China E-Files – La “Lunga Marcia” dei Virtual Idol cinesi

In China E-Files, Cina, Economia, Politica e Società by Redazione

Folle urlanti che si accalcano in uno stadio ad osannare i loro beniamini cantare o fare performance? Una scena del tutto normale se non fosse che gli idol in questione sono totalmente virtuali. Come dice Riccardo Arpinati di Obor Consulting, negli ultimi anni in Cina “hanno iniziato a farsi strada un gruppo di influencer un po’ ‘fuori dal comune’. Anche loro sono in grado di ammassare grosse schiere di follower e partecipare a concerti proprio come i loro colleghi”, ha sottolineato Arpinati, “ma si distinguono per una particolare caratteristica: il fatto di non essere ‘vivi’, se non nel cuore dei loro fan”. Stiamo parlando dei virtual idol, avatar 3D animati tramite PC e dotati di una versatilità e personalità ancora più estesa rispetto alle loro controparti in carne ed ossa.

Il fenomeno è nato ad inizi 2000 in Giappone, ma dal 2012 anche il Dragone ha cominciato a seguire la stessa strada. Tuttavia è nel  2018 che questo settore dell’intrattenimento fa il salto qualitativo. Vedendo il successo che questi personaggi digitali riscuotevano in Cina, il colosso del gaming Giant Interactive decise di importare nella Repubblica Popolare Menhera-chan, un personaggio di un anime assai famoso nel Sol Levante, sotto forma di virtual idol. L’investimento è stato milionario, ma gli sforzi sono stati ben ripagati. Quale è tuttavia lo stato di salute di questa orinale forma di intrattenimento dell’estremo oriente e quale le opportunità di crescita?

Nonostante negli ultimi otto anni si sia andato a creare un vero esercito di virtual idol, ad oggi Luo Tianyi rimane ancora la virtual idol più nota. Creata nel 2012 da una collaborazione tra la giapponese Yamaha e la cinese Thstars (una controllata del colosso Henian) come alter ego nazionale della ben più famosa virtual idol Hatsume Miku, i suoi concerti sono arrivati a costare addirittura 230 dollari americani. L’ultima performance l’anno scorso a Shanghai dove Luo Tianyi ha addirittura duettato con il pianista cinese Lang Lang, prima volta in assoluto di un concerto a due con un musicista “reale” ed uno “virtuale”. Ed il pubblico? Ovviamente in visibilio. Persone venute da Hong Kong, Chengdu e persino Urumqi si sono radunate alla Shanghai Mercedes-Benz Arena per acclamare la loro beniamina, nonostante lei non sia reale.

Luo Tianyi, insieme ad una una trentina di virtual idol (maschili e femminili) che solcano i palcoscenici digitai cinesi, sono frutto di un arduo lavoro che coinvolge intelligenza artificiale e non. In breve, etichettare come “ologramma” o cartone animato queste creazioni sarebbe riduttivo. Gli spettacoli di tali realtà virtuali necessitano, ogni volta, un gruppo di circa 200 persone e sei mesi di tempo. Questi team, composti sempre da membri cinesi e giapponesi, lavorano a stretto regime portando in scena il giorno dell’esibizione un prodotto già bello e completo. Il pubblico potrà godere di una performance assolutamente perfetta, il tutto garantito da  Intelligenza Artificiale, tecniche visive 3D e motion capture. E per quanto riguarda le interazioni con il pubblico o con altre persone reali? Ci penserà una attrice nel backstage.

“Quando si parla di virtual idol alcuni potrebbero non capire o semplicemente vedere il fenomeno come cartoni animati per bambini”, ha affermato Yuki Cao, amministratore delegato di Shanghai Henian, che gestisce Luo e altri cinque idoli virtuali. “Abbiamo cercato di coinvolgere più persone, di comprendere questa cultura giovane, fantasiosa e dinamica, ciò che era una sottocultura è diventata persino mainstream”.

Sicuramente l’industria dei virtual idol ha creato un giro di affari notevole per le case di intrattenimento. Luo Tianyu, ad esempio, è divenuta brand ambassador di Pizza Hut e KFC, ma non è la sola.

“La fama di questi personaggi non è da circoscrivere solo a performance musicali, è questo il caso particolare della KOL digitale Noonoouri, che a metà 2019 contava già diverse collaborazioni con Versace e Fendi, e più apparizioni sulla rivista Vogue”, ha affermato Riccardo Arpinati. “Noonoouri è stata infatti scelta, lo scorso settembre, per essere la prima virtual Brand Ambassador del Tmall Luxury Pavillion, piattaforma parte della scuderia Alibaba che racchiude all’interno i più importanti brand del lusso al mondo”, ha detto Arpinati. Ed i fan sono pronti a tutto per accaparrarsi i cuori digitali delle loro beniamine senza contare il merchandising a loro legato

Nel gennaio 2019, Xiaxingmei, un membro del gruppo idolo virtuale And2girls, ha partecipato ad una trasmissione in livestreaming di un gioco online per festeggiare il suo “compleanno”. La sessione è stata infatti chiamata “Gather the knights and save the princess”. Il risultato è stata una sessione online con oltre 50mila utenti.

Questi virtual idol sono quindi una vera calamita, basti pensare che il “2019 New Year’s Eve Gala” di Bilibili, un evento dedicato alla Generazione Z,  ha avuto come special guest proprio Luo Tianyi . Ebbene la sola sua presenza ha attirato oltre 82 milioni di spettatori.

E la leadership cinese cosa pensa? Sembra aver abbracciato il trend ed ha dato il suo assenso tramite la voce della Youth League, la Lega dei Giovani Comunisti. Come riportato dal Global Times, queste realtà virtuali causano “zero danni ai giovani in quanto non portano alla ribalta comportamenti sbagliati, non vengono coinvolti in scandali sessuali come accade ad alcune celebrità e non cedono alle tentazioni di droghe o altre sostanze dannose”.

L’approvazione è tale che a febbraio di quest’anno sempre la Youth League annunciò sul suo profilo ufficiale Weibo la nascita di due nuovi idol, rispettivamente un ragazzo ed una ragazza, ovviamente molto filogovernativi come suggerivano i nomi: Hong Qiman e Jiang Shanjiao, i titoli di due poesie scritte dallo stesso Mao. L’annuncio è stato fatto in pompa magna, ma con una pessima tempistica e il lancio si è concluso in un clamoroso epic fail. Nei piani vi era infatti di salutare la nascita di questi nuovi virtual idol all’indomani del Capodanno Cinese, ma al tempo la Cina era al centro dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Non solo il pubblico ha accolto con tiepido fervore Hong Qiman e Jiang Shanjiao, ma seppur indirettamente i netizen cinesi non hanno lesinato le critiche e le ironie. Alcuni hanno addirittura accusato i creatori di misoginia. In un momento dove si cercava svago, proseliti governativi erano le ultime esigenze di una popolazione confinata a forza a casa. La mole di commenti negativi è stata tale che la Youth League non solo ha cancellato il post, ma ha ritirato il progetto.

Il tentativo della Youth League di dare vita a due idol indipendenti ci indica tuttavia una verità: l’industria è fiorente e gode di un flusso favorevole. Non a caso oggi in Cina si parla già della seconda generazione di virtual idol che vede KilaKila e soprattuto Tencent le due aziende principali, benché i loro numeri siano ben lontani dal gigante Heinan. Tencent ha deciso di puntare sul sicuro partendo dal suo know how nel terrore del gaming. Tushan Susu e Ootengu sono infatti due idol che sono già i protagonisti rispettivamente del manga Fox Spirit Matchmaker e del videogame Onmyoji.

“Nonostante i passi fatti in avanti, l’industria dei virtual idol è ancora agli inizi”, ha dichiarato Liu Zizheng, ceo di KilaKila. Per ora infatti non vi è digital idol che non sia stato creato con tecniche importate dal Giappone. Il Sol Levante rimane ad oggi il leader indiscusso nel settore ed il sodalizio con la Repubblica Popolare si è dimostrato un progetto win-win per entrambe le sponde, dato che il mercato dell’industria dell’animazione cinese conta ad oggi 30 miliardi di dollari. Che sia iniziata l’era di una nuova generazione di kol virtuali? E’ ancora presto per dirlo, ma questa “Lunga Marcia” sembra essere appena iniziata.

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Di Cifnews*

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