La politica del figlio unico è obsoleta

In by Simone

La politica del figlio unico ha raccolto un grande successo nel rallentare la crescita demografica della Cina e ha rimpinguato le casse dello Stato. Oggi, però, ha poco senso. Favorisce l’aumento degli anziani a carico della comunità, crea un divario fra maschi e femmine e alimenta le ingiustizie. Pagare 1,3 milioni di yuan, ossia 150 mila euro, per la loro secondogenita. È toccato a una ricca coppia di Rui’an, nella Cina meridionale: sanzione inevitabile aver infranto la regola del figlio unico.

Accettare di pagare la multa è una scelta comune per i cinesi che possono permetterselo: decidono così di infrangere la politica di pianificazione
familiare avviata dalla Repubblica popolare alla fine degli anni Settanta del secolo scorso.

La normativa all’epoca fu introdotta per contenere lo sviluppo demografico e garantire a tutti benessere. Poi non è stata più tolta.

Oggi che il Dragone continua la sua espansione vorticosa, fanno eccezione le famiglie che abitano nelle zone rurali – alle quali è permesso avere un secondo bambino se il primo è femmina – le minoranze etniche, le famiglie dove entrambi i genitori sono figli unici.

Tuttavia, nella propaganda qualcosa sta cambiando. Se è vero che gli slogan governativi continuano a definire il successo della pianificazione demografica un traguardo per l’intera collettività, è altrettanto vero che spesso cartelloni pubblicitari e spot propongono modelli familiari con più di un figlio.

A Wenzhou, megalopoli della costa orientale, la metà delle famiglie ha due figli. E almeno dieci famiglie sono state costrette a pagare sanzioni milionarie.

Per i governi locali si tratta di una sorta di tassa, formalmente affinché i genitori trasgressori non scarichino sulla collettività i costi della loro scelta.

In realtà, però, si tratta di una delle principali fonti di entrata per le amministrazioni: secondo i dati riportati dal sito del Quotidiano del popolo, voce ufficiale del Partito comunista, le sanzioni portano ricavi per venti milioni di yuan (due milioni di euro circa) l’anno.

Calcolando che la pianificazione è in vigore da oltre trent’anni, le multe hanno fruttato ai governi duemila miliardi di yuan.

Anche se, come spesso accade, i funzionari dell’Ufficio di pianificazione tendono a chiudere un occhio se il trasgressore è ricco, potente o vicino a potere.

Per i poveracci che invece non pagano il rischio è di vedere il proprio secondogenito escluso dai servizi sociali e dalle tutele dello Stato.

Trascorsi più di trent’anni dall’introduzione della politica del figlio unico e dodici dalla sua entrata in vigore ufficiale come legge dello Stato, la pianificazione inizia però a mostrare i propri limiti.

Il più grave è rappresentato dagli abusi dei funzionari locali che ricorrono addirittura ad aborti forzati per non sforare dalle quote decise per ogni provincia.

Abusi ritornati all’attenzione della comunità internazionale dopo la fuga nell’ambasciata statunitense dell’avvocato e attivista Chen Guangchen, perseguitato dai funzionari locali dello Shandong per il suo sostegno alle vittime di aborti forzati.

Sul fronte del contenimento demografico la politica del figlio unico ha dato i risultati sperati.

Secondo i dati dell’ultimo censimento tra il 2000 e il 2010 la popolazione è cresciuta di “soli”, 73,9 milioni di individui.

Il rovescio della medaglia sono la riduzione del tasso di fertilità, sceso allo 0,57 per cento e la percentuale di anziani salita al 13,3 per cento.

Gli over sessanta sono sempre di più.Secondo uno studio del quotidiano britannico Telegraph, pubblicato lo scorso gennaio, entro i prossimi dieci anni ci sarà uno scarto di circa dieci milioni di lavoratori tra chi entra nel mondo del lavoro e chi va in pensione.

E con un numero di laureati in costante aumento sarà sempre più difficile rimpiazzare quelli che lasceranno gli impieghi a basso costo.

Ma non solo. Le conseguenze possono essere gravi anche sul piano sociale: la disuguaglianza tra i sessi è in aumento.

Potendo avere un unico figlio, anche per retaggio di una cultura rurale, le famiglie tendono a preferire i maschi. Sebbene la legge vieti qualsiasi tipo di maltrattamento le figlie rischiano l’abbandono e il maltrattamento.

Il risultato è un rapporto tra i neonati con fiocco azzurro e quelli con fiocco rosa è di 118 a 100. Il che potrebbe avere come ulteriore risultato l’impossibilità per molti uomini a trovare una moglie, oltre a non trovare un lavoro.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credits: china-mike.com]