La prima cinese nello spazio

In by Simone

La Cina è pronta a inviare in orbita la sua prima astronauta donna. Le candidate sono due, entrambe con caratteristiche fisiche perfette e un curriculum d’eccezione. Ne rimarrà solo una. Per lei si prospetta un viaggio duro, ma alleviato da tutti i comfort che un laboratorio spaziale può offrire. La Cina si prepara a mandare nello spazio la prima donna astronauta, e l’attenzione per l’evento è – letteralmente – alle stelle.

La donna sarà trasportata nello spazio, insieme ad altri due astronauti di sesso maschile, dalla navicella Shenzhou-9, che attraccherà il laboratorio orbitante Tiangong-1.

Il lancio potrebbe avvenire già questo sabato, se le condizioni atmosferiche lo permetteranno, e farà della Cina l’ottavo paese al mondo ad inviare una donna nello spazio. Sulla missione fioccano i particolari e gli aneddoti, ripresi dalla stampa locale.

La missione ha degli obbiettivi scientifici e servirà a testare il laboratorio spaziale. Fra i vari compiti, il gruppo avrà quello di verificare il corretto funzionamento dell’equipaggiamento medico, il meccanismo di riciclaggio dell’acqua e il sistema che da quest’ultima estrae ossigeno. Verrà svolta anche una prova antincendio.

La spedizione fa parte di un progetto più vasto che vede il governo cinese impegnato a mettere in orbita una vera e propria stazione spaziale entro il 2020.

I requisiti per poter volare nello spazio sono tanti, e chi desidera prendere parte alla spedizione deve essere “perfetto”. Secondo quanto ha scritto il China Daily, ad esempio, carie o cicatrici sono tutte valide ragioni per escludere un potenziale partecipante.

E “coloro che a cui cola spesso il naso o che soffrono di mal di gola cronici dovranno rimanere sulla Terra”.

Il controllo coinvolge tutti, senza escludere i parenti. “Le loro famiglie devono essere sane da un punto di vista medico per quanto riguarda malattie infettive come l’epatite”, ha detto Xu Xianrong, direttore della Clinica per la medicina spaziale dell’Esercito di liberazione popolare di Pechino.

Xu ha anche affermato che le condizioni degli astronauti “devono essere migliori di quelle dei piloti da combattimento”.

Gli astronauti non possono soffrire di aritmia, un problema del battito cardiaco che può facilmente presentarsi nello spazio, al contrario delle condizioni nelle quali si trovano i piloti da combattimento”.

Perfino gli odori corporei e l’alito cattivo sono vietati.

Una richiesta tutta cinese è quella di aver già procreato. Secondo quanto raccontato dai media locali, infatti, le candidate “devono essere sposate e preferibilmente madri. Questo è dovuto alla preoccupazione che il viaggio spaziale e la possibile esposizione a radiazioni possano danneggiare la loro fertilità".

Sembra che in Cina ci siano almeno due piloti donne con questi requisiti, entrambe trentaquattrenni e veterane del volo. Secondo la stampa locale, tutte e due hanno un curriculum d’eccezione.

I media cinesi hanno descritto il maggiore Liu Yang come un “un eroe che ha realizzato un atterraggio di emergenza dopo aver colpito, in un incidente drammatico, degli uccelli che hanno riempito il parabrezza del suo velivolo di sangue".

Non sarebbe da meno l’altra candidata, Wang Yaping, il capitano che “ha svolto missioni di soccorso durante il terremoto del Sichuan e ha pilotato un aereo realizzato per il ‘cloud-seeding’ per aiutare a ripulire i cieli dalla pioggia durante le Olimpiadi di Pechino 2008.

Chiunque la spunterà in questo testa a testa, si troverà a fare un viaggio tosto ma facilitato da tutti i comfort che un viaggio nello spazio può offrire.

La stampa locale ha scritto che “il laboratorio spaziale Tiangong-1 sarà equipaggiato con un bagno realizzato in modo specifico per le donne, e avrà un’area dormitorio separato dove potrà dormire e prepararsi in privato.

Il South China Morning Post ha anche riportato le parole di Pang Zhihao, un esperto di tecnologia spaziale secondo il quale “nonostante non vi siano docce a bordo del laboratorio spaziale, la donna potrà mantenere l’igiene privatamente nella sua camera da letto. E, secondo una pratica comune a livello internazionale, le razioni di acqua a lei riservate saranno più abbondanti”.

Ciliegina sulla torta, le sarà anche permesso di portare con sé dei cosmetici, a patto che non danneggino la navicella.

* Michele Penna è nato il 27 novembre 1987. Nel 2009 si laurea in Scienze della Comunicazione e delle Relazioni Istituzionali con una tesi sulle riforme economiche nella Cina degli anni ‘80-’90. L’anno seguente si trasferisce a Pechino dove studia lingua cinese e frequenta un master in relazioni internazionali presso l’Università di Pechino. Collabora con Il Caffè Geopolitico, per il quale scrive di politica asiatica.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: news.xinhuanet.com]