India – La fuffa di Mamata e del “nuovo Gandhi”

In by Simone

Avviso a chi osserva da lontano la campagna elettorale indiana: come in ogni paese del mondo, anche qui in India il coefficiente fuffa raggiunge livelli altissimi. Se poi si dà retta a due fuoriclasse della fuffa come Mamata Banerjee e Anna Hazare, alla prima prova sul campo il fuffometro impazzisce. Nel nostro caso è successo mercoledì pomeriggio.
Su Elefanti a parte ne avevamo dato notizia non più di tre settimane fa. Nella tragicommedia nazionale della campagna elettorale federale l’accoppiata vincitrice del titolo "strano ma vero" era senza dubbio formata da Mamata Banerjee – chief minister del Bengala Occidentale affetta da sindrome da populismo acuta mista a psicosi da persecuzione – e "il nuovo Mahatma Gandhi" Anna Hazare, definizione che più passa il tempo e più si dimostra precipitosa, inadeguata, mistificatoria.

Hazare, lontano dalle folle oceaniche radunate ai tempi di India Against Corruption, aveva fatto un ritorno roboante nell’attività pubblica annunciando il personale endorsement per Mamata Banerjee, la paladina anti comunista intenzionata a presentarsi da sola alla prossima tornata elettorale.

La notizia è rimasta sulla cresta dell’onda per un paio di giorni, fagocitata da un sistema dell’informazione nazionale che sembra incentivare la diffusione di fuffa pre elettorale – anche i giornalisti tengono famiglia – amplificando ogni uscita provocatoria proveniente da qualsiasi schieramento politico. Lo sappiamo, la comunicazione politica ormai funziona così: uno fa la sparata, lo riprendono le agenzie, qualche ore sotto il riflettore mediatico e poi si ricomincia da capo.

(In questi giorni se ne leggono di tutti i colori, Rahul Gandhi che paragona Narendra Modi a Hitler su tutte, e ora rischia anche la tirata d’orecchie dall’Electoral Commission per "comportamento non conforme alle regole del decoro"…).

Tornando a Mamata e Anna, mancando una ventina di giorni all’apertura delle urne, è importante iniziare a sparare un po’ di cartucce per non rimanere schiacciati dalla campagna elettorale di Modi (in tour perenne). Mercoledì 12 marzo, quindi, Mamata aveva "prenotato" lo spazio di Ramlila Maidan a New Delhi, luogo simbolo delle manifestazioni anti corruzione di Hazare e compagnia. Per dare un’idea, nel 2011 in uno dei diversi scioperi della fame del vecchio Anna, il viale che portava a Ramlila Maidan si presentava così:

Il comizio di mercoledì doveva sugellare il duo Mamata-Anna, proiettarli come un ticket possibile per la formazione di un governo "pulito", contando molto sul richiamo della folla che la presenza di Hazare avrebbe dovuto concretizzare. Mercoledì mattina, con l’ambiente mediatico in visibilio e telecamere pronte a immortalare il grande ritorno di Hazare a Ramlila Maidan, quando Mamata è arrivata da Calcutta si è trovata davanti una folla di massimo un paio di migliaia di persone. Una cifra che, rapportata in termini italiani, sarebbe assimilabile ad un’assemblea di condominio.

La notizia deve essere giunta all’orecchio di Hazare che, pur soggiornando a pochissimi chilometri dal luogo prescelto per il comizio, ha pensato bene di dare buca a Mamata, diramando attraverso un’agenzia di stampa la notizia di una terribile "chest congestion" (una brutta tosse) che lo aveva inaspettatamente costretto a casa.

Mamata ha tenuto ugualmente il comizio, probabilmente imbufalita, specificando più volte dal palco che "questo non è il mio comizio, l’ha organizzato Anna Hazare. Ho lasciato da parte del lavoro importante per il mio stato (il Bengala Occidentale, ndr) per venire qui a Delhi". E, soprattutto, "quando organizziamo noi le cose in Bengala Occidentale raduniamo 5 milioni di persone".

Dopo due giorni di silenzio, Anna Hazare in una conferenza stampa ha spiegato di esser stato "ingannato", convinto di dover partecipare a un comizio organizzato da Mamata, mentre Mamata era stata avvertita del contrario. Resosi conto del misunderstanding, ha deciso di non partecipare, rinnovando però il proprio sostegno alla chief minister bengalese, "la migliore in India", ma non al partito del quale Mamata è leader, il Trinamool Party, poiché Hazare ritiene che l’India stia andando in malora "a causa del sistema partitico".

Fuori due dalla corsa alla premiership, avanti il prossimo.

[Pubblicato su Elefanti a parte, il blog dedicato all’India di East – Rivista Geopolitica; foto credit: newindianexpress.com]