In Cina e Asia – Crisi israelo-palestinese: Pechino si offre come mediatore

In Notizie Brevi by Sharon De Cet

In una conversazione telefonica con la controparte pakistana Shah Mahmood, il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di raggiungere al più presto una riduzione della violenza tra Israele e Hamas a Gaza. Durante il summit del consiglio di sicurezza ONU, Wang ha altresì dichiarato che gli USA starebbero “dalla parte opposta della giustizia internazionale”, riferendosi al fatto che gli Stati Uniti starebbero bloccando al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite il tentativo di adottare un dichiarazione volta a favorire una de-escalation delle tensioni tra Israele e Hamas. La Cina, che presiede il Consiglio di sicurezza per il mese di maggio, ha domandato un cessate il fuoco da entrambe le parti, nonché la fornitura di assistenza sanitaria a Gaza. Secondo quanto dichiarato da Wang Yi sabato, l’ultima via d’uscita dalla questione palestinese risiede nell’attuazione della soluzione dei due stati: uno Stato di Palestina indipendente accanto allo Stato di Israele, a ovest del fiume Giordano, progetto che è stato sostenuto dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, compresi gli Stati Uniti. Tuttavia, a causa della politica condotta dalla precedente amministrazione Trump, la risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non è stata applicata. Wang Yi ha inoltre invitato gli esponenti di Palestina ed Israele a condurre i negoziati di pace a Pechino. [fonte: SCMP]

Covid: mentre aumentano i casi in Cina, vola la campagna vaccinale

Dopo settimane di ritorno alla normalità, la Cina è di nuovo alle prese con il Covid. Dalla settimana scorsa sono saliti a una quarantina i casi trasmessi localmente (25 quelli accertati, più 18 asintomatici), tutti concentrati nelle province del Liaoning, nel nord-est del paese, e dello Anhui, nella Cina centrale. Le infezioni sarebbero collegate a un primo focolaio di casi importati a Yingkou, nel Liaoning, città già lo scorso anno balzata alle cronache per la cattiva gestione della malattia. Secondo i media di stato, tre alti funzionari locali sono stati rimossi, tra cui il vice capo del distretto di Bayuquan e altri due funzionari sanitari, mentre altri 12 dirigenti pubblici della provincia del Liaoning hanno ricevuto avvertimenti, compreso il vice capo della Commissione sanitaria provinciale. Giro di vite anche a Lu’an, nell’Anhui, dove sono state sospese le attività in due strutture mediche e rimossi dagli incarichi due funzionari locali. Intanto, il governo centrale ha spedito nella provincia il vicedirettore del nuovissimo Ufficio nazionale per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’organismo creato per migliorare la gestione delle epidemie. Il rapido aumento dei casi sembra aver dato nuovo impulso alla campagna vaccinale cinese, che ha raggiunto lacifra record di 14 milioni di somministrazioni al giorno. Nel weekend sono circolate sul web le immagini di lunghe file di gente in attesa di ricevere la propria dose sotto la pioggia torrenziale. [fonte GT, SCMP]

AAA cercasi cavie da laboratorio

La Cina starebbe sperimentando una penuria di cavie da laboratorio, situazione aggravata dalla pandemia di coronavirus. Infatti, laddove il Giappone e gli USA dispongono rispettivamente di 100 e 210 specie differenti di animali su cui effettuare test scientifici, la Cina ne ha a dispozione solo 30. La mancanza di risorse da parte della Cina é dovuta in gran parte alle restrizioni all’esportazione di cavie recentemente imposti dai paesi sviluppati, ed in particolare dei primati, su cui vengono effettuati i test per i vaccini contro il covid-19. La Cina é stata per molto tempo la prima esportatrice di scimmie da laboratorio, almeno fino al gennaio scorso quando l’autorità centrale ha emesso un divieto temporaneo di esportazione. Queste restrizioni non hanno però bloccato la domanda: nel 2020 il prezzo di una cavia da laboratorio é aumentato da 15000 yuan (circa 2500 dollari) a più di 60000 yuan. [fonte SCMP]

Fine del “modello Taiwan”?

Taiwan, esempio mondiale di lotta alla pandemia, ha chiuso sabato scorso cinema, teatri e librerie pubbliche in seguito ad un aumento dei casi. Secondo le cifre ufficiali rilasciate stamattina, sarebbero oltre 400 i nuovi casi confermati di covid-19, per un totale globale di 1682. Sebbene le cifre restino piuttosto basse, il governo dell’isola ha invitato i cittadini a mantenere la calma ed a evitare di prendere d’assalto i supermercati per evitare nuovi focolai. Taipei e New Taipei City hanno alzato i livelli di allarme a 3 su 4 per la prima volta, chiudendo altresì stadi e musei. Il governo taiwanese ha per il momento escluso un lockdown nazionale e nel frattempo, l’inviato de facto di Taiwan negli Stati Uniti Hsiao Bi-khim ha detto venerdì di essere in trattative con il produttore statunitense Moderna per garantire che le dosi acquistate da Taiwan arrivino sull’isola il mese prossimo. Taiwan ha firmato contratti per 5,05 milioni di dosi del vaccino Moderna oltre a 10  di dosi di AstraZeneca e 4,76 milioni di dosi di produttori non specificati attraverso il programma Covax. [fonte Reuters]

Ha collaborato Alessandra Colarizi