In Cina e Asia – Xi per soluzione «moderata» al Cop21

In by Gabriele Battaglia

Nella rassegna mattutina di China Files: la posizione della Cina al Cop21 di Parigi; investimenti cinesi in aumento in Africa; un superpoliziotto per stanare i broker cinesi accusati di inside trading; la legge che obbligherà il clero a pagare le tasse in Corea del Sud; l’emergenza alluvioni in Tamil Nadu; la nuova unità antiterrorismo giapponese e i rischi che le Filippine corrono a causa dei cambiamenti climatici.Sul clima la Cina opta per una «soluzione moderata»

La Cina spinge per una soluzione di compromesso alla Conferenza sul Clima di Parigi. Per rimanere entro i 2 gradi di aumento delle temperature globali entro fine secolo e arrivare comunque a un documento condiviso, il rappresentante cinese, Xie Zhenhua, spinge affinché ci siano dei piani di riduzione delle emissioni vincolanti per ogni paese, ma non devono essere intrusivi delle politiche interne e quindi non devono prevedere multe e punizioni. È necessario però che siano ridefiniti e corretti periodicamente.

L’Europa critica questa posizione e dice che Pechino ha ridotto le ambizioni della vigilia, ma la Cina risponde che il suo approccio è più pragmatico e prevede lo scambio di «best practises» (leggi, trasferimento di tecnologia) tra i diversi paesi. La Cina si colloca inoltre tra i paesi in via di sviluppo, cioè quelli che hanno minori responsabilità rispetto alle economie avanzate in materia di emissioni.

Investimenti e dubbi cinesi in Africa

26 accordi per quasi 6 miliardi di euro sono stati firmati dal presidente cinese Xi Jinping e quello sudafricano Jacob Zuma a Pretoria. Ci sono sia investimenti sia prestiti, per un rapporto che Zuma ha definito «il migliore di sempre». Oggi c’è il forum della cooperazione sino-africana a Johannesburg e si dovrebbero capire meglio le intenzioni cinesi rispetto all’intero continente, dove si teme che il rallentamento dell’economia cinese possa portare a disinvestimenti.

Un superpoliziotto contro i broker cinesi

Fu Zhenghua, il funzionario di polizia che ha guidato l’inchiesta contro l’ex potentissimo zar della sicurezza cinese, Zhou Yongkang, è stato messo a capo delle indagini contro banchieri e broker accusati per i crolli in borsa di questa estate.

La stretta sugli operatori finanziari e su presunti casi di trading illegale si sta facendo sempre più pressante. Fu è l’uomo delle inchieste che contano. Già nel 2013 coordinò il giro di vite contro i cosiddetti Grandi V, ossia gli utenti più influenti delle piattaforme di microblogging accusati di diffondere messaggi contro il governo.

In Corea del Sud il clero di ogni religione pagherà le tasse

Se ne discuteva dal 1968. Questa settimana il parlamento sudcoreano è riuscito una volta per tutte ad approvare la legge che obbliga i religiosi a pagare le tasse. Alcuni, come i preti cattolici, lo facevano già per decisione spontanea. Dal primo gennaio 2018 toccherà anche a monaci, pastori protestatni e clero di altre religioni, i cui introiti saranno equiparati a un salario del quale soltanto il 20 per cento esentasse.

Alluvioni record in Tamil Nadu: Chennai è «un’isola»

«Non sarebbe sbagliato dire che Chennai è diventata un’isola». Parola del ministro dell’interno indiano Rajnath Singh, nel descrivere la situazione nello stato meridionale del Taml Nadu, colpito dalle alluvioni per le le più imponenti pioggie da 100 anni a questa parte.

Le precipitazioni sembrano ora dare un po’ di tregua. I morti sono già oltre 269 e per i prossimi giorni si attendono altre pioggie torrenziali, in uno stato in cui vivono 60 milioni di persone

In Giappone arriva l’antiterrorismo

Con qualche mese d’anticipo, per effetto degli attacchi di Parigi, il Giappone si prepara a lanciare la propria unità di intelligence antiterrorismo. Alla squadra saranno assegnati una ventina di agenti. Le «spie» saranno inviate in aree quali il Sudest asiatico, il Medio Oriente e l’Africa nordoccidentale.

Inizialmente il team sarebbe dovuto nascere ad aprile, anche in preparazione delle olimpiadi del 2020 ospitate da Tokyo, ma la recente allerta terrorismo a livello globale ha spinto il governo di Shinzo Abe ad accelerare i tempi.

Le conseguenze disastrose dei cambiamenti climatici per le Filippine

Formate da un arcipelago che conta oltre 7.000 isole, le Filippine sono in assoluto uno dei paesi maggiormente minacciati dal riscaldamento globale. L’incremento di un solo grado nella temperatura del pianeta potrebbe portare a danni catastrofici per le sue regioni costiere, già periodicamente colpite da uragani, tempeste e mareggiate. Anche per questo durante la Cop 21 in corso a Parigi il presidente filippino Benigno Aquino III è intervenuto sottolineando con forza che «la lotta ai cambiamenti climatici è una questione di sopravvivenza».

Eppure pochi giorni fa Manila ha dato il via libera, tra mille polemiche, alla costruzione di 23 nuove centrali a carbone, necessarie per la produzione di energia elettrica in un paese con un tasso di sviluppo tra i più rapidi dell’Asia, che combatte però contro periodici black-out e che è chiamato a risolvere con urgenza il dilemma tra la crescita economica e la tutela del proprio ecosistema.

[Foto credit: ctvnews.com]