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In Cina e Asia – Il comitato olimpico sceglie un’azienda cinese legata allo Xinjiang

In Notizie Brevi by Sabrina Moles

A proposito di Olimpiadi: Axios China riporta che il comitato olimpico internazionale (CIO) ha stipulato un contratto per Tokyo 2021 e Pechino 2022 con un’azienda tessile cinese che collabora anche una fabbrica localizzata nello Xinjiang, provincia salita agli onori della cronaca per la questione uigura che oggi costa alla Cina sanzioni da diversi paesi nel mondo. Il gruppo Hengyuanxiang (HYX) si occuperà di fornire le uniformi formali per i membri e il personale del comitato olimpico ed è stato sponsor di Pechino 2008. Nonostante l’azienda abbia negato di produrre le divise con cotone dello Xinjiang, sugli store online la ditta pubblicizza diversi prodotti legati alla provincia “dello scandalo”. Non solo le sanzioni europee, canadesi, inglesi e americane: anche l’organizzazione internazionale Better Cotton Initiative ha denunciato le condizioni di lavoro in Xinjiang: da allora il tema è diventato particolarmente sensibile, e il comitato olimpico è accusato ora di “ignorare” i legami di HYX con il lavoro forzato in Xinjiang, mentre la società ribatte che l’azienda cinese ha certificato l’assenza di cotone di origine cinese nel contratto. Nella riposta del CIO si legge, inoltre, che nonostante il comitato si impegni a difendere i diritti umani, non avrebbe “né il mandato né la capacità di cambiare le leggi o il sistema politico di un paese sovrano”. Nessuna risposta invece da HYX. Nel frattempo, il dipartimento di Stato americano nega la notizia un possibile boicottaggio degli USA alle Olimpiadi di Pechino, ma conferma che lavorerà con gli alleati a una strategia di contenimento della Cina che potrebbe includere in extremis il ritiro dalle Olimpiadi di Pechino.  [Fonte: Axios China]

Una ripresa veloce per il turismo cinese

Questo finesettimana, mentre in Italia si festeggiava la Pasqua, la Cina ha celebrato la festa degli antenati – Ching Ming. Per l’occasione fino a questo lunedì migliaia di persone si sono spostate, con un aumento rispetto al 2020 del 144%. Una ripresa dei viaggi all’interno del paese a tre cifre, per un valore di 27,2 miliardi di yuan (circa 3,5 miliardi di euro). Secondo gli analisti è evidente che il mercato del turismo interno è in buona forma e orientato a una veloce ripresa dopo la pausa obbligatoria dovuta alla diffusione del Covid-19. Come sta accadendo nel resto del mondo, il turismo è stato uno dei settori più colpiti dalla pandemia. Oggi, le restrizioni agli spostamenti all’interno del paese sono minime, grazie soprattutto al sistema di certificazione tramite codice QR. È inoltre in corso la campagna vaccinale, anche se preoccupa una ripresa dei contagi a Ruili, una città al confine con il Myanmar. Oltre il turismo, anche l’industria dell’intrattenimento sta godendo di una nuova rinascita, con incassi record per i botteghini. Il quadro dipinto dagli esperti mostra un’economia del tutto ripresa dalla crisi post-Covid, anche se con il nuovo piano quinquennale si cercherà di superare anche alcuni grandi sfide per la stabilità economica della Cina come il debito locale. [Fonte: SCMP]

Propaganda cinematografica per il centenario del Partito Comunista Cinese

I cinema parte della National Alliance of Arthouse Cinemas e del circuito “People’s Cinema” dovranno proiettare film di propaganda almeno cinque volte a settimana: è quanto chiede una nuova direttiva della National Film Administration cinese insieme al Dipartimento di Propaganda. Nel comunicato si legge inoltre che “le autorità cinematografiche in ogni provincia, regione e comune, ogni compagnia cinematografica e ogni società di produzione” sono invitate a proiettare film legati alle celebrazioni del centesimo anniversario dalla fondazione del PCC. Si inizia con un lotto di dodici film da proiettare nel corso del mese di aprile, non solo pellicole recenti ma anche “classici” del cinema degli anni Cinquanta e Sessanta. Lo scopo è anche quello di “promuovere il pensiero di Xi Jinping e l’amore per il Partito” e il comunicato chiede che l’impegno delle sale cinematografiche dovrà essere accompagnato da “risultati tangibili”. Questa è solo l’ultima delle iniziative promosse dal Partito in merito al settore dell’intrattenimento cinese, che negli ultimi anni è al centro della strategia di Pechino per “l‘indottrinamento delle masse”, la diffusione e il rispetto dei valori fondanti del Partito. [Fonte: Variety]

La Corea del Nord si ritira dalle Olimpiadi di Tokyo

Nella giornata di ieri Pyongyang ha comunicato che il proprio team non prenderà parte ai Giochi Olimpici di Tokyo. A giustificare la ritirata è la preoccupazione per la situazione epidemica attuale: il paese ad oggi ha dichiarato di non aver mai avuto casi di Covis-19 sul proprio territorio, e teme che gli sportivi potrebbero contrarre il virus in Giappone. Il comunicato è stato trasmesso dalla pagina web dedicata alle notizie sportive dopo la decisione del comitato olimpico. È dall’inizio del 2020 che la Corea del Nord ha annullato quasi ogni contatto con il mondo esterno, e questa è la prima volta dal boicottaggio del 1984 che Pyongyang rinuncia a mandare i propri atleti alle Olimpiadi. A prendere male la notizia è soprattutto la Corea del Sud: con il ritiro della squadra nordcoreana Seoul perde ancora una volta l’occasione di recuperare il dialogo diplomatico con il vicino, che si è molto incrinato nell’ultimo mese. [Fonte: NK News]

Myanmar: la Russia avverte sulle sanzioni

Si fa sempre più grave la situazione in Myanmar all’inizio del secondo mese da quando la giunta militare ha preso il potere e arrestato i leader del governo civile. Questa mattina i manifestanti hanno protestato gettando vernice rossa sulle strade di Yangon per rappresentare il sangue versato durante le cariche dell’esercito nei confronti delle proteste in corso sin dall’inizio del golpe, che oggi secondo le stime ufficiali ammontano a 570. Lo scorso 22 marzo l’Unione Europea ha approvato un pacchetto di sanzioni contro i vertici del Tatmadaw, mentre tutt’altra opinione esprime oggi il Cremlino: “una tale linea contribuisce a mettere le parti l’una contro l’altra e, alla fine, spinge il popolo del Myanmar verso un conflitto civile su vasta scala”, ha detto il ministero degli Esteri russo. Si fa ancora più controversa, quindi, la posizione russa, dopo che il viceministro della Difesa ha incontrato il leader del golpe, il generale Min Aung Hlaing, lo scorso 26 marzo. L’Unione Europea invece sembra determinata a non retrocedere: sono in corso le trattative per aggiungere nuove sanzioni economiche contro aziende ed enti legate all’esercito birmano. Nel frattempo, il quotidiano di stato Global New Light del Myanmar ha pubblicato un elenco di ricercati colpevoli di diffondere notizie false e provocare instabilità. All’elenco appartengono molti nomi noti del mondo dello spettacolo accusati di sostenere il movimento di disobbedienza civile, e le emittenti birmane sono ora invitate a escludere queste persone e i loro lavori dalle trasmissioni. [Fonti: Reuters, The Guardian]

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