NEPAL – I maoisti via dalla lista Usa dei terroristi

Il Partito maoista nepalese non fa più parte della lista nera delle organizzazioni terroristiche stilata dal governo statunitense. Trascorsi sei anni dalla fine della guerra civile sul tetto del mondo e quattro dalla vittoria dei maoisti alle elezioni per l’assembla costituente nepalese dopo la caduta della monarchia assoluta, la decisione di Washington, secondo il partito al governo a Kathmandu, apre la strada alla cooperazione tra i seguaci del compagno Prachanda e il governo Usa.

Fondato nel 1994, il Partito maoista condusse fino al 2006 una lotta senza quartiere alla monarchia assoluta nepalese, che in 10 anni di conflitto fece oltre 16mila morti. Nel 2003 gli Usa inserirono i maoisti nella lista delle organizzazioni terroristiche da cui sono stati cancellati ieri con una decisione che dà a organizzazioni e a società statunitensi il via libera per fare affari con gli esponenti del partito.

I maoisti guidano ora il Paese con un governo ad interim dopo il fallimento dell’assemblea, che non è riuscita a scrivere e ad approvare una nuova Costituzione nei tempi stabiliti. Per il Congresso nepalese, principale rivale di Prachanda e compagni, i maoisti devono dimostrare le loro intenzioni pacifiche non soltanto con le parole, ma soprattutto con i fatti.

THAILANDIA- Il governo striglia Birmania e Vietnam sul traffico di droga

Il vicepremier tailandese Chalerm Yubamrung ha esortato Vietnam e Birmania a fare di più per fermare il flusso di droghe che arriva nel Paese. Le sue dichiarazioni sono arrivate a commento di un sequestro di 3,2 milioni pasticche di metanfetamina compiuto mercoledì.

Secondo Yubamring la Birmania sarebbe la base per la produzione della droga, mentre dal Vietnam arriverebbe la pseudoefedrina usata per produrla.

La produzione è stata collegata alle attività dell’Esercito unito dello Stato di Wa, una delle milizie etniche in guerra contro lo Stato birmano. Il governo tailandese ha affrontato la questione con la controparte birmana durante l’ultimo vertice Asean. L’area dei ribelli è tuttavia sotto la supervisione dell’esercito, ancora forte nel Paese dei pavoni.

In tutta risposta il vicepremier ha annunciato che chiederà alla Cina di monitorare la situazione in Birmania. Il vicepremier ha inoltre criticato l’Ufficio per il controllo dei narcotici che lo aveva esortato a trattare l’argomento con cautela. In risposta Perpong Chavalit, vice segretario generale dell’ufficio ha smorzato i toni sostenendo che l’obiettivo del vicepremier era mandare un messaggio di cooperazione ai Paesi vicini.

[Foto credit: abc.net.au]