Primo giorno di incontri per le famiglie coreane divise dalla guerra degli anni Cinquanta del secolo scorso. Il Giappone mette in discussione l’assunzione di colpe per lo sfruttamento delle comfort women durante il conflitto mondiale. La Corte suprema indiana blocca la scarcerazione dei tamil coinvolti nell’omicidio di Rajiv Gandhi. COREE – Al via i ricongiungimenti familiari
Separati per sessant’anni 82 sudcoreani accompagnati dalla famiglie hanno incontrato i parenti del Nord, dai quali erano stati divisi dal conflitto degli anni Cinquanta del secolo scorso. Oggi nel compresso nel resort invernale sul monte Kumgang si è tenuto il primo di cinque giorni di incontri.
La maggior parte dei partecipanti ha ormai superato gli ottant’anni. Le riunioni sono state le prime dal 2010, quando il programma dei ricongiungimenti fu sospeso per il bombardamento coreano sull’isola di Yeonpyeong.
Sull’effettivo svolgimento degli incontri pesava l’incognita delle minacce nordcoreane che avevano legato i ricongiungimenti all’annullamento delle esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud che inizieranno come previsto lunedì. Un vertice di alto livello la scorsa settimana ha garantito che tutto andasse come concordato, senza replicare quanto successo lo scorso novembre quando gli incontri saltarono per divergenze tra le delegazioni.
GIAPPONE- Rivedere le scuse sulle comfort women
Il revisionismo continua a dettare l’agenda del governo Abe. Dopo la riforma dei manuali di scuola, il portavoce del governo di Tokyo, Yoshihide Suga, ha annunciato oggi la revisione di uno studio del 1993 che portò il governo giapponese a scusarsi ufficialmente con Seul sulla questione delle comfort.
La veridicità di uno studio basato sulle interviste a 16 donne sudcoreane che hanno ammesso di essere state costrette a prostituirsi per i soldati nipponici è ora messo in discussione, così come la dichiarazione Kohno, che riconosceva le colpe giapponesi nella vicenda. Secondo le ricostruzioni storiche almeno 200mila donne furono costrette a prostituirsi per i soldati giapponesi impegnati in Asia orientale tra gli anni Trenta e Quaranta.
La nuova mossa di Tokyo congela ulteriormente i rapporti con Seul, mentre secondo un recente sondaggio dello Asahi shimbun, la maggioranza dei giapponesi vede come prioritaria la pacificazione con i vicini asiatici.
Il 52 per cento degli intervistati sostiene infatti che sia necessario convocare al più presto un summit con Pechino e Seul. Il 56 per cento inoltre sostiene che la visita di Shinzo Abe al santuario Yasukuni dello scorso dicembre abbia avuto un impatto negativo sulla diplomazia di Tokyo.
INDIA – Bloccata la scarcerazione dei tamil coinvolti nell’omicidio Rajiv Gandhi
La Corte suprema indiana ha bloccato per questioni procedurali la scarcerazione dei militanti tamil coinvolti nell’assassinio dell’ex premie Rajiv Gandhi. “Un attacco all’anima dell’India". Così il primo ministro indiano Manmohan Singh ha definito l’omicidio, il giorno dopo la decisione del governo del Tamil Nadu di scarcerare sette ex militanti di etnia tamil coinvolti nell’attentato del 1991.
Il governo di Delhi aveva deciso con un comunicato dello stesso primo ministro di contestare ufficialmente l’iniziativa del chief minister del Tamil Nadu, Jayaram Jayalalithaa annunciata ieri. "Il rilascio degli assassini di un ex primo ministro e grande leader indiano e di altri cittadini indiani – ha scritto Singh – è contrario ai nostri principi di giustizia".
Delhi aveva inoltre chiesto alla Corte suprema indiana di bloccare il rilascio dei detenuti, sostenendo che Jayalalithaa non aveva i poteri per ordinarlo. L’alto tribunale ha dato ragione al governo federale e ha bloccato la scarcerazione di tre dei sette militanti fino alla risoluzione del caso, convocando un’udienza per il 6 marzo.
Il peso politico della vicenda appare così evidente. Secondo alcuni analisti, infatti, la mossa di Jayalalithaa era un chiaro indizio delle ambizioni politiche del chief minister in cerca del voto della maggioranza tamil in vista delle prossime elezioni.
D’altra parte, il tema dell’assassinio di Rajiv Gandhi è tema delicato per l’attuale maggioranza del Congress, che cerca di riconfermarsi come prima forza nazionale: oltre che dell’attuale primo ministro Singh, infatti, il Congress è la formazione della vedova di Rajiv, Sonia, e del figlio dei due, oggi candidato premier, Rahul.
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