In Cina e Asia – Un asse Tokyo-Pechino contro Trump

In Notizie Brevi by Redazione

Vertice Cina-Giappone, firmati 500 accordi commerciali, verso relazioni più amichevoli
Stop ai conflitti tra i due giganti asiatici. Questo almeno è l’impegno dichiarato dal primo ministro giapponese Shinzo Abe, che oggi ha incontrato a Pechino il suo omologo Li Keqiang con una delegazione di diplomatici e uomini d’affari giapponesi. La visita di Abe è la prima di un leader giapponese in sette anni. Nell’occasione, Abe e Li hanno promesso di porre fine ai conflitti tra i rispettivi paesi e messo la firma su oltre 50 accordi tra cui uno che ripristina un patto sul cambio delle valute nazionali. Abe ha dichiarato che Cina e Giappone sono vicini e partner (la Cina è il primo partner commerciale di Tokyo) e non una minaccia l’uno per l’altro. Il vertice arriva in un momento delicato per i rapporti commerciali di Pechino, segnato dalla guerra commerciale con gli Stati Uniti. Anche in questo senso, il nuovo asse Tokyo-Pechino sembra una risposta alle politiche protezionistiche di Donald Trump.

Libero dopo tre anni di prigionia, il ritorno amaro in Giappone di Jumpei Yasuda
Dopo quaranta mesi in mano a un gruppo di uomini legati ad Al Qaeda in Siria, il giornalista giapponese Jumpei Yasuda ha fatto rientro a casa. Sospettato di essere una spia, negli ultimi mesi di prigionia, Yasuda è stato tenuto in una stanza di un metro per un metro e mezzo, senza possibilità di uscire nemmeno per lavarsi. Il suo rientro è stato però segnato da polemiche e attacchi, soprattutto online. Molti netizen hanno accusato Yasuda di essere un “ostaggio professionista”, dato che già nel 2004 era stato sequestrato in Iraq. Qualcuno si è spinto fino a mettere in dubbio la sua nazionalità giapponese. Il fenomeno dell’accanimento dell’opinione pubblica sugli ostaggi liberati è diffuso e già nel 2004 al momento della liberazione di cinque ostaggi giapponesi in Iraq erano stati accusati dopo la liberazione di irresponsabilità.

Vertice Apec in Papua Nuova Guinea, parte lo sciopero anti-Maserati
Venerdì di sciopero in Papua Nuova Guinea dopo la decisione del governo locale, oggi alle prese con i preparativi per il vertice dei paesi dell’Asia pacifico (Apec) del mese prossimo, di acquistare una flotta di 40 Maserati e tre Bentley. Autobus e mezzi pubblici si sono fermati, le strade sono rimaste libere dal traffico in molte zone intorno alla capitale Port Moresby, che oggi vive un periodo di intensi lavori pubblici per renderla un palcoscenico adeguato al vertice internazionale. La protesta è partita da alcuni parlamentari locali che hanno chiesto al governo della Png di essere responsabile nei confronti dei contribuenti.