In Cina e Asia – La Cina diventa il più grande acquirente mondiale di apparecchiature per chip

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

Con un giro di affari da 18,72 miliardi di dollari, nel 2020 la Cina continentale si è aggiudicata per la prima volta il titolo di più grande mercato mondiale per le apparecchiature per la produzione di semiconduttori. Il mercato in precedenza più grande, Taiwan, si è classificato al secondo posto con un valore di mercato di $ 17,15 miliardi in termini di vendite, cifre sostanzialmente invariate rispetto al 2019. La Corea del Sud e il Giappone sono arrivate al terzo e quarto posto con vendite rispettivamente di $ 16,08 miliardi e $ 7,58 miliardi, secondo il rapporto, stilato dall’associazione americana SEMI. L’ascesa della Cina come primo acquirente mondiale di apparecchiature per la produzione di chip è arrivata in concomitanza con l’aumento della produzione domestica di chip, per far fronte alle paralizzanti politiche statunitensi che limitano le forniture di chip realizzati con tecnologia statunitense ad alcuni giganti tecnologici cinesi tra cui Huawei. Come parte degli sforzi per stimolare la crescita della propria industria dei semiconduttori, il ministero delle Finanze cinese ha annunciato a marzo una nuova politica che consente ai produttori di chip nazionali di importare macchinari e materie prime esentasse fino al 2030. Nel complesso, le vendite globali di apparecchiature per la produzione di semiconduttori sono aumentate del 19% su nel 2020, raggiungendo un livello record di 71,2 miliardi di dollari. [fonte Caixin]

La vita dei sopravvissuti cinesi del Titanic diventa un film

Si è tenuta venerdì scorso nelle sale cinesi la premiere di “The Six”, un film sui sopravvissuti cinesi del Titanic. Prodotto dal regista di “Titanic” James Cameron, il documentario ruota attorno ai sei passeggeri cinesi a cui è stato vietato l’ingresso negli Stati Uniti dopo la tragedia del 15 aprile 1912, quando il Titanic è affondato al largo della costa atlantica trascinando con sé le vite di 1500 dei suoi circa 2200 passeggeri. Lo storico a capo delle ricerche per il documentario, Steven Schwankert, ha dichiarato che la storia dei passeggeri del Titanic presenta alcune similitudini con la storia contemporanea, disegnando un parallelismo tra la fobia nei confronti degli asiatici del 1912 ed i crimini d’odio anti-asiatici alimentati dal Covid-19 di oggi, in quello che gli definisce come “un triste caso della storia che si ripete”. Nel 1912 infatti, ai sensi del Chinese Exclusion Act degli Stati Uniti, i passeggeri cinesi del Titanic furono trasferiti 24 ore dopo il loro arrivo negli USA su un piroscafo britannico ed inviati a Cuba. Quello che è successo dopo non è stato chiaro, fino ad ora, ed è il tema principale del documentario. Diretto dal regista britannico Arthur Jones, il film di 97 minuti ripercorre le vite Lee Bing, Fang Lang, Chang Chip, Ah Lam, Chung Foo e Ling Hee. [fonte SCMP]

Biden e Suga si allineano per la pace dello stretto di Taiwan

In una dichiarazione congiunta rilasciata venerdì scorso dopo il loro primo faccia a faccia alla Casa Bianca, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ed il primo ministro giapponese Yoshihide Suga hanno sottolineato “l’importanza della pace e della stabilità attraverso lo stretto di Taiwan” e hanno incoraggiato “la risoluzione pacifica delle questioni attraverso lo stretto”. L’ultima volta che Taiwan è stata menzionata in una dichiarazione dei leader USA-Giappone fu nel 1969, in occasione dell’incontro tra l’allora presidente Richard Nixon ed il primo ministro Eisaku Sato. Taiwan sabato ha accolto con favore la dichiarazione dei due capi di stato, esprimendo “sincera gratitudine” per il “riconoscimento dell’importanza della pace e della stabilità nella regione attraverso lo stretto di Taiwan”. L’incontro, della durata totale di due ore e mezza, sì è focalizzato sulla necessità di trovare una risoluzione pacifica alle questioni regionali, per preservare un Indopacifico “libero e sicuro”. Biden e Suga hanno inoltre convenuto sul fatto che le tecnologie all’avanguardia dovrebbero essere governate da norme stabilite dalle democrazie, non dalle autocrazie, riaffermando altresì la cooperazione USA-Giappone sui vaccini COVID-19 e sul cambiamento climatico. Secondo gli osservatori, questo vertice mostra che l’amministrazione Biden ha voluto lanciare un forte messaggio riguardo alla centralità che l’alleanza con il Giappone avrà durante il mandato presidenziale di Biden. Il leader giapponese è stato il primo leader straniero a far visita al neoeletto presidente americano.  Il trattamento da tappeto rosso è stato un altro segnale dell’importanza che l’amministrazione Biden attribuisce alle sue alleanze in Asia di fronte a una Cina in ascesa: infatti, all’incontro con Suga farà seguito quello con il presidente sudcoreano Moon Jae-in, che visiterà Washington a fine maggio. Il segretario stampa della Casa Bianca Jen Psaki ha dichiarato venerdì ai giornalisti che la scelta di Giappone e Corea del Sud per le prime due visite a Biden invia un messaggio su quanto siano vitali e importanti le relazioni tra Washington e l’Asia-Pacifico, dove gli USA si impegneranno ha salvaguardarne la stabilità, la sicurezza e l’economia. [fonte Nikkei]

Myanmar: Min Aung Hlaing al vertice ASEAN

Venerdì scorso i sostenitori di Aung San Suu Kyi hanno svelato la nascita di un “governo di unità nazionale” per il Myanmar che cercherà aiuti esteri e riconoscimento diplomatico mentre mobilita la resistenza contro il colpo di stato militare in atto nel paese. L’annuncio è stato dato dal Comitato di Rappresentanza di Pyidaungsu Hluttaw, formato dai parlamentari della Lega Nazionale per la Democrazia che si sono nascosti o sono stati esiliati dopo il golpe del 1 ° febbraio da parte del generale Min Aung Hlaing. Il governo parallelo include rappresentanti delle minoranze etniche del Myanmar in cariche di alto livello e conferma Aung San Suu Kyi ed il presidente Win Mynt nei loro rispettivi ruoli.  La formazione del governo di unità nazionale coincide con l’escalation della violenza da parte della giunta, un’economia in rapido deterioramento e un ampliamento del conflitto negli stati di Karen e Kachin. Una situazione che presenta nuove sfide per la comunità internazionale, che dovrà scegliere come e se impegnarsi con i suoi rappresentanti. Nessun paese ha infatti formalmente riconosciuto la giunta come il governo legittimo del paese e diversi paesi hanno sospeso gli aiuti al Myanmar in seguito colpo di stato. Tuttavia, un portavoce del ministero degli Affari esteri thailandese ha informato i media locali che il tanto atteso vertice di emergenza dell’ASEAN sarà probabilmente fissato per il 24 aprile a Jakarta, con il comandante in capo della giunta birmana pronto a partecipare come rappresentante del Myanmar. Stando al giornale locale Myanmar Now, parrebbe invece che diversi paesi si stiano preparando a riconoscere ufficialmente il governo di unità nazionale del Myanmar, citando come fonte un ministro del governo parallelo di recente formazione. Tra questi paesi vi sarebbero alcuni paesi occidentali e un paese membro del mondo arabo che ha vissuto la primavera araba. [fonte Nikkei]