La tradizione della seta in Cina: dalla leggenda alla pratica

In Cina, Cultura, La Piccola Via della Seta by Redazione

È pressoché impossibile scindere i processi storici che hanno reso la seta il materiale pregiato conosciuto oggi in tutto il mondo dalla valenza culturale che questa ha assunto – e che ha contribuito a formare – all’interno della tradizione cinese. Sebbene sia complicato rintracciare le vere radici della sua nascita e scoperta poiché, come spesso accade, miti, leggende e realtà storica sono andati via via intrecciandosi attorno alle sue origini, sappiamo però che la tradizione della seta vanta in Cina una storia di più di 5000 anni.

Considerato pregiato e notoriamente prezioso, questo materiale – le cui tecniche di produzione sono state a lungo tenute segrete e gelosamente custodite dai cinesi – è prodotto da un insetto: il Bombyx mori, ovvero il bombice di gelso più comunemente conosciuto come “baco da seta” 蚕 (cán). Il motivo per cui si ritiene che la Cina sia il luogo d’origine indiscusso della seta risiede nel fatto che proprio qui crescevano in modo naturale gli alberi di gelso bianco 桑 (sāng), di cui il baco da seta è particolarmente ghiotto, e d’altronde numerose sono le testimonianze scritte riguardanti la seta già a partire dal 3000 a.C.

La tradizione fa risalire la scoperta della seta 丝绸 (sīchóu) all’Imperatrice Xi Ling Shi (西陵 o Leizu), moglie dell’Imperatore Giallo, vissuta nel 28° secolo a.C., ricordata proprio per questo anche come “Signora dei bachi da seta” 蚕故 (Cángū).  Secondo la leggenda, l’imperatrice stava prendendo il tè in giardino, sotto un albero di gelso, quando il bozzolo di un baco cadde nella sua tazza e, nel tentativo di tirarlo fuori, cominciò a sfilarsi grazie anche al calore della bevanda: il filo prodotto colpì la donna per la sua lucentezza e la sua resistenza e questa comprese che poteva essere un ottimo materiale per la tessitura. L’altra cosa che notò fu che all’interno del bozzolo si nascondeva quel piccolo esserino, il baco, che si nutriva delle foglie degli alberi di gelso che crescevano nel suo giardino. Sembra che proprio in questo modo sia nata la tradizione della seta e la sericoltura – da notare però che quest’ultimo termine è stato introdotto in tempi più recenti – ed è andata delineandosi la tecnica di allevamento dei bachi da seta. L’imperatrice viene ricordata come la prima sericoltrice, nonché come colei che inventò il primo telaio e colei che è anche entrata a far parte del pantheon delle divinità cinesi con il nome di “Madre del baco da seta” 蚕奶奶 (Cán Năinăi).

Possiamo ricondurre l’inizio della tradizione della seta al momento in cui si comprese che i bachi potevano essere allevati e fin dagli albori la sua lavorazione è legata alla figura della donna, basti pensare che tutti i vari processi a partire dall’allevamento e dalla cura del baco, alla gestione degli alberi di gelso fino alla tessitura erano tutti ritenuti lavori riservati alle donne e, addirittura, per questa ragione i nomi con cui venivano indicati i vari stadi che il bruco doveva attraversare fino alla sua trasformazione in baco erano tutti associati al mondo femminile. Ad esempio, durante lo stadio larvale, che dura circa tre settimane, il bruco è associato ad una “ragazza che mangia” quando si nutre, a una “ragazza che dorme” quando è immobile e ad una “vecchia ragazza” quando arriva alla maturità.

Quando si pensa alla seta normalmente si richiama alla mente questo tessuto “nobile”, utilizzato nei modi più disparati, come vestiario e ornamento, come supporto scrittorio sostitutivo del bambù prima dell’invenzione della carta o addirittura come filo interdentale, ma raramente si arriva a immaginare tutto l’universo culturale, formato da credenze, pratiche e folklore, che questo materiale abbraccia e a cui dà vita, tanto da essere celebrato tutt’oggi nel Museo della Seta di Suzhou e nel Sunac Guangzhou Grand Theatre, di più recente costruzione.

Un legame che spesso non viene menzionato è quello tra la seta e l’astrologia, la divinazione e le condizioni metereologiche: per garantire buoni raccolti, sempre esposti agli eventi naturali, climatici e al fato, si sosteneva che se fosse piovuto il quinto giorno del primo mese, il secondo giorno del secondo mese e il terzo giorno del terzo mese, allora la stagione non sarebbe stata buona per il raccolto oppure si sosteneva che se il valore delle foglie di gelso fosse stato uguale in peso al valore del rame, allora il raccolto sarebbe stato prospero. Inoltre, esiste un’intrinseca e interessante relazione tra le pratiche connesse alla sericoltura e l’amore romantico o carnale e all’erotismo, poiché normalmente gli incontri liberi tra uomo e donna erano proibiti e i matrimoni erano organizzati, ma nel periodo della coltura dei gelsi e dell’allevamento dei bachi uomini e donne riuscivano ad incontrarsi liberamente… e gli intrecci culturali con la vita popolare e le antiche pratiche e credenze non si esauriscono di certo con questi esempi.

Tutto questo spiega solo in parte il mistero che si cela dietro questo materiale e la volontà da parte dei cinesi di tenerne segrete le tecniche di produzione, nonché di controllarne la diffusione. Infatti, oltre alle motivazioni legate all’aspetto culturale ve ne sono altre legate a quello che potremmo definire “vile danaro”: la seta era talmente preziosa da essere considerata come oro, infatti nel periodo fiorente della Via della Seta il tessuto prodotto dal Bombyx mori venne utilizzato come valùta in cambio di pietre preziose, incensi, spezie, ma anche “merci umane” come concubine, schiavi, spose. Conoscere i segreti della seta era come avere il controllo e il monopolio delle proprie e delle altrui finanze, poiché questa andava a configurarsi come l’interfaccia antica del commercio internazionale e non c’è da stupirsi se il desiderio di molti paesi era quello di appropriarsi di questi segreti per ottenere quello che oggi chiameremmo “potere economico e finanziario”.

di Claudia Comite e Sara Colaiaco*

*Studentesse della magistrale in Lingue e civiltà orientali presso “La Sapienza” di Roma, su Instagram Facebook curano la pagina La Piccola Via della Seta, cui è correlato l’omonimo blog su WordPress, con il fine di contribuire ad una maggiore divulgazione e comprensione della cultura cinese