Oggi in Asia – Giappone, ok al restart del primo reattore dopo Fukushima

In by Gabriele Battaglia

In Giappone la provincia di Kagoshima dà il via libera alla riattivazione della centrale nucleare di Satsumasendai nel sud dell’arcipelago giapponese. In Pakistan un poliziotto si deve difendere dall’accusa di omicidio. Condannato un regista per aver portato con sé su una base navale un direttore della fotografia cinese senza autorizzazione GIAPPONE – ok al restart centrale Satsuma sendai

Il governatore della provincia meridionale di Kagoshima ha approvato la riattivazione della centrale nucleare di Satsuma sendai.

È il primo governatore a promuovere una misura simile dopo il rafforzamento delle regole di sicurezza sugli impianti nucleari giapponesi a tre anni dal forte terremoto e tsunami di marzo 2011. Una buona notizia per il governo Abe, meno per quanti da anni protestano contro la riattivazione delle centrali del paese (50).

Rimangono infatti ancora incertezze sulla sicurezza di diversi impianti situati su faglie o vicino a vulcani attivi.

PAKISTAN – Poliziotto accusato di omicidio per blasfemia

Un poliziotto pakistano è stato arrestato con l’accusa di aver ucciso un uomo che sospettava avesse commesso atti blasfemia. L’agente ha usato un ascia per colpire la vittima alla testa e al collo .

Secondo le testimonianze, la vittima aveva manifestato in passato disturbi mentali. L’episodio segue di pochi giorni il linciaggio di una coppia di cristiani fomentato da un leader religioso di villaggio, che gli accusava di aver dissacrato il Corano.

Secondo quanto riportato dalla polizia, la vittima, un musulmano sciita, è stato ucciso mentre si trovava in una stazione di polizia dove avrebbe offeso uno dei seguaci di Maometto.

TAIWAN – Regista condannato

Il regista taiwanese Doze Niu è stato condannato con la condizionale per aver portato un direttore della fotografia cinese in visita dentro una base navale, senza prima ricevere autorizzazione. Lo scopo era visionare la location per alcune riprese.

Niu è stato condannato a cinque mesi di prigione, a pagare una multa di circa 25mila dollari e a 60 ore di servizi sociali. L’accusa è aver violato la legge che vieta ai cinesi del Continente l’accesso ad aree militare. Il regista aveva ripetutamente fatto richiesta al ministero della Difesa per aver l’autorizzazione, ricevendo sempre risposta negativa.

Alla fine lo scorso giungo era riuscito a far entrare il collega, Cao Yu, assieme ad altri componenti della troupe. 

[Foto credit: japantimes.co.jp]