La nuova leadership. Potere collegiale e riforme

In by Simone

Pochi giorni dopo la caduta di Bo Xilai i futuri massimi esponenti del Partito intervengono nello scontro per la successione politica. Xi Jinping e Li Keqiang seguono le orme dei loro predecessori. Denunciano il "personalismo" politico e promettono riforme economiche. Il boato della caduta di Bo Xilai, in un momento fondamentale nella corsa alla successione politica in Cina, ancora non si è placato, anzi. Nel dibattito generale, che per la prima volta in Cina svela in modo pubblico gli scontri interni al Partito, sono intervenuti, a loro modo, anche i pezzi da novanta. Prima è toccato al futuro presidente Xi Jinping intervenire sul caso, in un articolo sulla rivista della Scuola di partito, sottolineando la necessità di scelte collegiali, rispetto a personalismi, con un chiaro riferimento a Bo Xilai.

Poi è toccato a Li Keqiang, il futuro premier, che in un recente discorso all’interno di un forum economico, ha sottolineato l’urgenza di proseguire sulle strade delle riforme.

Xi Jinping, candidato ad essere il prossimo Presidente della Repubblica popolare cinese, nel suo articolo apparso su Qiushi, la rivista della scuola di Partito, ha sottolineato l’importanza di una gestione collegiale del potere, inserendosi in pieno sulla scia della dottrina portata avanti dall’attuale Presidente Hu Jintao. Xi ha fatto ampiamente capire di riferirsi a Bo Xilai quando ha criticato i “personalismi”, chiedendo al partito unità e purezza, sottolineando altresì l’importanza della prospettiva ideologica marxista: un patrimonio da mantenere per la vita del Partito stesso.

Se Xi Jinping ha quindi seguito le orme, almeno a parole, del suo attuale predecessore, Li Keqiang – il prossimo premier – si è invece mosso sull’eco delle recenti dichiarazioni dell’attuale premier Wen Jiabao, riguardo la necessità di riforme, di vitale importanza per la sopravvivenza del modello cinese. “La Cina – ha detto l’attuale vice premier – è entrata in una fase cruciale nell’ambito della riforma della propria economia e continuerà a lottare per ottenere progressi in settori chiave”. I settori critici sono quelli relative alle imposte, alla finanza, ai prezzi e alla distribuzione del reddito, secondo quanto affermato da Li Keqiang in un discorso durante un Forum per lo sviluppo della Cina nel 2012.

Il mercato avrà un ruolo maggiore nella allocazione delle risorse, attraverso il rafforzamento della domanda interna, la promozione dell’innovazione e una maggiore apertura”. Saranno queste le tre priorità chiave per il paese nell’ambito della propria ristrutturazione economica. “L’accento – ha proseguito – sarà posto per un sviluppo coordinato, attraverso l’urbanizzazione, l’industrializzazione e la modernizzazione dell’agricoltura per aumentare i consumi e stimolare gli investimenti e lo sviluppo nelle industrie collegate”.

Una spinta particolare verrà data al settore manifatturiero e alle industrie high-tech: la Cina promuoverà lo sviluppo del settore dei servizi per creare più posti di lavoro e sostenere lo sviluppo industriale. “Il paese – ha riportato oggi, 19 marzo il China Daily – incoraggerà l’innovazione tecnologica e la tutela dei diritti di proprietà intellettuale con più ingressi in ricerca e sviluppo. Il budget d’investimento dovrebbe superare i mille miliardi di yuan (159 miliardi di dollari) nel 2012”. Gli investimenti diretti all’estero, secondo Li, rimarranno “robusti”, con il volume delle importazioni che nel 2012 supererà i 1900 miliardi dollari.

Il commercio totale della Cina dovrebbe essere di 10mila miliardi di dollari come previsto dal dodicesimo piano quinquennale (2011-15). Li ha anche sottolineato come l’economia mondiale abbia mostrato segni di ripresa, pur nell’incertezza delle prospettive.

[Scritto per Lettera 43; Foto Credit: chinaelectionsblog.net]