India – Happy eco-Diwali!

In by Simone

E’ tempo di Diwali. Festa del raccolto, vittoria della luce sull’ombra, celebrazione della prosperità attraverso le commemorazioni delle divinità Rama e Lakshmi. Gli indiani buttano via ciò che è vecchio e fanno nuovi acquisti. E c’è anche chi propone ecosostenibilità e rispetto per gli animali. Intanto Bolliwood lancia il film più costoso di tutta la sua storia.
Immaginate un fragoroso capodanno napoletano, moltiplicatelo per venti ed estendetelo per la durata di cinque giorni: stiamo parlando del Diwali, la festività più luminosa e colorata del subcontinente indiano, se non dell’Asia intera.

Fra i tanti festeggiamenti peculiari del periodo del Diwali – o Dipawali – gli elementi consuetudinari che fanno da protagonisti sono senz’altro il petardo e il fuoco d’artificio. Cinque giorni di esplosioni luminescenti, giochi pirotecnici e botti ininterrotti che lasciano tramortite le povere ed onnipresenti mucche urbane, pietrificano i cani randagi e assordano gli sprovveduti turisti.

Fra i postumi della concitata festività – che simboleggia la vittoria della luce sull’ombra, del bene sul male, della conoscenza sull’ignoranza – ricorrono anno dopo anno centinaia di moncherini e code chilometriche ai centri ustioni dei maggiori ospedali. Quest’anno invece la solita solfa dei sequestri di esplosivi illegali e di arti saltati in aria è stata zittita dal motto del Diwali 2011: ecosostenibilità e coscienza ambientale.

Ad accompagnare i festeggiamenti del nuovo bio-Diwali vi sono molte iniziative che hanno il fine di promuovere la vendita di fuochi d’artificio attenti all’inquinamento atmosferico e acustico e di petardi biologici alla portata dei più piccoli, composti per la maggior parte di carta riciclata e foglie secche. Il proposito di celebrare un Diwali rispettoso dei timpani degli amici a quattro zampe è a dir poco ammirevole, considerato che i primi giorni della festività sono dedicati proprio a vacche e cani.

Il giorno di Govatsa Dwadashi (dal sanscrito go, mucca, e vatsa, vitello) è dedicato al sacrosanto bovino in quanto incarnazione della dea Lakshmi, metafora di prosperità, e lo si venera offrendo cibo, ghirlande e applicando coloratissimi disegni rituali. Il secondo giorno, chiamato Kukur Tihar (da kukur, cane) nel Nepal, celebra l’onestà del mondo canino riverito con laute offerte rituali.

Il motivo per cui una festa tradizionale si sia trasformata in un’accecante coreografia di neon colorati e fuochi d’artificio è di semplice spiegazione: Dipawali significa letteralmente “fila di dip”, i piccoli lumini che bruciano a burro chiarificato e vengono disposti fuori dalle case, sulle finestre e nelle verande, quando un membro della famiglia deve fare rientro al focolare a tarda sera.

In occasione del Diwali numerose file di lanterne si dispongono attorno alla casa per commemorare il dio Rama che rientra nella natale città di Ayodhya per inaugurare un regno di prosperità dopo quattordici anni di esilio nella foresta e dopo aver sconfitto il malvagio demone Ravana. I miti religiosi che soggiaciono all’evento festivo differiscono da regione a regione.

Secondo una diversa leggenda, i lumini accesi dovrebbero fungere da invito affinché la dea Lakshmi varchi la soglia e porti in dono ricchezza e abbondanza. Per questa ragione durante il Diwali si decorano le soglie con motivi ornamentali eseguiti con le polveri colorate (kolam) e si disegnano i contorni di due orme di piedi pronte a fare ingresso in casa.

Ricchezza e abbondanza sono alla base degli scongiuri perpetrati nei cinque giorni di rituali e celebrazioni. Il periodo del Diwali coincide infatti con la stagione del raccolto, la fine di un ciclo agricolo, quindi vitale, e l’inizio di un nuovo ciclo i cui esordi vanno propiziati a dovere. Durante il Diwali tutti i commercianti e i negozianti chiudono i vecchi libri contabili e ne inaugurano di nuovi, non prima di averli fatti benedire dall’officiante brahmino di turno.

Anche chi non ha attività commerciali cerca di stupire la nuova stagione agricola: comprare vestiti nuovi è d’obbligo, così come fare le grandi pulizie di casa e ridipingere le pareti con colori brillanti. I nuovi ceti medio-alti si scatenano nello shopping più sfrenato soprattutto nel giorno di Dhan tera (da dhan, ricchezza), momento particolarmente auspicabile per l’acquisto di ori, argenteria e accessori domestici. Inutile dire che i fanatici dell’eco-Diwali sono tutt’altro che inclini a questo tipo di comportamento e condannano il crescente consumismo in quanto dannoso nei confronti del rispetto per la natura.

Eco-friendly o meno, il Diwali è il momento delle spese, dei regali e della concessione di piccoli lussi, come quello di andare al cinema. E’ proprio in questi giorni che le case di distribuzione lanciano i film più attesi nelle sale cinematografiche. Quest’anno è la volta dell’epopea fantascientifica Ra.One, il film più costoso della storia di Bollywood, alla faccia degli eco-sprechi.

*Carola Lorea, classe 1987, si è laureata all’università di Studi Orientali di Roma e vive con un piede in Italia e l’altro in India. E’ maldestra, testarda e vegetariana. Attualmente svolge una ricerca di dottorato sulla letteratura esoterica in lingua bengali. Ama le ricette culinarie e gli strumenti musicali improbabili e sta lavorando alla pubblicazione di un dizionario bilingue italiano-bengali.