Mondo Asean – Le ambizioni spaziali asiatiche

In Mondo Asean, Sud Est Asiatico by Redazione

Da alcuni dei più antichi programmi spaziali del mondo (Indonesia) a paesi con un’esperienza molto limitata anche nelle applicazioni di dati satellitari (Cambogia), da sforzi nazionali puramente accademici e commerciali (Singapore) a forti programmi controllati dal governo (Vietnam): i Paesi membri dell’ASEAN coprono l’intero spettro dei casi possibili quando si tratta di programmi spaziali, con ambizioni chiare e funzionali al proprio sviluppo. Poi i veicoli elettrici in Thailandia e la corsa cinese al nickel indonesiano

L’Associazione Italia-Asean nasce nel 2015. La sua missione è quella di rafforzare il legame e rendere più evidenti le reciproche opportunità, sia per le imprese che per le istituzioni. Qui pubblichiamo la newsletter Italia-Asean del 25 febbraio.

Dati i livelli estremamente diversi delle industrie spaziali nella regione, non sorprende che non ci siano priorità spaziali in cima all’agenda dell’Associazione. Non solo le spese spaziali e lo stato di preparazione delle infrastrutture variano da paese a paese, ma ci sono ancora membri che non dispongono di agenzie specializzate per le questioni spaziali.

La cooperazione internazionale svolge quindi un ruolo chiave nello sviluppo dei programmi spaziali dei paesi ASEAN. Si cerca la collaborazione con nazioni con maggiore esperienza, che abbiano risorse finanziarie e competenze tecniche, e che siano disposte a supportare i programmi dei paesi con minori capacità. Poiché non ci sono potenze spaziali affermate nella regione del sud-est asiatico, è essenziale che questi paesi guardino un po’ più lontano, più precisamente a Stati Uniti, Giappone, India e Cina per fondi, tecnologia e formazione.

La “corsa allo spazio” del sud-est asiatico ha obiettivi più ridimensionati ma non per questo meno importanti: garantire che le risorse naturali non vengano sprecate ed evitare potenziali disastri ambientali. Sulla base del Piano d’azione dell’ASEAN per la Scienza, la Tecnologia e l’Innovazione 2016-2025, l’Associazione è attualmente a metà del suo percorso verso il miglioramento delle capacità in tre aree prioritarie: geoinformatica (es. telerilevamento, GNSS, GIS), applicazioni della tecnologia spaziale (ad es. riduzione del rischio di catastrofi, monitoraggio dell’ambiente e delle risorse, comunicazioni) e satelliti (ad es. nano, micro e piccoli satelliti, ecc.).

Un chiaro esempio viene dal Myanmar. Sembrerebbe un momento insolito per concentrarsi sull’invio di satelliti nello spazio mentre i conflitti civili infuriano e il COVID-19 continua a diffondersi. Tuttavia, il programma spaziale birmano, sviluppato in collaborazione con l’Università di Hokkaido e l’Università di Tohuku in Giappone, mira a migliorare la connettività, mitigare l’impatto dei disastri naturali e aumentare la produzione agricola. Ed ecco come: nell’agosto 2019 è stato lanciato Myanmar-sat2 per fornire servizi di distribuzione video e a banda larga migliorati. Con il nuovo satellite, e con quelli futuri, il Myanmar non dovrà più pagare una cifra pari a 10 (o più) milioni di dollari all’anno per noleggiare canali satellitari da Cina, Thailandia, Stati Uniti e Vietnam. In questo modo, per esempio, sarà possibile mostrare agli agricoltori cosa sta succedendo ai raccolti nei campi che possono essere difficili da raggiungere in determinati periodi dell’anno. Inoltre tali strumenti allerterebbero le autorità circa cambiamenti o stravolgimenti in aree remote che altrimenti passerebbero inosservati, consentendo di contrastare pratiche illegali come il disboscamento o l’estrazione mineraria prima che vengano arrecati seri danni all’ambiente locale. Ma, principalmente, i satelliti monitoreranno i fenomeni meteorologici, come i tifoni, e rileveranno l’attività sismica, consentendo alle autorità di evacuare a tempo debito persone e bestiame. Inoltre, in caso di disastro avvenuto, i satelliti forniranno agli analisti dati sui tempi di recupero delle aree interessate. È per tali fini che il Myanmar si è unito alla “super-costellazione” di nove nazioni asiatiche, tra cui anche Indonesia, Filippine e Vietnam, per lanciare e monitorare microsatelliti, condividendo tecnologia e dati osservativi.

Le stesse università giapponesi che collaborano con il Myanmar hanno aiutato anche le Filippine a lanciare un satellite nel 2016 che si è rivelato fondamentale per rilevare una malattia nei campi di banane. Tuttavia, il Philippine Space Development Act è stato approvato solo a dicembre 2018. Il disegno di legge prevede una politica di sviluppo e utilizzo dello spazio che funzionerà da tabella di marcia strategica per il futuro sviluppo spaziale.

Quanto alla Thailandia, invece, agli inizi degli anni Duemila il paese ha firmato un accordo bilaterale con la Francia per co-sviluppare il Thailand Earth Observation Satellite (Theos). I dati di Theos sono stati utilizzati per mappare le aree contese tra Cambogia e Thailandia, monitorare l’area delle colture agricole, ottenere aggiornamenti sulle situazioni di inondazione e per vari aspetti della gestione delle risorse naturali. Theos-2, che è stato approvato nel 2017 e il cui lancio era inizialmente previsto per il 2020, dovrebbe essere messo in orbita nel 2022.

Più indietro si collocano Laos, Cambogia, Brunei, mentre più ambizioso è il Vietnam. Fu di fatto un astronauta vietnamita, Pham Tuân, il primo uomo del sud-est asiatico ad andare nello spazio nel 1980. Il Vietnam, che nel 2017 ha annunciato che entro il 2022 avrebbe prodotto un satellite proprio e che sarebbe diventato “uno dei Paesi leader della regione in questo campo”, sta sviluppando, in collaborazione con il Giappone,  due tipi di satelliti dotati di radar dal peso di 600 kg chiamati LOTUSat-1 e LOTUSat-2 il cui lancio è previsto per il 2023.

Ma ad avere il programma spaziale più avanzato all’interno dell’ASEAN è l’Indonesia, avendo istituito la prima agenzia spaziale nazionale della regione ASEAN nel 1963, la LAPAN. Data la sua posizione e le sue condizioni geomorfologiche, l’Indonesia ha da tempo riconosciuto l’importanza della tecnologia spaziale per il suo sviluppo. Gran parte del programma spaziale indonesiano si concentra su applicazioni di comunicazioni spaziali, satelliti meteorologici, satelliti di telerilevamento e studi sugli aspetti socioeconomici e legali della tecnologia spaziale. Inoltre, in linea con la sua politica nazionale, l’Indonesia lavora alle sue capacità di lancio e ad altre tecnologie strategiche: l’obiettivo è l’autosufficienza nelle attività spaziali, arrivando a lanciare un satellite di produzione propria entro il 2040. Il paese, infine, sta aumentando il suo impegno negli affari spaziali globali, come dimostrato dalla partecipazione attiva agli Space Economy Leaders Meetings, un nuovo formato creato nel G20 dall’Arabia Saudita e poi ereditato dall’Italia. 

Infine, l’incursione di Singapore nello spazio è stata più recente rispetto ad altri paesi dell’ASEAN. Tuttavia, date le sue risorse finanziarie e tecnologiche, Singapore ha progredito rapidamente. Ad oggi, si concentra principalmente sull’uso della tecnologia spaziale per le comunicazioni, il controllo delle risorse e la ricerca accademica. La città-stato sta di fatto costruendo un pool di talenti con competenze tecniche nelle tecnologie satellitari, con numerosi programmi universitari che offrono corsi pertinenti. Il Satellite Technology and Research Center (STAR) della National University Singapore, per esempio, offre corsi per studenti universitari e post-laurea al fine di formare la manodopera necessaria per fare del Paese una punta dell’industria di veicoli spaziali.

A cura di Fabrizia Candido

 

La Thailandia punta sui veicoli elettrici

La Thailandia accelera sull’automotive. Il Paese che ad oggi è già il più grande centro di produzione di automobili del Sud-Est asiatico e ospita i più grandi marchi del mondo, punta ora a spronare le case automobilistiche a investire di più e rendere la nazione un centro  di produzione di auto più pulite. Va in questa direzione il pacchetto di incentivi che il governo ha approvato per dare impulso a questo cambiamento con l’obiettivo di incoraggiare automobilisti e aziende a passare all’elettrico. Le misure per il 2022 e il 2023, approvate dal gabinetto in queste settimane, includono sovvenzioni tra 70.000 baht e 150.000 baht ($2.200 e $4.600) e un abbassamento dei dazi sulle importazioni che se oggi possono arrivare all’80% scenderanno tra il 20% e il 40%. Le case automobilistiche che beneficiano del programma dovranno iniziare a produrre veicoli elettrici in Thailandia entro il 2024 con l’obiettivo di arrivare al 30% della produzione entro il 2030. Tra i principali gruppi internazionali, nel 2022 sarà già operativa Mercedes-Benz, mentre Mitsubishi Motor e SAIC prevedono di iniziare nel 2023, così come una joint venture tra il gruppo energetico statale thailandese PTT e la taiwanese Foxconn. L’impresa stabilirà prima una fabbrica nella Thailandia orientale in grado di produrre circa 50.000 veicoli all’anno. L’obiettivo è di espandere la capacità a circa 150.000 veicoli entro il 2030. Per promuovere l’uso dei veicoli elettrici  PTT ha anche iniziato un servizio di noleggio auto con veicoli elettrici di altre case automobilistiche e sta installando caricatori nelle stazioni di servizio in tutto il Paese. Bangkok cerca anche di riorientare le priorità delle aziende giapponesi, cui fa capo il 90% della produzione automobilistica thailandese, che al momento si concentrano su ibridi e modelli convenzionali a benzina e hanno dato la priorità alla costruzione di capacità EV negli Stati Uniti e in Europa. La Thailandia vuole diventare uno snodo fondamentale per la nuova frontiera elettrica.

 

La corsa cinese al nichel indonesiano

Il gigante cinese dell’acciaio inossidabile, Tsingshan Holding Group Ltd, sta investendo miliardi di dollari nel nichel indonesiano. L’Indonesia deve fare i conti con la crescente domanda di nichel da parte della Cina, ma il governo guidato da Joko Widodo ha adottato varie misure per svincolare l’economia indonesiana dalla dipendenza dal commercio internazionale delle sue ricche materie prime. La sua strategia mira a “rivitalizzare l’industria di lavorazione” dei minerali, limitando l’esportazione di prodotti grezzi e dando nuovo vigore all’economia interna. Già in passato l’Indonesia aveva imposto divieti simili, come una legge del 2009 che richiedeva alle aziende di lavorare queste risorse a livello locale prima di rivolgersi all’estero. Recentemente, la domanda di batterie per veicoli elettrici è salita alle stelle, incontrando un deficit dell’offerta che ha aumentato il prezzo di nichel e litio. La Cina è il più grande mercato automobilistico del mondo, e le sue vendite di automobili che impiegano fonti alternative di energia è quasi triplicato dal 2020 al 2021. Pechino, però, ha riserve ridotte (meno del 3% del totale mondiale) mentre l’Indonesia ospita il 23,7% dei giacimenti di nichel, e ha prodotto nel 2020 quasi un terzo del totale globale. Per questo l’Indonesia ha attirato l’attenzione delle aziende cinesi, che ora stanno canalizzando miliardi di dollari di investimenti per creare fonderie di nichel nel Paese. Secondo alcuni osservatori, il governo di Joko Widodo sta prendendo in considerazione un inasprimento dei divieti di esportazione, come l’inclusione di prodotti con un contenuto di nichel fino al 40%, oppure l’imposizione di una tassa all’esportazione sui prodotti realizzati con una percentuale di nichel inferiore al 70%. Nonostante questo, le società metallurgiche cinesi continuano a puntare sull’Indonesia, anche perché le risorse del Paese del Sud-Est asiatico sono le più vaste al mondo e continuano ad attrarre attenzione a livello globale.

 

 

Finanza

Hong Kong-Singapore

Hong Kong e Singapore da tempo ormai si contendono la leadership per il primato di hub finanziario più importante del continente asiatico e il boom della domanda di azioni cinesi ha acuito queste tendenze.

Financial Times: https://www.ft.com/content/8f19d4bd-5474-45a1-b9b8-8b9432b774d1 

 

Sicurezza No-fly zone in Myanmar

Dal golpe del febbraio 2021, non si sono mai placate le tensioni tra giunta militare e manifestanti pro-democrazia, culminate in sanguinosi scontri armati. Avendo i militari il comando totale dell’aria e delle tratte aeree, gli oppositori al regime chiedono all’ONU e alle potenze straniere l’imposizione di una no-fly zone.

East Asia Forum: https://www.eastasiaforum.org/2022/02/19/a-no-fly-zone-wont-fly-in-myanmar/ 

Economia

Crescita malese

L’economia della Malesia ha registrato un buon tasso di crescita nel 2021 superando il 3% e con buone prospettive per il 2022 ma viste le tante incertezze della pandemia, le autorità non sono ancora pronte a terminare le quarantene per i viaggiatori e a riaprire le frontiere.

Asia Times: https://asiatimes.com/2022/02/malaysian-economy-grows-but-pandemic-risks-remain/ 

Business

Sanità indonesiana 

Grazie alla legge Omnibus, il settore ospedaliero indonesiano è ora accessibile al 100% agli investimenti stranieri e ci si aspetta che l’industria sanitaria dell’Indonesia assista ad un’espansione continua di pari passo con lo sviluppo della classe media.

ASEAN Briefing: https://www.aseanbriefing.com/news/foreign-investment-opportunities-in-indonesias-hospital-sector/ 

 

Geopolitica

Relazioni India-ASEAN

Nonostante alcuni sondaggi circolati nel Paese nelle scorse settimane, secondo i quali la fiducia degli Indiani verso l’ASEAN sia in forte calo, il Ministro degli Esteri indiano S Jaishankar rilancia sulle relazioni Nuova Delhi-Giacarta respingendo queste voci.

The Print: https://theprint.in/world/indias-relations-with-asean-growing-well-says-eam-jaishankar/838836/ 

 

Infrastrutture

Ponti thailandesi

Il sito candidato per la nuova porta d’accesso all’Oceano Indiano immaginata dalla Thailandia è una piccola penisola che sporge nel Mare delle Andamane ma il progetto infrastrutturale finisce nella disputa Cina-USA e potrebbe prossimamente coinvolgere anche il Giappone.

Nikkei Asia: https://asia.nikkei.com/Spotlight/Comment/Thai-land-bridge-project-caught-in-Sino-U.S.-tug-of-war 

EconomiaCatene di approvvigionamento 

Nei fast food del Sud-Est asiatico si assiste ad una singolare problematica: la mancanza di patatine fritte ed il problema è sempre quello della catena di approvvigionamento dovuta al rallentamento delle spedizioni di prodotti congelati dagli Stati Uniti e dall’Europa.

Fortune: https://www.fortuneita.com/2022/02/20/nei-fast-food-del-sud-est-asiatico-ce-un-problema-con-le-patatine-fritte/ 

GeopoliticaCorea del Sud

Seul si sta affermando come uno dei maggiori player a livello mondiale e la strategia coreana per il Sud-Est asiatico rimarca l’interesse per l’ASEAN, che negli ultimi cinque anni ha assunto un ruolo di primo piano nella politica estera soprattutto del Presidente Moon Jae-in.

ISPI: https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/il-balzo-della-tigre-33398 

 

Economia

PIL vietnamita

In un contesto di economia globale che dovrebbe crescere a circa il 4% nel 2022, secondo la Standard Chartered Bank, l’economia del Vietnam dovrebbe registrare un forte miglioramento, con una crescita del 6,7% quest’anno e del 7% nel 2023.

The Star: https://www.thestar.com.my/aseanplus/aseanplus-news/2022/02/20/vietnam039s-economy-to-grow-at-67-per-cent-in-2022-says-standard-chartered 

 Geopolitica

USA-Cambogia

Lo scorso 7 febbraio, il Primo Ministro cambogiano Hun Sen ha rivelato di aver ricevuto una lettera dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden che invitava lui, come attuale Presidente dell’ASEAN, e gli altri leader del blocco, ad un vertice speciale a Washington, previsto nei prossimi mesi. Cosa c’è da aspettarsi?

 

 

The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/02/can-bidens-special-asean-summit-be-a-salve-for-strained-us-cambodia-ties/

 

 

AmbienteLe foreste dell’ASEAN

Organizzati da un gruppo di ricercatori interessati alla tutela dell’ambiente, i podcast di Green Pulse spiegano come la protezione delle foreste del Sud-Est asiatico possa generare una serie di benefici per le comunità, che intaccano la qualità della vita e il benessere sociale.

 

 

The Straits Times: https://www.straitstimes.com/singapore/environment/green-pulse-podcast-asean’s-forests-with-benefits

 

Politica

Crisi birmana 

Il Governo ombra del Myanmar, formatosi dopo il golpe dello scorso anno, deve affrontare molte sfide complesse, tra cui quella di interloquire con le milizie locali in opposizione alla giunta militare al potere.

 

 

The Diplomat: https://thediplomat.com/2022/02/the-dilemma-facing-myanmars-national-unity-government/