In Cina e Asia – Anticorruzione cinese, più suicidi che condanne

In by Gabriele Battaglia

In Cina da quando è partita la campagna anticorruzione del governo, sono di più i funzionari che si suicidano che quelli condannati a morte. Evacuazione di cittadini cinesi in Yemen. Il governo di Delhi ha deciso di vietare il tabacco da masticare, il gutka. Due giorni di Otaku Expo a Makuhari, nella provincia di Chiba, a pochi chilometri da Tokyo. Lo Sri Lanka e il fallimento della strategia cinese win-win. CINA – Anticorruzione: più suicidi che pene capitali 

Dalla campagna anticorruzione in corso in Cina emerge un dato: sono sempre di più i funzionari che si suicidano e sempre di meno quelli condannati a morte (la legge cinese prevede la pena capitale se si supera una certa cifra di maltolto). Dall’agosto 2003 all’aprile 2014, il Financial Times contava i suicidi di 112 funzionari cinesi in 26 province.
Tra questi, oltre il 20 per cento era presumibilmente implicato in casi di corruzione. Nel solo 2014 sono stati invece 39 i funzionari che hanno commesso il suicidio, 10 dei quali erano stati incriminati o sospettati di corruzione. Sull’altro versante, le condanne a morte per corruzione hanno avuto un andamento contrario. Se tra il 2000 e il 2011 sono stati in tutto 15 funzionari condannati a morte per corruzione, tra il 2012 e il 2014 se ne conta uno solo.

YEMEN – Cinesi evacuati

La Cina ha iniziato l’evacuazione dei suoi 590 cittadini presenti in Yemen, ha confermato il ministro degli Esteri Wang Yi. Una nave da guerra battente bandiera rossa a cinque stelle è approdata ieri nel porto di Aden.
L’operazione ricorda quanto già fatto in Libia, quando ben 35mila cinesi furono portati in salvo in poche ore. La presenza cinese sullo scacchiere internazionale in qualità di “superpotenza” non è solo la conquista di mercati e la messa in sicurezza delle vie di approvvigionamento energetico. C’è anche la priorità di garantire ai connazionali, sempre più presenti nel mondo, la sicurezza. E non è mica facile.

INDIA – Delhi vieta il tabacco da masticare


Foto credit: nytimes.com

Da oggi per un anno entrerà in vigore nella capitale indiana il divieto di vendita del gutka, tabacco da masticare, vizio tradizionale della popolazione maschile indiana in particolare tra gli strati più disagiati. La misura, secondo il governo locale, dovrebbe disincentivare il consumo di foglie di paan e tabacco da masticare, popolarissimo succedaneo (o sostanza complementare) a sigarette e alcol, tra le principali cause di cancro alla bocca nel paese.
Il divieto di gutka, comune a molti stati federati indiani, è spesso vanificato dal non divieto di altri stati, che alimenta il commercio di contrabbando interno al paese.

SRI LANKA – Il fallimento del win-win

La strategia cinese “win-win” di espansione commerciale ha una significativa battuta d’arresto in Sri Lanka. Nel grande disegno di “Via della Seta Marittima”, l’isola è una tappa chiave e Pechino ha cominciato a investirvi massicciamente dalla fine del conflitto Tamil (2009), applicando la sua classica strategia che, sulla base della “non interferenza” nella politica interna altrui, fa affari con chiunque.
In questo caso con Mahinda Rajapaksa, l’ex presidente accusato di violazione dei diritti umani nei confronti dei Tamil (e perciò boicottato dall’Occidente) e di corruzione. Pechino si è legata sempre più a doppio filo con l’ex presidente, non riuscendo a coltivare i rapporti anche con le opposizioni, e perdendo il controllo dei propri investimenti (a ora 5 miliardi di dollari) che sono finiti puntualmente nelle tasche della rete di connivenze attorno a Rajapaksa.
Quando il presidente ha perso le elezioni, lo scorso gennaio, la Cina è ritrovata con il cerino in mano: investimenti sballati – cioè soldi persi – e la fama di neo-potenza coloniale che fa le fortune dei potenti corrotti e non della gente comune.

GIAPPONE – Otaku di tutto il mondo unitevi 


Foto credit: japantimes.co.jp

Una due giorni per gli appassionati di manga, anime e culture popolari giapponesi. È il concetto di "Otaku Expo" una mostra evento parallela ad un grande mercato di fumetti della provincia di Chiba, a pochi chilometri da Tokyo. La cultura otaku, letteralmente "fanatico", è sempre più un business globale e uno dei punti di forza della strategia di branding del Giappone che da anni cerca di imporsi come paese "cool".
Giovani e meno giovani appassionati del mondo degli anime e dei manga si sono dati infatti appuntamento a Makuhari, nella provincia di Chiba, molti di loro esibendosi nei panni dei propri eroi ed eroine. Un settore, quello del cosplay, in cui l’Italia è protagonista da anni.

[Foto credit: independent.co.uk]