Mondo Asean – Le potenzialità delle relazioni UE-Indonesia

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 2 luglio.

“Il centro di gravità globale si sta spostando verso la regione Indo-Pacifica”. Con queste parole, pubblicate in un suo articolo per il Jakarta Post, Josep Borrell ha messo in chiaro con quanta attenzione Bruxelles stia guardando agli sviluppi politici ed economici nei Paesi ASEAN. L’Alto Rappresentante UE per gli Affari esteri e Vicepresidente della Commissione Europea si era recato a inizio giugno a Giacarta in visita ufficiale, dove aveva incontrato figure di primo piano del Governo indonesiano – il Presidente Widodo, i Ministri degli Affari esteri e della Difesa, esponenti del Parlamento – e dell’ASEAN – tra cui il Segretario Generale Lim Jock Hoi.

La rinnovata attenzione dell’UE verso l’ASEAN ha molteplici ragioni. Se da un lato Bruxelles ha fatto un salto di qualità nei suoi rapporti con due Paesi membri, Vietnam e Singapore, grazie ai recenti accordi di libero scambio, rimangono delle distanze notevoli con altri Governi. Ad esempio, sul piano politico, l’UE ha risposto al coup in Myanmar con una serie di sanzioni contro alcune personalità legate al Tatmadaw e, l’anno scorso, alle ripetute violazioni dei diritti umani in Cambogia con la revoca del regime commerciale di favore EBA (Everything But Arms). Sul piano commerciale, Bruxelles è stata adita due volte in giudizio innanzi alla World Trade Organization (WTO) per le sue misure sull’olio di palma e i biocarburanti con esso prodotti, rispettivamente da Kuala Lumpur e da Giacarta. Nonostante la disputa legale in corso, il futuro dei rapporti commerciali tra UE e Indonesia è promettente e un rafforzamento della cooperazione, anche politico-strategica, con lo Stato più popoloso dell’ASEAN è nel pieno interesse di Bruxelles. Borrell è stato chiaro sul punto: “il potenziale del nostro rapporto è inespresso. Possiamo fare molto di più”. 

Sul piano commerciale, i negoziati per l’Accordo di libero scambio tra UE e Indonesia sono in fase avanzata ed entrambe le parti sembrano interessate ad accelerare i tempi. Uno dei dossier più caldi, la questione dell’olio di palma, potrebbe essere spostato su un altro tavolo negoziale, così da raggiungere un compromesso separato e rendere più agevole il confronto sul capitolo TSD (Commercio e Sviluppo Sostenibile) dell’Accordo. Borrell stesso sembra aver suggerito questo approccio nel corso della sua visita a Giacarta. Le discussioni sugli altri capitoli proseguono in modo positivo, nonostante su alcuni temi sia più complesso trovare un punto di incontro – ad esempio, sulle barriere tecniche al commercio (TBT), sull’accesso agli appalti pubblici e sulla tutela dei diritti di proprietà intellettuale. L’Accordo conterrà un capitolo dedicato agli investimenti, tema particolarmente caro al Governo indonesiano. Risale allo scorso 4 marzo il regolamento attuativo della Omnibus Law, l’ambizioso piano di riforme economiche di Giacarta che ha aperto il Paese agli investimenti stranieri in molti settori – tra cui telecomunicazioni, trasporti, energia, servizi edili – e ha previsto vari incentivi per attrarli. Questa apertura potrebbe essere rafforzata ulteriormente dall’Accordo di libero scambio e portare nuove opportunità alle imprese europee. Per il momento, il mercato indonesiano è particolarmente favorevole ai competitors dei Paesi che hanno sottoscritto il RCEP (Regional Comprehensive Economic Partnership, l’accordo commerciale tra Paesi ASEAN, Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda). In particolare, l’Indonesia ha bisogno di investimenti stranieri sulle sue infrastrutture, la cui inadeguatezza costituisce un ostacolo per la crescita economica del Paese, e la Cina si è dimostrata ben lieta di intervenire, approfittando delle recenti aperture.

L’appeal degli investimenti cinesi, oltre al supporto ricevuto nella gestione della crisi COVID-19, sta spingendo il Governo indonesiano a riallacciare i rapporti con Pechino, particolarmente tesi in passato a causa delle dispute sulle zone di pesca nel Mar Cinese Meridionale. La crescente influenza cinese nella regione rientra senza dubbio tra i motivi che hanno spinto l’UE e alcuni suoi Stati membri – Francia, Germania e Paesi Bassi – a formulare una nuova e più coraggiosa “strategia Indo-pacifica” che passa proprio da Giacarta. Se il dialogo con Myanmar e la Cambogia è difficile a causa delle divergenze molto profonde – di cui la Cina ha approfittato per aumentare la sua influenza in questi due Paesi – sulla forma di Stato e sulla tutela dei diritti, l’UE non ha problemi a riconoscere nell’Indonesia “una delle più grandi democrazie ed economie al mondo” e un Paese like-minded, quasi a voler sottolineare l’intenzione di voler collaborare anche sul piano politico, oltre che commerciale. Giacarta ha lanciato segnali incoraggianti in questo senso: dopo il colloquio con Borrell di inizio giugno, la Ministra degli Affari esteri Retno Marsudi ha ribadito l’impegno del suo Governo a ottenere la nomina di un inviato ASEAN per il Myanmar, la cessazione delle violenze e la liberazione dei prigionieri politici da parte delle forze golpiste birmane.

La cooperazione politica potrebbe diventare presto anche strategica. L’UE ha espresso l’intenzione di essere presente nel Sud-Est asiatico anche con le proprie marine militari. Si tratta di un cambiamento non da poco per Bruxelles, alla ricerca di un approccio pragmatico in equilibrio tra cooperazione – economica e politica – e proiezione strategica nell’Indo-pacifico, anche per bilanciare il protagonismo cinese. L’Indonesia – che, tra l’altro, ricoprirà la presidenza del G20 il prossimo anno, subito dopo l’Italia – è sicuramente un partner fondamentale, probabilmente necessario, per concretizzare questa nuova visione.

A cura di Pierfrancesco Mattiolo

 

Il Nature Compact non può fare a meno del Sud-Est asiatico
Conservare risorse naturali e biodiversità per far fronte al cambiamento climatico: è l’obiettivo del Nature Compact promosso dai leader del G7, le cui negoziazioni si sono tenute virtualmente a giugno. La pandemia ha reso più difficile impegnare i governi nazionali in iniziative globali legate al clima. Nelle agende politiche di alcuni Paesi del mondo, la gestione della crisi sanitaria e l’impegno per la climate action sono state coinvolte in un trade-off che ha visto sacrificare, temporaneamente, le istanze per la sostenibilità. I colloqui sul nuovo accordo per la Natura si sono tenuti virtualmente: “Riuscite a immaginare un Accordo di Parigi negoziato online?” ha detto Basile van Havre, co-presidente del gruppo che sviluppa l’accordo per la Convenzione delle Nazioni Unite sulla diversità biologica (CBD). Il prossimo stage della negoziazione è previsto per agosto. Il vero punto debole dell’accordo, però, è l’assenza di rappresentanti per il Sud-Est asiatico. La Cambogia è la sola in ASEAN ad aver aderito all’obiettivo di conservare almeno il 30% della terra e degli oceani entro il 2030 (l’iniziativa “30×30”). Brian O’Donnell, direttore di Campaign for Nature, ha affermato: “Data l’incredibile biodiversità nella regione (…) i Paesi dell’ASEAN sono una voce chiave per sostenere il 30×30″. Il Sud-Est asiatico copre solo il 3% della superficie terrestre, ma ospita ben 3 dei 17 Paesi “megadiversi” del mondo: Filippine, Malesia e Indonesia, veri gioielli della biodiversità. Laos, Indonesia e Cambogia, soggetti ad alti tassi di deforestazione, sono invece tra i primi Paesi per perdita di foreste primarie. La conservazione degli ecosistemi, oltre a poter generare 395 milioni di posti di lavoro e circa 10 trilioni di dollari in opportunità commerciali entro il 2030, ha un ruolo nel prevenire epidemie di malattie infettive come il Covid-19. Il contributo dei Paesi ASEAN all’impegno globale per la tutela dell’ambiente è quindi una risorsa irrinunciabile.

 

Myanmar, l’industria della giada finanzia la giunta militare

Secondo il report “Jade and Conflict: Myanmar’s Vicious Circle”, appena pubblicato dall’ONG Global Witness, la giunta militare del Myanmar ha rafforzato la presa sul redditizio commercio di giada, innescando un’ondata di rinnovata violenza nelle regioni minerarie e spingendo ulteriormente il settore verso l’illegalità. L’industria della giada in Myanmar vale più di 30 miliardi di dollari, quasi la metà del PIL del Paese, e il colpo di stato ha permesso ai militari di riprendere il controllo diretto della burocrazia normativa e delle licenze, inclusa l’azienda statale Myanmar Gems Enterprise. Pare che il settore stia diventando un fondo illecito dei militari e una fonte di patrocinio politico che può consentire alla dittatura di prosperare. Il controllo del multimiliardario settore della giada da parte dell’esercito birmato era già aumentato negli anni precedenti il ​​golpe, anche se il governo civile guidato dalla National League for Democracy (NLD) ha compiuto vari sforzi per riformare l’industria. Nel 2016 il governo della NLD ha sospeso tutte le licenze di giada, promettendo una serie di riforme. Tuttavia, i funzionari militari e i loro alleati si sono spesso opposti a tali tentativi di riforma al fine di espandere ulteriormente il loro dominio nel settore. Secondo Global Witness, i militari sarebbero pronti a riavviare il processo sospeso di emissione dei permessi minerari al fine di generare denaro rapido a sostegno della sua illegittima amministrazione, spianando così la strada alla corruzione. Il report dichiara che la corruzione nel settore della giada ha raggiunto i più alti ranghi dell’esercito, compresa la famiglia del comandante in capo Min Aung Hlaing. Da non sottovalutare anche il numero crescente di gruppi armati etnici e milizie coinvolti nel commercio della giada, come l’Esercito per l’Indipendenza Kachin e l’Esercito Arakan. L’organizzazione ha invitato la comunità internazionale a vietare immediatamente l’importazione di tutta la giada e le pietre preziose estratte in Myanmar, ribadendo che la Cina, in quanto principale importatore di giada, ha un ruolo chiave nell’affrontare la corruzione e i conflitti legati al suo commercio.

 

Società

Il calcio europeo in ASEAN

BeIN Sports rafforza ulteriormente il suo legame con la UEFA, trasmettendo diverse competizioni europee quali Champions League ed Europa League in sette dei dieci Paesi membri dell’ASEAN. 

Calcio e Finanza: https://www.calcioefinanza.it/2021/06/23/accordo-uefa-bein-la-tv-di-al-khelaifi-trasmettera-la-champions-nel-sud-est-asiatico/

Diritto

Diritto internazionale e ASEAN

I dieci Stati del Sud-Est asiatico che nei decenni si sono uniti nell’Association, hanno economie, culture, religioni e naturalmente ordinamenti giuridici molto diversi e hanno stipulato negli anni accordi e trattati di diverso tipo, su cui è necessaria maggiore chiarezza.

Modern Diplomacy: https://moderndiplomacy.eu/2021/06/24/understanding-the-different-thinkers-and-the-issue-of-compliance-in-asean/ 

Politica

Giovani ASEAN

In un interessante workshop della scorsa settimana, esperti e giovani da tutti i Paesi della regione approfondito le tematiche della leadership giovanile nel Sud-Est asiatico alla luce della quarta rivoluzione industriale.

The Asia Foundation: https://asiafoundation.org/2021/06/23/young-asean-leaders-reimagine-the-workforce-of-the-future/ 

Finanza

Mercato azionario in ASEAN

Secondo gli esperti di DBS, ci saranno scenari positivi per i titoli delle società tech della regione, spinti dalla crescente domanda di veicoli elettrici e autonomi, reti wireless 5G e smart homes.

The Business Times: https://www.businesstimes.com.sg/asean-business/brokers-take-dbs-positive-on-asean-tech-stocks-on-new-demand-drivers 

Geopolitica

Mar Cinese Meridionale

Airbus sta vendendo il suo C295 tactical airlifter a un misterioso cliente del Sud-Est asiatico e sta soddisfacendo un ordine di follow-on per la Thailandia, ha annunciato la società. 

AGC Communication: https://www.agcnews.eu/mar-cinese-meridionale-quale-cliente-segreto-compra-da-airbus/ 

Energia

Indonesia e petrolio

Pertamina International Shipping, una nuova unità della compagnia nazionale indonesiana del petrolio Pertamina, ha in programma di spendere oltre quattro miliardi di dollari nei prossimi sette anni per rinnovare la sua flotta di navi.

Reuters: https://www.reuters.com/business/energy/indonesias-pertamina-shipping-unit-spend-4-bln-upgrades-2021-06-25/ 

Società

Demografia indonesiana

Lo scorso gennaio, l’istituto di statistica indonesiano Badan Pusat Statistik ha pubblicato i primi risultati del censimento della popolazione del 2020, sollevano negli osservatori molte domande sul futuro demografico ed economico dell’Indonesia.

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2021/06/22/maximising-indonesias-demographic-dividend/  

Geopolitica

ASEAN tra Cina e USA

Secondo il Direttore esecutivo dell’Asian Trade Centre, Deborah Elms, il posizionamento futuro dell’ASEAN nel contrasto tra il colosso cinese e quello americano, dipenderà molto dalla chiarezza delle posizioni degli Stati Uniti, che potrebbero far spostare in un senso o nell’altro i Paesi del Sud-Est asiatico.

The Edge Markets: https://www.theedgemarkets.com/article/asean-positioning-uschina-rivalry-depends-clarity-us-policies-—-expert 

Sicurezza

Cyber security in Vietnam

Diversi esperti di sicurezza digitale vietnamiti hanno preso parte lo scorso 24 giugno allASEAN-Japan Drill, con l’obiettivo di migliorare la cooperazione tra il Giappone, il Vietnam e gli altri Paesi del Sud-Est asiatico nell’affrontare crisi di cyber security transnazionali.

Vietnam +: https://en.vietnamplus.vn/vietnam-joins-aseanjapan-cybersecurity-drill/203604.vnp 

Economia

Cooperazione Brasile-ASEAN

Si è tenuto lo scorso venerdì 25 giugno un incontro virtuale per parlare di relazioni economiche tra Diplomatici e responsabili degli uffici commerciali dell’ASEAN e imprenditori provenienti dallo Stato brasiliano del Rio Grande do Sul.

Vietnam+: https://en.vietnamplus.vn/asean-brazilian-state-look-to-promote-images-trade/203673.vnp 

Business

Produzione di chip a Singapore

Il produttore di semiconduttori statunitense GlobalFoundries ha annunciato un nuovo impianto di fabbricazione di chip da 4 miliardi di dollari nella città-Stato. Attivo dal 2023, lo stabilimento dovrebbe garantire circa 1.000 nuovi posti di lavoro.

Asia Times: https://asiatimes.com/2021/06/singapore-joins-chip-gold-rush-with-4bn-plant/ 

Economia
Boom dell’Export di auto in ThailandiaMentre il turismo, asset fondamentale dell’economia thai, stenta a ripartire a causa della pandemia, l’export di auto cresce e potrebbe raggiungere numeri record quest’anno.

Channel News Asia: https://www.channelnewsasia.com/news/business/thailand-booming-automotive-exports-plug-tourism-hole-15122102