Il Fmi dà il via libera all’entrata della valuta cinese nel suo paniere di supermonete. Pechino e New Delhi soffocano nello smog mentre i delegati di Cina e India partecipano al Cop21 di Parigi. L’Onu lancia l’allarme di rischio crisi umanitaria nel Nepal vittima dell’embargo informale indiano. In India impazza la polemica identitaria sull’inno nazionale. Negato il visto per la Cina all’aspirane Miss Mondo canadese (di origini cinesi).CINA – Lo Yuan entra nel paniere del Fondo monetario internazionale
Ieri il Fondo monetario internazionale ha preso una decisione storica destinata a segnare una – lenta, si dice – rivoluzione del sistema finanziario mondiale. La valuta cinese è stata inserita nel paniere di valute del Fondo, aggiungendosi a dollaro, euro, yen e e sterlina: la misura entrerà in vigore dal prossimo mese di ottobre.
Significa che la divisa cinese sarà utilizzata, assieme alle altre valute, come moneta globale per le transazioni tra Fmi e banche centrali o, ad esempio, per i prestiti elargiti dal Fondo agli stati nazionali.
La novità sancisce il maggior peso economico internazionale della Cina e rappresenta un ulteriore stimolo della comunità internazionale per far proseguire a Pechino il percorso di riforme del proprio sistema finanziario.
CINA E INDIA- Mentre a Parigi si discute di emissioni, a Pechino e New Delhi non si respira
A colloqui in corso durante il Cop21 di Parigi sui cambiamenti climatici, la situazione dell’inquinamento dell’aria a Pechino e New Delhi è sempre più preoccupante.
Le capitali di Cina e India da almeno un mese sofforno di livelli di PM 2,5 nell’aria stabilmente ben oltre la soglia di guardia. Lunedì l’ambasciata americana e le autorità di Pechino – che gestiscono due separati sistemi di rilevazione di inquinamento nell’aria – hanno confermato il «bollino arancione», secondo livello di allerta, consigliando a scuole elementari di sospendere le attvità all’aperto, chiudendo parzialmente le autostrade e sospendendo la produzione di almeno 2000 fabbriche nei pressi di Pechino.
A New Delhi la misurazione di PM 2,5 nell’aria si è attestata intorno a 400, soglia che dovrebbe significare emergenza sanitaria per i minori. Ma mentre Narendra Modi magnificava la cultura tradizionale indiana che lega la popolazione al rispetto della natura, a New Delhi il governo non ha diramato alcun avviso alla popolazione, mentre l’intera città è avvolta da una coltre giallastra.
NEPAL – Il blocco indiano rischia di far scoppiare una crisi umanitaria
Da tre mesi lo stato himalayano è vittima di un blocco informalmente esteso da New Delhi, a sostegno delle proteste della comunità locale Madeshi contro il governo di Kathmandu. Benzina, bombole del gas, medicine e beni di consumo entrano col contagocce attraverso le dogane bloccate dalle proteste Madeshi, che ritengono di non essere adeguatamente rappresentati con l’entrata in vigore della Costituzione nepalese dello scorso mese di agosto.
L’India, che aveva sostenuto la causa Madeshi, viene indicata da Kathmandu come la principale responsabile della crisi in corso. Ma New Delhi nega, giudicando il braccio di ferro tra governo centrale nepalese e Madeshi una questione locale.
Intanto l’Onu lancia l’allarme: medicine e vaccini nel paese sono ai minimi storici di reperibilità e con l’inverno in arrivo il rischio di ipotermia per chi ancora non ha ricostruito la propria casa dopo il terremoto del 25 aprile scorso è alto.
INDIA – Intolleranza, nazionalismo e inno nazionale
L’ultima polemica in corso in un’India attraversata da moti di intolleranza nei confronti di intellettuali laici e minoranze etniche e religiose (in particolare musulmani) coinvolge ora l’inno nazionale. Jana Mana Gana, l’inno scritto dal premio nobel per la letteratura Rabindranath Tagore, risuona prima di ogni proiezione cinematografica nel paese e la folla, in rispetto, usa alzarsi in piedi.
Recentemente un video diventato virale su Youtube mostra un gruppo di persone rimaste sedute durante l’inno, descrivendole come «musulmani anti-India». Mentre una parte di opinine publica urla all’oltraggio nazionale, in molti sottolineano come alzarsi per l’inno sia una scelta personale che nulla ha a che fare con l’identità nazionale, ricordando esempi di governanti troppo zelanti che in passato hanno punito chi ha preferito starsene seduto. Molto noto il caso di un cittadino del Kerala che l’anno scorso è stato incriminato di "sedizione" per non aver reso omaggio all’inno nazionale in sala.
CINA – Pechino nega visto ad aspirante Miss Mondo attivista per i diritti umani
Anastasia Lin, 25 anni, cittadina canadese originaria della Cina, avrebbe dovuto partecipare alla fase di selezione per Miss Mondo in programma a Sanya, capitale dell’isola cinese di Hainan, lo scorso giovedì. Lin, adepta del Falun Gong che ha apertamente criticato il governo cinese per la carenza di diritti umani nel paese, è stata respinta al check-in del volo che da Hong Kong avrebbe dovuto portarla ad Hainan.
I quotidiani cinesi, a stretto giro, hanno difeso le misure del governo, citando la dichiarazione di un diplomatico cinese di stanza a Ottawa: «La Cina non ammette sul proprio territorio nessuna persona non grata».
Lin, commentando un episodio che "mostra che Pechino ha paura di un’aspirante reginetta di un concorso di bellezza", ha spiegato che continuerà a dar voce a chi si vede negato il diritto di libertà d’espressione nella Repubblica popolare cinese.