In Cina e Asia – La regina cinese dell’avorio dietro le sbarre

In Notizie Brevi by Alessandro Zadro

Yang Feng Glan, conosciuta anche come la “regina dell’avorio”, è stata condannata da un tribunale della Tanzania a scontare 15 anni in carcere per aver contrabbandato in Asia le zanne di più di 350 esemplari di elefante. Dal 2000 al 2004, Yang ha illegalmente introdotto in Asia più di 860 zanne per un valore complessivo di 5.6 milioni di dollari. Arrivata in Africa nel 1970, Yang ha ricoperto l’incarico di segretario generale del China-Africa Business Council con sede in Tanzania e ha aperto alcune attività commerciali tra cui un ristorante cinese a Dar es Salaam. Nel corso degli anni, la donna ha “organizzato, diretto e finanziato un traffico illegale raccogliendo ed esportando trofei ed oggetti in avorio del peso di oltre due tonnellate”. Una sempre maggiore richiesta di oggetti in avario in Asia, soprattutto in Cina e Vietnam, ha intensificato il fenomeno del bracconaggio in Africa. Nella sola Tanzania la popolazione di elefanti è scesa dalle 110,000 unita nel 2009 alle 43,000 nel 2014.

Genitori cinesi si affidano al test del DNA per scoprire il talento dei propri figli

La paura di vedere i propri figli non farcela in una società sempre più competitiva ha spinto un crescente numero di genitori cinesi ad affidarsi a nuovi centri di ricerca sul DNA per scovare i talenti dei propri figli. Al momento priva di alcun fondamento scientifico, questa industria sta riscuotendo un enorme successo come dimostra l’alto numero di cliniche aperte nelle principali città cinesi. Come riportato all’interno di un documento rilasciato dal China Bioengineering Technology Group (CBT Gene) di Shenzhen, i bambini vengono valutati in base ad oltre 200 indicatori, suddivisi in più categorie tra cui figurano le patologie ereditarie, particolari abilità tra cui la propensione alla musica, alla matematica e all’apprendimento delle lingue, e attributi caratteriali, come la possibilità che il bambino tenda ad essere riservato piuttosto che estroverso. Nella sola clinica CBT Gene ogni settimana si recano fino a 200 coppie di genitori pronti a spendere da un minimo di 160 dollari fino ad un massimo di 4500 dollari per effettuare test sul genoma dei propri figli. Secondo Chen Gang, fondatore di WeGene, “ad oggi è impossibile spiegare la complicata relazione che esiste tra genomi e i tratti del singolo individuo e test di questo tipo non sono ben visti dall’industria genetica cinese, sempre più all’avanguardia”.

L’Europa si allontana da Washington nella lotta a Huawei

Secondo un report della National Cyber Security Agency del Regno Unito, i rischi posti dall’utilizzo della tecnologia 5G prodotta da Huawei possono essere ridotti se prese le giuste misure. Londra – da tempo membro del Five Eyes Intelligence Network, un gruppo nato per la condivisione di informazioni i cui altri quattro paesi membri sono Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda e Australia – si è detta contraria al blocco categorico delle tecnologie Huawei a seguito di non comprovati legami con il governo di Pechino. Un distacco marcato di Londra dalla posizione di Washington potrebbe mettere in crisi il tentativo americano di convincere i propri alleati in Occidente a chiudere le porte al gigante della tecnologia cinese. Soprattutto dopo i segni di un possibile distacco anche da parte di Germania e Nuova Zelanda, quest’ultima in procinto di una vera e propria inversione a U rispetto agli avvertimenti dell’estate scorsa. Reng Zhengfei, fondatore di Huawei, non ha alcun dubbio sullo stretto rapporto che lega la compagnia cinese al Regno Unito e ha assicurato che “qualora gli Stati Uniti continuassero con questa politica denigratoria, gli investimenti di Huawei nel continente europeo vedranno un ulteriore impennata”. Seppur duramente colpita dalla lotta a tutto campo iniziata da Washington, Huawei è riuscita a strappare 25 contratti commerciali per la fornitura di servizi 5G ed è al lavoro con altre 50 aziende in tutto il mondo per testare i propri prodotti.

Il sistema di credito sociale cinese continua a mietere vittime

Il sistema di credito sociale, iniziativa lanciata dal governo cinese per classificare la reputazione dei propri cittadini e che sta assumendo sempre più le sembianze di un sistema di sorveglianza di massa basato sui big data, non smette di mietere vittime. Milioni di cittadini e di business cinesi sono stati etichettati come inaffidabili, con il conseguente divieto nell’utilizzo di tutta una serie di servizi, tra cui l’accesso ai mercati finanziari e l’acquisto di biglietti per aerei e treni. Il sistema di credito sociale assegna un punteggio positivo o negativo in base al comportamento del singolo individuo o della singola azienda al fine di promuovere una società che sia “affidabile”. Secondo l’ultimo rapporto del  National Public Credit Information Centre, oltre 3.59 milioni di aziende cinesi aggiunte alla blacklist nel 2018 sono state interdette dal partecipare ad una serie di attività, minandone notevolmente la capacità e libertà economica. Oltre 17 milioni di individui non saranno in grado di acquistare biglietti aerei e altri 6 milioni non potranno viaggiare in alta velocità. A seguito delle crescenti pressioni esercitate dal sistema di credito, nel 2018, 3.51 milioni di cittadini cinesi hanno ripagato i propri debiti con privati e con il fisco. Numerose sono state le critiche rivolte a questo sistema soprattutto in tema di violazione dei diritti umani. Come sostenuto da un gruppo di avvocati, “molti non saranno in grado di ripagare i propri debiti a causa della diffusa povertà e saranno dunque soggetti a un sistema di sorveglianza draconiano e umiliati pubblicamente”.

Un videogame per combattere i taboo sessuali 

Un gruppo di studenti di Shanghai ha sviluppato un video game sul sesso per combattere i taboo che ancora esistono nella società cinese. Self Reliance, è un gioco di ruoli in cui i giocatori prendono una serie di decisioni sulla propria vita  sessuale che aprono diversi scenari e portano con sé degli insegnamenti. Si parla di Hiv, aborto, omosessualità. Il gioco non ha potuto essere lanciato in Cina a causa del blocco imposto dal governo cinese all’approvazione di nuovi giochi. E’ stato quindi lanciato sulla piattaforma Steam con buon successo di pubblico.

Nuovi rimborsi per le vittime di Fukushima

Un tribunale giapponese ha richiesto il pagamento di quasi 419,6 milioni di yen come compensazione per i residenti costretti a fuggire dalle loro case dopo l’incidete nucleare di Fukushima del 2011. Il tribunale distrettuale di Yokohama ha ordinato al governo e alla Tokyo Electric Power Co (Tepco) di risarcire i danni a 152 persone, ha detto una portavoce della corte all’Afp. E’ la quinta sentenza a riconoscere le responsabilità del governo in quello che è stato definito l’incidente nucleare più grave del mondo dopo Chernobyl.

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