In Cina e Asia – Caso Huawei, Washington passa alle minacce

In Notizie Brevi by Redazione

I paesi che affideranno a Huawei la costruzione della loro rete 5G vedranno penalizzare i propri rapporti con gli Stati Uniti. Lo ha dichiarato ieri in un’intervista l’ambasciatore americano all’Ue Gordon Sondland. “Coloro che andranno avanti ciecamente e abbracceranno la tecnologia cinese senza curarsi di queste preoccupazioni potrebbero trovarsi in una situazione di svantaggio nel trattare con noi”. A seconda delle apparecchiature cinesi utilizzate rispettivamente dai paesi, gli Stati Uniti dovranno essere “più attenti nella condivisione delle informazioni, nelle transazioni commerciali” e “una miriade di cose”, ha affermato Sondland. Le preoccupazioni statunitensi e non solo – sulla possibile cessione da parte di Huawei di dati sensibili al governo cinese – saranno in cima all’agenda del Mobile World Congress questo mese a Barcellona. Evento a cui prenderanno parte tanto i vertici di Huawei quanto quelli del Dipartimento di Stato americano. Le preoccupazioni di Washington riguardano soprattutto i paesi membri della NATO. Di ieri la smentita delle autorità italiane su una possibile esclusione formale di Huawei e ZTE dallo sviluppo delle infrastrutture di quinta generazione dopo le indiscrezioni riportate da La Stampa.

La Banca Mondiale socchiude le porte alla Cina

La candidatura del sottosegretario al Tesoro Malpass alla guida della Banca Mondiale prospetta tempi duri per la Cina. Il funzionario, che fino a oggi ha ricoperto un ruolo attivo nei negoziati commerciali con Pechino, non ha mai fatto mistero della propria antipatia per le organizzazioni multilaterali e del sostegno da queste assicurato alla seconda economia mondiale, anche in tempi in cui Pechino investe massicciamente all’estero nell’ambito della Belt and Road. Proprio contro la nuova via della seta Malpass si è recentemente scagliato in riferimento alla scarsa trasparenza del progetto e al massiccio indebitamento dei paesi membri. Sulla scia delle pressioni americane, nel 2018 i prestiti concessi dall’istituto alla Cina sono già crollati di oltre il 26%. La nomina di Trump non sembra aver incontrato alcuna contrarietà. Da 75 anni la nomina del presidente della Banca Mondiale rispecchia le scelte americane.

Siemens e Alstom in Cina, una lezione per tutti

La recente bocciatura da parte della Commissione Europea della fusione tra i due giganti del settore ferroviario, la francese Alstom e la tedesca Siemens, ha provocato dure reazioni da parte di entrambe i governi. Una della principali preoccupazioni espresse dalle due aziende, è la difficoltà nel fronteggiare il gigante cinese CRRC Corp, entità uscita dalla fusione di China CNR Corp. e CSR Corp, e attualmente il più grande player del settore ferroviario al mondo. Un editoriale di Bloomberg sottolinea come, fino a una decina di anni fa, ai tempi in cui Alstom e Siemens ricevevano enormi commesse dal governo cinese, sia di fatto avvenuto un trasferimento di tecnologie e know-how nella terra di mezzo senza particolare prudenza per la difesa dell’ Intellectual Property da parte di entrambe le aziende. La maggioranza dei treni venduti alla Cina tra il 2004 e il 2005, ad esempio furono costruiti in Cina, e le clausole di segretezza inserite nei contratti non sono state evidentemente sufficienti nel preservare il trasferimento di conoscenza e know how ai cinesi, rendendo possibile la nascita di quell’invincibile rivale che è oggi CRRC Corp. Altri settori , come quello dell’automotive ad esempio, sono stati più prudenti nel salvaguardare l’IP.

La Cina, primo produttore di diamanti sintetici

La Cina si sta trasformando da primo consumatore di diamanti sintetici. Per quasi un decennio, il paese ha prodotto oltre 10 miliardi di carati di diamanti ogni anno, la maggior parte destinata a uso industriale, nell’aeronautica, nelle piattaforme petrolifere e la produzione di chip elettronici. Tanto che la Henan Huanghe Whirlwind oggi si definisce il più grande produttore di diamanti sintetici al mondo, con una produzione di 1,2 miliardi di carati. Ma ora che la tecnica è stata affinata e i diamanti artificiali sono indistinguibili ad occhio nudo, persino De Beers li ha messi in commercio con il suo brand Lightbox Jewelry. Secondo stime indipendenti, il mercato dei gioielli dei diamanti artificiali crescerà del 22% l’anno passando da 1,9 miliardi di dollari a 5,2 miliardi di dollari entro il 2023.

L’acqua nascosta al centro della guerra commerciale tra Usa e Cina

Una delle conseguenze meno note della guerra commerciale tra Usa e Cina è quella relativa agli equilibri idrici dei due paesi. Esiste un’acqua che non è quella utilizzata per il consumo quotidiano, bensì virtuale, che é quella usata  nei processi di produzione di merci e cibo. L’acqua virtuale così come le merci che ha contribuito a produrre, viene scambiata tra paesi e, quando avvengono significativi cambiamenti negli equilibri commerciali, ne subisce le conseguenze. E’ questo quello che sta accadendo nella guerra commerciale tra Usa e Cina. Come più grande esportatore all’estero di acqua nascosta, la Cina aveva, prima delle tariffe, negli Usa il mercato principale di esportazione di merci ‘water intensive’ come tessile, macchinari e raccolti. Le tariffe, andando a pesare per la maggior parte proprio su queste merci hanno prodotto notevoli cambiamenti notevoli nel bilancio idrico delle due nazioni. Ad oggi la Cina, che ha a disposizione ¼ delle riserve idriche americane, si trova in una situazione di potenziale crisi idrica, fatto che mette a rischio alcuni settori industriali strategici del paese.

Bangkok, la principessa Ubolratana candidata premier

La principessa Ubolratana Rajakanya – la sorella dell’attuale monarca Maha Vajiralongkorn e figlia maggiore dell’ex re Bhumibol Adulyadej, morto nel 2016 – ha annunciato la sua candidatura a primo ministro in occasione delle prossime elezioni. Ubolratana, che ha ceduto il titolo reale il 25 luglio 1972 quando sposò l’americano Peter Jensen, parteciperà come candidata del partito politico dell’ex premier Thaksin Shinawatra esautorato nel 2006 con un colpo di stato nel 2006, e di sua sorella Yingluck – anch’essa ex primo ministro –  rimossa dai militari nel 2014. Tornata in Thailandia dagli Stati Uniti nel ’98, a differenza del resto della famiglia reale Ubolratana ha mantenuto un notevole presenzialismo mediatico. Le elezioni, che si terranno il 24 marzo, vedranno come principale sfidante Prayut Chan-o-cha, capo della giunta militare, e candidato del partito Palang Pracharat.

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